Il problema della dermatite seborroica, un fattore genetico dove gioca un ruolo principale lo stress

dermatite seborroica

Se avere notato desquamazione in alcune zone del corpo e in particolare sul cuoio capelluto, nella zona inguinale e a questa si unisce anche prurito, è molto probabile che si tratti di dermatite seborroica. Di cosa si tratta, quali ne sono le cause e quali i rimedi? Ecco cosa dovete sapere.

La dermatite seborroica
È un disturbo piuttosto comune causato dalla presenza di un fungo: il Malassezia Furfur. Questo causa irritazione alla pelle che provoca lo sfaldamento delle cellule. Questo sfaldamento a sua volta sottopone la pelle a uno stress eccessivo e la sua reazione è produrre ancora un maggior numero di cellule, formando così crosticine. Questo disturbo si manifesta soprattutto in zone che sono ricche di ghiandole sebacee, ecco perché è frequente notare le squame sulla testa, nella zona del torace e spesso anche sul viso.

Cause
La prima cosa da dire la dermatite seborroica non è una patologia contagiosa, quindi non si trasmette. Le cause che possono scatenare questa reazione sono diverse. In primo luogo vi è il fattore genetico, cioè è molto più probabile che si manifesti in persone che hanno già avuto casi in famiglia. Inoltre incidono notevolmente anche altri fattori:
– stress: la vita frenetica può portare ad una reazione di tipo dermatologico. Ancora non sono ben conosciuti i meccanismi che portano alla manifestazione dei sintomi, ma si ipotizza una correlazione con gli effetti dello stress sul sistema nervoso centrale;
– variazioni ormonali;
– utilizzo di determinati farmaci come i corticosteroidi;
– deficienza del sistema immunitario, ad esempio in presenza di patologie debilitanti come HIV o AIDS;
– patologie neurologiche, infatti, la dermatite seborroica è particolarmente frequente nei pazienti colpiti da morbo di Parkinson;
– uso di saponi, detergenti aggressivi;
– tricotillomania, cioè l’abitudine di toccarsi spesso i capelli;
– fattori climatici come il caldo eccessivo, l’eccessiva umidità e di conseguenza l’eccessiva sudorazione.
Ad aggravare il disturbo vi è anche una scorretta alimentazione, ad esempio in caso di consumo eccessivo di dolci e grassi, mentre notevole aiuto può arrivare da prodotti ricchi di acidi polinsaturi come il pesce azzurro.

Rimedi per la dermatite seborroica
Per combatterla è bene munirsi di tanta pazienza, si tratta infatti di una patologia cronica e recidivante e usare prodotti ad uso topico specifici. Per tenere sotto controllo la sintomatologia è bene utilizzare shampoo che contrastano la crescita e proliferazione del fungo. Inoltre siccome la dermatite seborroica tende a causare la perdita di capelli, è possibile utilizzare shampoo che contrastano la miniaturizzazione del follicolo.
Per le altre zone della pelle caratterizzate dalla formazione di crosticine dovute alla dermatite seborroica è possibile utilizzare pomate e gel specifici. Questi contengono zinco, acido salicilico e solfato di selenio. Per quanto riguarda invece i farmaci, vengono prescritti dal medico nei casi più gravi, nella maggior parte dei casi si tratta di corticosteroidi.
Per chi ama i rimedi della nonna, in erboristeria è possibile trovare diversi prodotti basati su principi attivi di origine naturale che regolano la produzione di sebo e sono antinfiammatori.

Rimedi naturali
In erboristeria per combattere la dermatite seborroica è possibile trovare prodotti a base di olio di borragine o olio di mandorle dolci, questi hanno proprietà emollienti e antinfiammatorie. L’olio di melaleuca, invece, ha proprietà antisettiche e rinvigorenti. Altri prodotti possono essere a base di echinacea che ha proprietà antibatteriche, mentre l’iperico è un importante anticicatrizzante. In erboristeria è possibile comprare anche opercoli a base di tarassaco, fumaria e bardana che aiutano a depurare l’organismo da scorie e tossine.

Occhi rossi? Potrebbe essere congiuntivite, da capire se sia virale, batterica o allergica.

congiuntivite

La congiuntivite è un problema molto comune, se anche a voi è capitato di risvegliarvi con un occhio rosso, ecco cosa dovete sapere.

