Palloncino intragastrico: quali sono i vantaggi e quali possono essere le problematiche

palloncino intragastrico

Tra i sistemi più diffusi rivolti ad una massiccia riduzione di peso nel breve periodo, metodologia medica oramai consolidata nelle terapie e sviluppata seguendo criteri scientifici di alto valore specifico, il palloncino intragastrico è forse la metodologia più efficace in tal ambito.
Il palloncino intragastrico non è specificamente studiato per i sovrappesi risolvibili con diete e consigli nutrizionali ed una correlata attività fisica, ma è piuttosto rivolto a coloro che hanno forti problemi d’obesità, sul bilico di patologie ben più gravi estendibili all’apparato cardiocircolatorio, al cuore, alle strutture osteo-articolari sottoposte a carichi eccessivi dovuti a pesi importanti.
Quindi si evince che il palloncino intragastrico non è una metodologia applicabile per tutti, è pur sempre una terapia la quale presenta anche un certo margine di rischio, soprattutto se applicata a persone con patologie correlate.
Quindi l’impiego del palloncino intragastrico vede una divisione del fronte di opinioni, ovviamente suddiviso tra coloro che ne sono entusiasti e assolutamente favorevoli e coloro che ne, al contrario, si collocano su differenti fasce d’opinioni al riguardo, nutrendo dubbi in proposito, quando non assolutamente contrari e oppositori del metodo.

Come funziona, nello specifico, il palloncino intragastrico?
E’ un vero e proprio palloncino, molto simile ad una vescica, in silicone e, proprio il paragone con la vescica, in quanto elemento naturale e organico, rende l’idea di come funziona nel dettaglio questo presidio medico e chirurgico.
La sua composizione è in silicone anti-rigetto, riempito con una soluzione fisiologica affinché, in caso di rottura accidentale, non possa determinare alcun rischio in grado di compromettere la salute del paziente .
L’intervento chirurgico, definito con procedure oggi standardizzate e a basso impatto, è assolutamente non invasivo per il paziente, d’altronde il palloncino intragastrico è spesso l’ultima chance di poter proseguire nella propria vita grazie ad un’esistenza normale e non sofferente, ovviamente quando il peso del paziente sottoposto all’intervento di introduzione presenta significative diminuzioni.
Alle volte questa pratica medica diviene indispensabile soprattutto in previsione di interventi successivi, tipici della chirurgia bariatrica, branca della chirurgia specifica per pazienti con forti obesità e problemi collaterali al peso.
In caso di una pianificazione nel medio e lungo periodo da parte dello staff medico, determinando una serie d’interventi finalizzati a risolvere altre patologie in corso, alle volte, purtroppo, anche di grave entità, il palloncino intragastrico è l’unico e solo metodo ideale per raggiungere quella soglia minima di peso per la quale poter proseguire con la pianificazione medica prevista e finalizzata alla risoluzione delle diagnosi e delle disfunzioni in altre parti del corpo.
Grazie ad una blanda sedazione il medico chirurgo immette, tramite intervento endoscopico, il palloncino intragastrico nello stomaco del paziente.
In realtà, anche se il classico palloncino impiegato è oggi nella totalità dei casi di tipologia Bioeneterics Intragastric Ballon (BIB), cioè riempito dalla soluzione fisiologica in soluzione con blu di metilene, un’alternativa ad esso (sarà in sede di diagnosi il gastro-enterologo a stabilire quale modello impiegare), anche l’Heiosphere Bag (cioè il palloncino riempito con aria e sintetizzato con materiale biocompatibile inerte) a volte è tutt’oggi impiegato.
Dipende dalle casistiche, ma il primo modello è sempre il più diffuso.

Il palloncino intragastrico non si acquista: il suo inserimento, ricordatelo bene, è di esclusiva competenza medica e sarà solamente un medico esperto in medicina gastroentorologica a decretare la possibilità d’utilizzo. La conseguente perdita di peso è quasi immediata e di valore elevato perché il palloncino intragastrico agisce limitando l’accesso del cibo nello stomaco, il quale, di conseguenza (è un principio meccanico), con basse dosi di cibo immesso, trasmette ai neuro-recettori il senso di sazietà.
Seguendo scrupolosamente l’iter diagnostico medico, la procedura d’inserimento del palloncino intragastrico non da nessun tipo di effetto collaterale nè a danno delle pareti gastro-intestinali, tantomeno fenomeni di rigetto, ma dovrà essere di competenza medica assoluta la gestione di questo presidio dimagrante.
Quindi, in teoria, l’unanimità dei giudizi dovrebbe nei suoi confronti essere unanimemente concorde sull’utilità assoluta, ma così non è.
Alcuni fenomeni collaterali (come vomiti prolungati nel tempo, costipazione intestinale, senso di nausea dovuti all’azione meccanica del presidio stesso) a volte non accennano a diminuire. Per questi motivi alcuni medici lo dichiarano come presidio sanitario non idoneo.
Sarà scrupolo del paziente, nel caso dovesse presentare questa fenomenologia legata solo in parte a fenomeni di rigetto, comunicarlo al proprio medico specialista curante al fine di risolvere assieme le problematiche, anche con interventi successi di riassetto in loco tramite piccole incursioni endoscopiche di basso impatto.

