miele

Il miele è un arma contro i super batteri resistenti agli antibiotici

Il miele è considerato fin dall’antichità un potente alleato per la salute. Gli antichi egizi lo utilizzavano già in cucina, ma soprattutto sapevano bene come impiegarlo per combattere alcuni disturbi, quali infezioni alle vie respiratorie o irritazioni della pelle. All’inizio del Novecento Don Giacomo Angeleri, figura ben nota nel campo dell’apicoltura italiana, parla per la prima volta del rapporto tra questo prodotto e il fiore da cui esso viene ricavato, ponendo le basi per il suo specifico utilizzo terapeutico.
Tra le varietà in commercio più comuni va ricordato che quello di acacia svolge un’importante azione antinfiammatoria per le infezioni della gola ed è un valido alleato per lenire i disturbi legati a patologie del tratto gastrointestinale. Quello di castagno favorisce invece la circolazione del sangue e aiuta a combattere le infezioni alle vie urinarie. Quello millefiori è infine un potente alleato per il fegato, il suo utilizzo costante lo aiuta infatti ad eliminare le tossine dal nostro corpo.

Le virtù di questo prodotto si tramandano poi di generazione in generazione grazie al sapere delle nonne.
Alla prima comparsa di tosse o raffreddore sono infatti loro le prime a consigliare di bere una tazza di latte caldo con il miele, oppure quando c’è un forte mal di gola sono sempre loro a portare un cucchiaino per prendere il prodotto direttamente dal vasetto.
Il potere ricostituente del prodotto gli è poi ben noto perché sono loro le prime che, in presenza di un malato che, per svariati motivi non può mangiare, portano un bicchiere d’acqua con sciolto un cucchiaino di miele all’interno. In questo modo sanno di offrire una riserva di energia immediatamente disponibile senza richiedere a lui alcuno sforzo.

La scienza ha recentemente iniziato a fornire alcune prove a sostegno della validità dei consigli dati dalle nonne, scoprendo inoltre che questo prodotto è anche una potente arma contro i batteri moderni resistenti agli antibiotici.

Il primo studio a sostegno di questa tesi è italiano ed è stato fatto all’Università La Sapienza di Roma nel 2011. In quell’occasione furono esaminate le proprietà del miele di timo ed eucalipto, scoprendo che entrambi svolgono un’importante azione battericida. Il loro impiego costante in caso di infezioni aiuta quindi l’organismo a distruggere i batteri, in particolare quelli patogeni.
Gli scienziati italiani scoprirono anche che queste particolari varietà di miele inibiscono le capacità dei batteri di comunicare tra loro, cosa che contribuisce a contenere l’infezione, salvaguardando così la salute dell’organismo.
Una ricerca svedese di qualche anno fa ha identificato inoltre nel miele una delle possibili soluzione al problema sempre più comune dell’inefficacia dei moderni antibiotici.
Gran parte delle varietà di prodotto in commercio contengono, secondo questo studio, circa tredici batteri buoni che, unendosi tra loro, formano un composto con azione antimocrobica attiva in grande quantità.
Studi svolti in laboratorio hanno dimostrato che applicando tale composto su alcuni agenti patogeni comuni si assisteva alla loro eliminazione.
Una recente ricerca australiana ha infine dimostrato che alcuni batteri, risultati resistenti agli antibiotici, sono stati sconfitti dalle proprietà antibatteriche e antimicrobiche di questo portentoso prodotto delle api.
I ricercatori sono ancora al lavoro e stanno attualmente lavorando sullo studio delle proprietà di oltre mille varietà di miele, al fine di identificarne le singole specificità e poterne individuare gli usi più opportuni.
Accanto all’azione antibatterica questo fantastico prodotto contribuisce, secondo i risultati ottenuti da questa ricerca, anche al riequilibrio della flora intestinale. Quando questa parte del corpo è in salute, le possibilità di ammalarsi diminuiscono quindi l’azione del miele nella tutela del benessere vale anche in questo senso.
Introdurre il miele nell’alimentazione può dunque rappresentare la svolta per combattere i prossimi mali di stagione, riuscendo a godersi pienamente l’inverno.