Cos’è la congiuntivite
La congiuntivite è un’infiammazione della congiuntiva, cioè la membrana trasparente che ricopre il bulbo oculare e la parte interna della palpebra. Causa rossore, lacrimazione eccessiva e spesso è associata anche a dolore. Negli ultimi anni è sempre più frequente perché lo smog, i pollini, il freddo, l’aria condizionata e gli ambienti eccessivamente secchi di inverno possono contribuire alla formazione di questo disturbo. La prima cosa da dire è che la congiuntivite può avere diversa origine, ecco le più comuni.

Congiuntivite batterica
È causata dalla presenza di batteri ed è frequente in chi normalmente si trova in ambienti con condizioni igieniche precarie. È bene porre molta attenzione perché può essere trasmessa anche quando si condividono asciugamani, colliri. La congiuntivite batterica si manifesta prevalentemente con sensazione di fastidio alla vista e agli occhi. Di solito regredisce da sola nell’arco di qualche giorno. Silo in rari casi dura settimane.

Congiuntivite virale
È causata da un virus, ma per evitarla non basta stare lontani da persone che manifestano i sintomi perché questa viene trasmessa anche nella fase asintomatica. Questa forma molto spesso è associata a infezioni virali che coinvolgono le alte vie respiratorie, oppure herpes simplex, herpes zoster. Il contagio può avvenire anche in seguito all’uso di asciugamani utilizzati già da persone con l’infezione oppure tramite saliva. I sintomi che possono far pensare ad una congiuntivite di origine virale sono lacrimazione, palpebre gonfie, notevole fastidio provocato dalla luce, oltre al classico sintomo contraddistinto dagli occhi rossi. Per distinguere una forma batterica da una forma virale si può fare riferimento alle lacrime, che nella forma virale sono più liquide e non appiccicose, a differenza di quella batterica. Inoltre la fotofobia è più marcata nell’infezione virale.

Congiuntivite allergica
Molto frequente negli ultimi anni, è causata dalla presenza/contatto con un allergene. Il classico esempio è dato dalla congiuntivite dovuta al polline. In questo caso si manifesta anche il prurito, oltre ai classici sintomi presenti con questo disturbo, e le secrezioni sono di colore biancastro. Il trattamento per i sintomi in questo caso consiste nell’uso di una collirio antistaminico.

Le altre forme sono:
– micotica, cioè causata dalla presenza di un fungo. Si tratta di una forma rara, spesso asintomatica che però può degenerare in un granuloma oculare con lesioni della congiuntiva;
– irritativa, causata da agenti chimici;
– attinica dovuta a un eccessiva esposizione al sole;
– catarrale caratterizzata da secrezioni giallo/verdognole.

Diagnosi e trattamento
Purtroppo non sempre è facile diagnosticare una congiuntivite, questo perché i sintomi sono comuni a diversi disturbi, inoltre gli occhi rossi possono essere causati anche da un’irritazione dovuta all’uso di lenti a contatto. La giusta diagnosi è però importate in tutte quelle forme particolarmente rilevanti in cui la sintomatologia non sparisce nell’arco di pochi giorni. Ecco perché può essere necessario chiedere consulto ad un medico e in molti casi può essere necessaria la diagnosi di un oculista. Nei casi meno gravi la cura mira ad attenuare la sintomatologia, si utilizzano quindi colliri analgesici, lubrificanti e umettanti a cui possono essere associati anche dei farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene. Gli impacchi freddi sugli occhi sono, invece, un pratico rimedio per alleviare il fastidio, decongestionare e sgonfiare le palpebre. In presenza di una congiuntivite di origine virale può essere necessario assumere degli antivirali.

Torta pan di stelle: facile da preparare buonissima da gustare

torta pan di stelle

Ingredienti:

  • 500 g di biscotti pan di stelle
  • 500 ml di panna fresca
  • 400 g di crema spalmabile alle nocciole e cacao
  • 50 g di zucchero a velo
  • 40 g di burro fuso
  • latte

TEMPO: 20 MINUTI

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:

1)Prendi la metà dei biscotti e tritali, puoi usare un qualsiasi frullatore o sbriciolarli molto finemente con le mani, aggiungi il burro fuso e mescola accuratamente.

2)Versa il composto nella tortiera su cui avrai sistemato in precedenza un foglio di carta forno e, aiutandoti con il dorso di un cucchiaio, pressalo bene affinché riempia in maniera uniforme tutto il fondo, dopo di che riponi il testo in frigorifero per una ventina di minuti, in modo tale che si compatti a sufficienza.