Il miele è un arma contro i super batteri resistenti agli antibiotici

miele

Il miele è considerato fin dall’antichità un potente alleato per la salute. Gli antichi egizi lo utilizzavano già in cucina, ma soprattutto sapevano bene come impiegarlo per combattere alcuni disturbi, quali infezioni alle vie respiratorie o irritazioni della pelle. All’inizio del Novecento Don Giacomo Angeleri, figura ben nota nel campo dell’apicoltura italiana, parla per la prima volta del rapporto tra questo prodotto e il fiore da cui esso viene ricavato, ponendo le basi per il suo specifico utilizzo terapeutico.
Tra le varietà in commercio più comuni va ricordato che quello di acacia svolge un’importante azione antinfiammatoria per le infezioni della gola ed è un valido alleato per lenire i disturbi legati a patologie del tratto gastrointestinale. Quello di castagno favorisce invece la circolazione del sangue e aiuta a combattere le infezioni alle vie urinarie. Quello millefiori è infine un potente alleato per il fegato, il suo utilizzo costante lo aiuta infatti ad eliminare le tossine dal nostro corpo.

Le virtù di questo prodotto si tramandano poi di generazione in generazione grazie al sapere delle nonne.
Alla prima comparsa di tosse o raffreddore sono infatti loro le prime a consigliare di bere una tazza di latte caldo con il miele, oppure quando c’è un forte mal di gola sono sempre loro a portare un cucchiaino per prendere il prodotto direttamente dal vasetto.
Il potere ricostituente del prodotto gli è poi ben noto perché sono loro le prime che, in presenza di un malato che, per svariati motivi non può mangiare, portano un bicchiere d’acqua con sciolto un cucchiaino di miele all’interno. In questo modo sanno di offrire una riserva di energia immediatamente disponibile senza richiedere a lui alcuno sforzo.

La scienza ha recentemente iniziato a fornire alcune prove a sostegno della validità dei consigli dati dalle nonne, scoprendo inoltre che questo prodotto è anche una potente arma contro i batteri moderni resistenti agli antibiotici.

Il primo studio a sostegno di questa tesi è italiano ed è stato fatto all’Università La Sapienza di Roma nel 2011. In quell’occasione furono esaminate le proprietà del miele di timo ed eucalipto, scoprendo che entrambi svolgono un’importante azione battericida. Il loro impiego costante in caso di infezioni aiuta quindi l’organismo a distruggere i batteri, in particolare quelli patogeni.
Gli scienziati italiani scoprirono anche che queste particolari varietà di miele inibiscono le capacità dei batteri di comunicare tra loro, cosa che contribuisce a contenere l’infezione, salvaguardando così la salute dell’organismo.
Una ricerca svedese di qualche anno fa ha identificato inoltre nel miele una delle possibili soluzione al problema sempre più comune dell’inefficacia dei moderni antibiotici.
Gran parte delle varietà di prodotto in commercio contengono, secondo questo studio, circa tredici batteri buoni che, unendosi tra loro, formano un composto con azione antimocrobica attiva in grande quantità.
Studi svolti in laboratorio hanno dimostrato che applicando tale composto su alcuni agenti patogeni comuni si assisteva alla loro eliminazione.
Una recente ricerca australiana ha infine dimostrato che alcuni batteri, risultati resistenti agli antibiotici, sono stati sconfitti dalle proprietà antibatteriche e antimicrobiche di questo portentoso prodotto delle api.
I ricercatori sono ancora al lavoro e stanno attualmente lavorando sullo studio delle proprietà di oltre mille varietà di miele, al fine di identificarne le singole specificità e poterne individuare gli usi più opportuni.
Accanto all’azione antibatterica questo fantastico prodotto contribuisce, secondo i risultati ottenuti da questa ricerca, anche al riequilibrio della flora intestinale. Quando questa parte del corpo è in salute, le possibilità di ammalarsi diminuiscono quindi l’azione del miele nella tutela del benessere vale anche in questo senso.
Introdurre il miele nell’alimentazione può dunque rappresentare la svolta per combattere i prossimi mali di stagione, riuscendo a godersi pienamente l’inverno.