dieta alcalina

Dieta alcalina: contro malattie cardiovascolari e degenerative

La dieta alcalina è un modello alimentare ideato dal medico nutrizionista e naturopata statunitense Robert Young. La teoria del dottor Young si basa sulla consapevolezza che il ph dell’organismo umano sia fisiologicamente leggermente alcalino, dato che in media misura tra i 7,1 ed i 7,5, e che il tipo di alimenti che mangiamo siano in grado di mutare l’acidità dell’urina che produciamo. Premesso ciò, il medico americano è fermamente convinto che molte delle patologie che affliggono oggigiorno l’uomo abbiano tutte la stessa causa comune: un ph dell’organismo eccessivamente acido. Proprio per questo ritiene la regolazione del ph corporeo un’attività di estrema importanza per il benessere psico-fisico dell’individuo, nonchè per la prevenzione e la cura di numeroso malattie anche gravi. Il dottor Young nella sua opera “Il miracolo del ph alcalino” fornisce tutti i dettagli in merito alla sua teoria. Innanzitutto è importante distinguere i cibi alcalini da quelli acidi. In generale, si può affermare che si considerano alcalini tutti quegli alimenti che contengono sali minerali alcalinizzanti come il sodio, il magnesio, il calcio ed il potassio. Si tratta perlopiù di cibi di origine vegetale, tra cui spiccano le verdure a foglia verde e le crucifere, che sono categorie di ortaggi molto ricchi di clorofilla. In questa grande gruppo di vegetali rientrano, per esempio, il sedano, il cavolo nero, gli spinaci, le bietole, i broccoli, i cavolfiori, le cime di rapa, la verza, i cavoletti di Bruxelles, la lattuga ed il cavolo cappuccio. Molto importanti sono anche i tuberi e le radici: patate, carote, pastinaca, rafano, scorzonera, rape bianche e rosse, batata rossa, daikon, topinambur, sedano rapa, zenzero e curcuma. Queste ultime due radici sono da sempre molto apprezzate per le loro rinomate virtù e sono note per essere anche dei potenti antitumorali. Un altro fondamentale gruppo di alimenti alcalini è quello composto, ovviamente, dalla frutta fresca. Non tutta, però, in quanto alcuni frutti sono notoriamente acidi. Tra la frutta alcalina si annoverano, per esempio, uva, anguria, pesche, kiwi, mango, mele, pere, ananas, albicocche, pompelmi, limoni e fichi. Per quato riguarda la frutta secca, invece, solo alcune tipologie rientrano tra gli alimenti alcalinizzanti, tra cui mandorle e noci brasiliane. Tra i cereali, invece, l’unico alcalino è il miglio, a cui si aggiungono anche la quinoa e l’amaranto che sono classificati, però, come pseudo-cereali. Nel paese patria della pasta è bene sottolineare che tutti gli altri cereali (dal frumento al mais, dall’orzo al farro, dall’avena, al riso ed alla segale) sono alimenti estremamente acidi e lo sono ancora di più nella loro versione raffinata, per esempio la farina 00 che oggi è eccessivamente usata nelle nostre cucine e nell’industria alimentare, ma che rappresenta un alimento molto povero di nutrimenti perchè troppo lavorato. Altri elementi acidi da ridurre notevolmente nella propria dieta sono essenzialmente tutte le tipologie di proteine animali, ma anche alcuni tipi di frutta secca come le noci, le nocciole e gli anacardi. Tra i legumi, invece, gli unici alcalinizzanti sono le lenticchie, quindi tutti gli altri sono da consumare in modo moderato. Da eliminare, invece, fritti, carni conservate, insaccati e bevande alcoliche. È bene sottolineare che con la dieta alcalina non si vogliono eliminare totalmente i cibi acidificanti dalla propria alimentazione, in quanto si tratta comunque di alimenti che contengono importanti sostanze nutritive per l’organismo. Tuttavia, si mira a creare l’equilibrio ideale per il nostro ph evitando di far subentrare uno stato di acidosi. Secondo il dottor Young la dieta ideale dovrebbe essere composta per il 70-80% da cibi alcalini (verdura, frutta, miglio, quinoa ed amaranto), il restante 20-30% da alimenti acidi, prediligendo tra questi cereali integrali, carni e pesce magri cucinati con cotture light, come alla piastra o al vapore. Infine, un ruolo fondamentale è quello delle bevande. Bisognerebbe sempre prediligere un’acqua alcalina, quindi con un ph superiore a 7,1. Altre bevande alcaline sono l’acqua con il succo di limone (o di lime), il tè verde, il latte di mandorla e di soia. Tè nero, vino ed acqua frizzante sono, invece, alcalini quindi da consumare raramente. Da evitare assolutamente le bevande alcoliche e quelle a base di caffeina o di soda. Tra i condimenti, i più consigliati sono l’olio extravergine di oliva, l’olio di lino estratto a freddo, l’olio di sesamo e di borragine, ma anche l’aceto di mele, lo sciroppo di riso integrale ed il miele.
La dieta alcalina negli ultimi anni è stata una tematica molto dibattuta tra i nutrizionisti, in quanto i pareri a riguardo sono molto discordanti e non esistono in realtà molte prove scientifiche a sostenere la tesi del dottor Young. La maggior critica mossa all’autore è che per via degli acidi gastrici presenti nello stomaco, ingerire presunti alimenti alcalini o acidi è indifferente poichè entrando a contatto con i succhi gastrici la basicità dell’alimento viene neutralizzata. Non si può negare, però, che la dieta alcalina se ben bilanciata possa apportare numerosi benefici in quanto invita a prediligere alimenti “vivi” di origine vegetale (in linea con le direttive internazionali in materia di prevenzione del cancro), riducendo i cereali raffinati, proteine animali e zuccheri, categorie alimentari che sono strettamente correlate all’insorgenza di numerose patologie metaboliche (come obesità e diabete), cardiovascolari ed altre malattie degenerative.