3)Adesso monta la panna con lo zucchero a velo e fai sciogliere a bagnomaria la crema alle nocciole. Togli dal frigo lo stampo con la base, che nel frattempo si è solidificata, e versaci sopra la crema al cioccolato, livellandola con una spatola, poi aggiungi uno strato di panna (la metà di quella a disposizione) spalmandola bene.

4)A questo punto inzuppa leggermente i biscotti rimasti interi nel latte e disponili sulla panna montata, poi ripeti gli strati nell’ordine descritto sopra, terminando con i biscotti asciutti. Ecco che la tua torta pan di stelle è completata, ora non resta che metterla in frigorifero per almeno quattro ore, trascorse le quali sarà pronta per essere estratta dalla tortiera e gustata. Se invece hai meno tempo a disposizione, puoi accelerare il procedimento ponendola nel freezer per un’oretta e tirandola fuori trenta minuti prima di poterla servire. 5)Il risultato è assicurato; la torta pan di stelle è adatta per tutte le occasioni, particolarmente indicata per le feste di compleanno, ottima per la colazione e la merenda o come dessert a fine pasto. Sorprenderai i tuoi ospiti con questa delizia senza aver trascorso ore intere in cucina.


Consigli utili


Per assecondare i gusti personali potrai, inoltre, fare delle variazioni: ad esempio, sostituire la panna con della ricotta vaccina o la crema spalmabile al cacao con il cioccolato fondente o altri tipi di creme. Come vedi questo dolce si presta a molteplici versioni ma sempre tutte golose ed invitanti.

Dieta del semaforo: mangiare tutto senza eccedere in nulla

dieta del semaforo

Chi desidera dimagrire e perdere i chili di troppo accumulati spesso cede alla tentazione di provare le diete più svariate. Ne esistono infatti moltissime, di tanti tipi diversi, ma dovete sempre prestare mota attenzione a quella che scegliete perché non tutte sono state stilate da nutrizionisti esperti e possono fare più male che bene. Ci sono infatti regimi alimentari che privano il corpo di sostanze nutrienti importanti per un periodo di tempo troppo prolungato, finendo per debilitare il fisico. Altre ancora non servono a perdere realmente grasso, ma fanno solo sgonfiare, in modo tale che, una volta che si smette di seguire la dieta, si finisce per riprendere i chili persi solo in apparenza. Ci sono poi diete che si basano su principi più equilibrati, come ad esempio la dieta del semaforo.

Che cos’è la dieta del semaforo e cosa prevede

La dieta del semaforo ha un nome curioso che fa più pensare al codice della strada che ad un regime alimentare, ma si basa su un criterio molto semplice quanto efficace. Il segreto di una buona dieta non è affamarsi, nè privarsi di tutto ciò che vi piace. Ciò che importa è mangiare in modo sano, non eccedendo con i cibi che potrebbero nuocere a salute e linea, calibrando correttamente quelli che invece servono a rafforzare e incrementare le funzionalità corporee. Se vi mettete a dieta avete uno scopo da raggiungere: perdere grasso, non perdere peso. Questo è quello che la dieta del semaforo garantisce attraverso una lista di alimenti contrassegnati da tre colori, quelli del semaforo, appunto: rosso, giallo e verde.

I principi base della dieta del semaforo

I cibi rossi sono quelli a cui bisogna prestare attenzione, da evitare. I cibi gialli sono quelli da consumare con moderazione; infine i cibi verdi sono quelli da poter assumere senza problemi. Seguendo lo schema indicato, e ricordandovi sempre di mangiare in modo regolare, è possibile perdere il grasso in eccesso accumulato dal corpo perché si risveglia il metabolismo. Mangiare in modo equilibrato significa anche non saltare alcun pasto: la dieta del semaforo prevede infatti i tre pasti principali, oltre alla colazione, che è fondamentale per mettere in movimento il metabolismo.

Quali sono i cibi rossi, quali i cibi gialli e quali i cibi verdi nella dieta del semaforo

Diamo ora un’occhiata più da vicino a quali sono i cibi sconsigliati, quelli consigliati e quelli a cui fare attenzione se seguite la dieta del semaforo. Tra gli alimenti rossi troviamo il pane e il riso bianco, la pancetta e le salsicce, il burro, il mais e le patate. Sono inoltre da evitare gli alcolici, i biscotti e la marmellata, i formaggi grassi e i crackers. Tra gli alimenti da consumare con moderazione, quindi contrassegnati dal colore giallo, ci sono la carne di agnello e di maiale, il pane integrale e la pasta cotta al dente, uova, banane e arachidi. Tra gli alcolici viene indicato il vino rosso, che quindi può essere bevuto, ma senza esagerare. Infine gli alimenti verdi sono la carne di pollo e tacchino, il riso integrale e i legumi, i funghi e gli spinaci, i pesci magri come il merluzzo e tutta la frutta di colore rosso, oltre a mele, pere e arance.

