Dieta dissociata

La dieta Dissociata

La prima dieta dissociata, fu ideata da un gastroenteorologo americano Howard Rey, precisamente a cavallo tra il 1930 e il 1940.
Questa dieta dimangrante trova le sue fondamenta sul concetto che non tutti i cibi possono essere ingeriti parallelamente. Infatti il principio su cui è basato è la non associazione di alimenti che richiedono tempi digestivi diversi.E’ proprio quando ingeriamo cibi con tempi digestivi diversi che la nostra digestione si rallenta e quindi causa l’assorbimento dei nutrienti.
Una volta inquadrato il problema la prima soluzione che viene in mente è quella del ” monopiatto” e cioè di mangiare un solo tipo di alimento per volta, niente di più sbagliato. Ci sono infatti alcuni cibi che hanno tempistiche di digestioni, se non uguali, molto simili.E’ per questo importante capire che è importante fare gli abbinamenti dei cibi affinchè il nostro organismo assimili le calorie di cui ne ha bisogno.In linea di massima, potremmo subito fare una scissione tra il cibo proteico e i carboidrati. Generalmente non si associano cibi proteici come latte, carne, uova,pesce e formaggio a cibi con alto tasso di carboidrati come dolci, gelati e pasta.La dieta dissociata, non vieta l’assorbimento in una giornata di proteine o di carboidrati, ma ci indica in che modo assumerle entrambe, senza farle associare l’una con l’altra nei vari processi digestivi della giornata. Si prevede quindi un consumo dissociato di proteine e di carboidrati suddividendo i cibi durante una giornata a seconda se contengono proteine o carboidrati.Solitamente sono presenti 3 pasti giornalieri nel quale solo il 20% del fabbisogno giornaliero dovrebbe essere composto di proteine.E’ sconsigliato durante questa dieta, assumere liquidi nei 20 minuti successivi e precedenti all’assunzione dei cibi, in quanto potrebbero diluire i succhi gastrici. Le verdure crude di sera, sono altamente sconsigliate in quanto difficili da digerire.

Lo studio teorica de La dieta dissociata
Studiare la dieta dissociata significa inquadrare bene la digeribilità degli alimenti. 
Quando assumiamo proteine nello stomaco si attiva un attività a base di enzima pepsina che ha il compito di dividere e digerire le proteine.Il processo avviene in ambiente quindi abbastanza acido, in parte viene bloccato da amidi e zuccheri che sbloccano in qualche modo la digestione completa delle proteine.
I carboidrati invece hanno bisogno di un ambiente alcalino per essere digeriti, questo significa che una grossa quantità di proteine e di carbloidrati all’interno dello stomaco potrebbero trovarsi in una situazione troppo acida per la riduzione degli amidi, e troppo poca acida per una buona digestione delle proteine. Quindi la presenza di proteine o frutti acidi, diminuisce di conseguenza la digeribilità dei grassi.
In teoria quindi sembra facile intuire che non associando carboidrati a proteine si risolva il problema. Non è cosi semplice, e soprattutto la dieta dissociata non sempre porta a ottimi risultati e a volta può diventare noiosa e ripetitiva.
E’ infatti stato dimostrato che e diete dissociate sono lontane anni luce dalla dieta ideale, sono monotone e completamente illogiche: infatti la stragrande maggioranza degli alimenti semplici contiene già una mescolanza di macronutrienti (si pensi per esempio alle noci che contengono proteine, grassi e carboidrati). Quanto al fatto che promuoverebbero la miglior digestione, occorre rimarcare un concetto chiaro: un fisico sano può tranquillamente mangiare una bistecca e poi una mela; se ho problemi, la colpa non è certo dell’alimentazione, ma di una debolezza del mio apparato digerente. Seguire una dieta dissociata è come proibire al corpo di correre perché la corsa provoca un’accelerazione dei battiti cardiaci e potrebbe essere fatale al cuore! 
Diversi sono i pensieri scientifici su questa tipologia di diete, ma la parola FINE sembra essere arrivata dagli studi scientifici svizzeri . Per un mese e mezzo sono stati seguiti 57 soggetti obesi divisi in due gruppi, uno che seguiva una dieta dissociata e uno che seguiva una dieta bilanciata. Entrambi i gruppi seguivano un regime ipocalorico (1.100 kcal). Il gruppo che seguiva la dieta dissociata diminuì mediamente di 1,5 kg in meno rispetto a quello bilanciato. Ciò dimostra che perdere chili non ha alcuna relazione con le cosiddette combinazioni alimentari. Le diete dissociate inoltre non hanno nessun rispetto per i fabbisogni del nostro corpo: se abbiamo bisogno di carboidrati perché abbiamo compiuto uno sforzo impegnativo chi dice al nostro corpo che oggi è il giorno delle proteine? 
Moltissimi dietologi continuano a proporre le diete dissociate pur essendo a conoscenza che dal punto di vista scientifico la loro valenza è nulla.