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Allarme istamina: attenzione ad alcuni alimenti che potrebbero causare intossicazioni

Nell’ultimo periodo avrete sicuramente sentito parlare di allarme istamina, riferito a prodotti in scatola come tonno, acciughe, ma cos’è l’istamina e quali gli effetti collegati alla sua ingestione?

Di cosa di tratta?
L’istamina è un mediatore chimico che lancia un allarme all’organismo quando sono ingerite sostanze che per lo stesso sono pericolose. Più semplicemente può essere considerato una risposta ad un’allergene, quindi la sua produzione aumenta in corrispondenza dell’assunzione di cibi ai quali siete allergici. Si intuisce da questa prima descrizione che è possibile trovarlo in quasi tutti gli organismi vegetali e animali e anche l’essere umano produce questa sostanza. La stessa viene però degradata da un enzima conosciuto come diaminossidasi (DAO), questo vuol dire che se anche assumete cibi che contengono istamina non si scatenano reazioni allergiche. Perché allora vi è un allarme istamina? Semplice, quando le quantità contenute nei cibi sono eccessive oppure vi è un cattivo funzionamento del sistema di degradazione, si ha un livello molto alto di questa sostanza all’interno dell’organismo e di conseguenza una vera e propria reazione allergica. La sintomatologia inoltre può essere correlata anche ad una vera e propria intolleranza all’istamina. L’allarme lanciato negli ultimi mesi è dovuto però ad una cattiva conservazione dei cibi che ha portato alla proliferazione di germi e batteri e quindi ad un’eccessiva concentrazione di questo enzima che ha come conseguenza vere e proprie intossicazioni.

Intolleranza all’istamina
L’intolleranza è difficile da diagnosticare perché ha una sintomatologia del tutto simile a quella di altri disturbi gastrointestinali, in particolare quelli della colite. È possibile avvertire crampi addominali, diarrea, mal di stomaco, flatulenza. Inoltre vi sono sintomi associati più comunemente ad allergie e intolleranze da contatto come prurito, orticaria, irritazioni dermatologiche, nausea, mal di testa, difficoltà respiratorie, tachicardia. La difficoltà diagnostica è dovuta al fatto che non sono disponibili test allergologici in grado di rilevarla, questo avviene perché non si tratta di allergia, ma di intolleranza e quindi non è coinvolto il sistema immunitario. L’intolleranza nella maggior parte dei casi è temporanea, quindi compare circa 40 minuti dopo che è stata ingerita la sostanza che la contiene e tende a scomparire quando per un certo periodo si evita di ingerire alimenti che la contengono.

Quali alimenti espongono a rischi
Gli alimenti che contengono istamina possono essere divisi in due categorie: la prima con alimenti ricchi di questo enzima e la seconda con gli alimenti che liberano molta istamina, cioè che inducono l’organismo a rilasciarne molta. Tra gli alimenti ricchi si ritrovano quelli stagionati come formaggi, salame, speck, contenuto elevato anche per molti pesci e tra questi non fanno eccezione quelli conservati come tonno e alici da cui è arrivato nell’ultimo periodo l’allarme istamina con ritiro dei prodotti dagli scaffali dei supermercati. Anche alcune verdure contengono una quantità elevata di questo enzima e in particolare pomodori, melanzane, crauti, spinaci. Tra le bevande, invece, vi è il vino rosso e un suo derivato, l’aceto. Tra i cibi che invece liberano istamina vi sono fragole, ananas, cioccolato, funghi, noci e bevande alcoliche in genere. Ovviamente una dieta per intolleranti deve essere condotta tenendo in considerazione queste indicazioni. Tra gli alimenti che è possibile mangiare serenamente vi sono pasta, riso, cereali e legumi che possono essere considerati primi piatti. Per la colazione vi è alternativa tra yogurt, latte, frutta. Può essere tranquillamente gustata anche la carne, mentre per il pesce deve essere preferito quello fresco. Via libera anche ad uova e per la frutta sono da preferire mele, pesche, mirtilli, prugne e uva.