Risotto ai frutti di mare: ricetta trucchi e segreti per un primo da leccarsi le dita

risotto ai frutti di mare

Ingredienti per 4 persone:

  • 320 g di riso carnaroli
  • 500 g di cozze
  • 500 g di vongole
  • 500 g di gamberi
  • 500 g di calamari
  • 250 ml di brodo di pesce
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio extravergine di oliva
  • Prezzemolo
  • Sale
  • Pepe

TEMPO: 35 MINUTI

COTTURA: PENTOLA

DIFFICOLTA’: MEDIA


PASSO PER PASSO: 


1)Prima di tutto è necessario pulire e preparare il pesce: spazzolate bene le cozze con una retina d’acciaio sotto l’acqua corrente e mettete le vongole a bagno in acqua fredda per almeno un’ora.
Eviscerate e spellate i calamari, lavateli sotto acqua corrente e poi tagliateli ad anelli.
Private i gamberi della corazza e mettete a bollire le teste in una casseruola con 250 ml di acqua per ottenere il fumetto di pesce.

2)Cozze e gamberi vanno cotti in due casseruole distinte, copritele e cuocete a fuoco vivo fino a quando tutte le conchiglie saranno aperte. A questo punto sgusciate cozze e vongole e filtrate con un colino l’acqua di cottura, tenendola da parte.
Ricordate di tenere da parte qualche cozza e vongola intera per la guarnizione del piatto.

3)In una padella ampia fate rosolare uno spicchio d’aglio con olio extravergine d’oliva, aggiungete i calamari e i gamberi sgusciati. Sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e lasciate cuocere per qualche minuto, fin quando i calamari saranno diventati teneri ma non gommosi.
Aggiungete cozze e vongole e lasciate rosolare circa due minuti.

4)Nella stessa padella del pesce aggiungete il riso e fatelo tostare, aggiungendo l’altro mezzo bicchiere di vino bianco e ricoprite il riso con il fumetto di pesce; proseguite la cottura aggiungendo poco alla volta l’acqua di cozze e vongole.

5)Quando il riso sarà cotto, regolate di sale e pepe e lasciate riposare per qualche minuto a fuoco spento.

6)Impiattate il risotto ai frutti di mare guarnendolo con un ciuffo di prezzemolo e con le cozze e le vongole intere che avete tenuto precedentemente da parte.

 

 

Scaloppine al limone: la vera ricetta che si prepara in pochi minuti

scaloppine al limone

Ingredienti per 8 persone:

  • 500 g di fettine di carne di vitello
  • 50 g di succo di limone
  • Farina
  • 40 g di burro
  • Sale
  • Pepe

TEMPO: 18 MINUTI

COTTURA: PADELLA

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:


1)Innanzitutto bisogna battere le fettine di vitello con un batticarne coprendole con della carta forno per evitare che le fibre si rompano. Di seguito si procederà ad infarinarle. Chi è intollerante al glutine potrà utilizzare la farina di mais o l’amido di riso.

2)Una volta infarinate sarà necessario farle rosolare per quattro/cinque minuti a fuoco lento in una padella con del burro. Poiché i tempi di cottura sono rapidi e dipendono anche dallo spessore che la carne ha, è consigliabile non spostarsi dai fornelli.

3)Durante la fase di rosolatura le si potranno salare e si potrà aggiungere del pepe a proprio gradimento.

Pian piano si aggiungerà il succo di limone. Si lascerà cuocere la carne con il succo ancora per due o tre minuti a fiamma dolce.

4)Non appena avrete notato che la salsa inizierà a rapprendersi diventando una corposa cremina potrete spegnere i fornelli e servire le vostre deliziose scaloppine al limone.

Riponetele nei piatti e gustatele calde.


Consigli utili


Qualora abbiate voglia di dare loro un sapore aromatico, potrete profumarle con del rosmarino o con del timo.

Per completare il vostro secondo potrete accompagnare le scaloppine al limone con delle patate fritte o al forno, dell’insalata verde, dei carciofi o dei funghi.

Un ultima cosa da capire è la bibita da mettere a tavola accanto alla scaloppina.

Si consiglia un vino bianco come il Vermentino, il Verdicchio di Iesi o della buona Falanghina, ossia un vino abbastanza strutturato ma che abbia una buona acidità.