Fusilli con gamberi e zucchine

fusilli con gamberi e zucchine

Ingredienti per 2 porzioni:

  • 170g di fusilli
  • 160g di pomodorini maturi
  • 160g di zucchine
  • 110g di gamberi puliti
  • 30g di cipolle a fettine
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • Sale
  • Pepe

Soffriggete le fettine di cipolla con olio di oliva extravergine.


Spellate i pomodorini dopo averli immersi nell’acqua bollente, tagliateli a pezzetti e aggiungeteli nella padella con la cipolla e l’olio.


Una volta che il pomodoro appassisce aggiungete nella padella le zucchine tagliate a fettine e fate cuocere per circa 5 minuti a fuoco moderato.


Versate gamberetti sale e pepe e mescolate per 5 minuti facendo cuocere a fuoco moderato. A fine cottura aggiungete il prezzemolo tritato e spegnete il gas.


Fate cuocere i fusilli al dente scolandoli direttamente nella padella.


Accendete il fornello e mescolate tutto insieme per circa 2 minuti a fuoco lento.

 

La depilazione con luce pulsata per dire addio ai propri peli

depilazione con luce pulsata

La depilazione con luce pulsata è una valida soluzione e può garantire degli ottimi risultati per eliminare il problema dei peli superflui. Tuttavia, è importante conoscere quali sono i reali vantaggi e come viene svolto questo trattamento. I peli possono trasformarsi in un vero e proprio incubo per molte donne che pur di non arrendersi cercano di combatterli con cerette, lamette o rimedi poco idonei che a lungo andare potrebbero danneggiare la pelle. Al giorno d’oggi vi sono però molti modi per risolvere questo problema: in particolare, la luce pulsata è una soluzione quasi definitiva. Sono tantissime infatti le donne che desiderano optare per una depilazione con luce pulsata definitiva e dire addio ai peli superflui. In questo modo si potranno avere sempre delle gambe lisce e perfette senza più preoccuparsi di fare la ceretta o di utilizzare costantemente creme depilatorie. Sbarazzarsi di questo fastidio significa poter indossare una minigonna o il costume da bagno senza dover necessariamente rivolgersi all’estetista.
La prima cosa da fare è capire che cos’è la depilazione con luce pulsata: questa tecnica altro non è che un dispositivo elettronico che viene usato per eliminare definitivamente i peli superflui. Questa tipologia di epilazione non colpisce direttamente i peli, ma agisce sul follicolo pilifero mediante la trasmissione di energia luminosa. l peli contengono la melanina che a sua volta, quando assorbe la luce, va a modificare la conformazione del bulbo pilifero.
In realtà, per ottenere i risultati desiderati occorre considerare che la luce pulsata non può essere eseguita in qualsiasi momento, al contrario bisogna ricorrere a questa tecnica durante una fase specifica della crescita del pelo, denominata anagen, ossia “fase di crescita”. Questo accorgimento è molto importante, poiché quando i peli non sono ancora visibili contengono una quantità maggiore di melanina e sono maggiormente sensibili alla luce. Per questo motivo si otterrà maggiore efficacia e gran parte dell’energia verrà del tutto trasmessa al bulbo.
Qualora i peli fossero già spuntati e risultassero eccessivamente lunghi, questo metodo non garantirebbe la stessa efficacia, poiché l’energia si andrebbe a dissolvere lungo tutto il pelo. Quindi è indispensabile agire sui peli durante la loro fase di sviluppo, tenendo conto che un’unica seduta con la luce pulsata non basterebbe. A tal proposito è consigliabile eseguire questo trattamento in più sedute.
Dopo aver chiarito in cosa consiste il trattamento con la luce pulsata è buona norma tener conto di un altro fattore fondamentale, ovvero per chi è più indicata questa depilazione, che purtroppo non può garantire gli stessi risultati per tutti.
La validità di questo sistema, infatti, può dipendere da vari aspetti tra cui la carnagione e la tipologia del pelo. Per tutte coloro che hanno i peli chiari tendenti al rosso o al biondo è meglio escludere questo trattamento in quanto questo tipo di peli contiene una scarsa quantità di melanina. Allo stesso modo, chi ha una carnagione scura oppure molto abbronzata non dovrebbe ricorrere a questo metodo, poiché l’energia potrebbe non individuare correttamente i peli superflui. Le donne che hanno invece la pelle chiara e i peli scuri possono ottenere i migliori risultati con la luce pulsata, poiché è la situazione ideale per questo tipo di soluzione.
Tuttavia, è buona norma non trascurare degli accorgimenti specifici in nessuna circostanza: la luce pulsata non deve mai essere utilizzata in presenza di tatuaggi, nei, macchie, vene varicose, cicatrici, lentiggini e capillari.
A questo punto non resta che chiedersi: la luce pulsata è davvero così efficace? Vale la pena optare per questo metodo? Sarà possibile dire addio ai peli superflui? Per quanto la luce pulsata venga definita un metodo “definitivo”, occorre accettare la dura realtà, ovvero che i peli non spariranno per sempre. L’efficacia di questo trattamento consiste precisamente in una riduzione di circa il 70% dei peli, eseguendo dalle 6 alle 10 sedute per circa 2 o 3 settimane. Inoltre, per contrastare la ricomparsa dei peli è indispensabile eseguire il trattamento almeno due volte l’anno. Anche se non è un metodo completamente definitivo, questa drastica diminuzione dei peli può essere motivo di felicità e soddisfazione per moltissime donne, che potranno finalmente tirare un respiro di sollievo qualora volessero indossare il bikini o la minigonna preferita e sfoggiare un look impeccabile senza alcun tipo di disagio.
Si può ricorrere a questo tipo di soluzione presso i centri specializzati, ma al giorno d’oggi è possibile reperire in commercio alcuni dispositivi progettati appositamente per eseguire il trattamento autonomamente a casa propria, in modo tale da ottenere anche un notevole risparmio, sempre tenendo conto delle precauzioni già accennate in precedenza.
Infine, occorre sottolineare che la depilazione con luce pulsata può provocare degli effetti collaterali come irritazione, arrossamento o secchezza della pelle, soprattutto quando il macchinario viene utilizzato ad un’elevata potenza. È inoltre consigliabile evitare l’esposizione al sole almeno due giorni prima e dopo aver eseguito il trattamento ed è meglio non applicare sulla pelle lozioni o profumi che potrebbero causare irritazioni.

Dieta della pizza: un sogno che si avvera per tutte le persone a dieta

dieta della pizza

La dieta della pizza è una valida soluzione per tutti coloro che desiderano perdere i chili in eccesso senza rinunciare ad uno dei piatti più apprezzati ed amati in tutto il mondo. Inoltre, questa specialità è considerata da molti una vera e propria nemica della forma fisica, poiché si crede che faccia ingrassare. In realtà non è proprio così: questo alimento può diventare l’elemento principale di un regime sano ed equilibrato che contribuisce alla perdita di peso per raggiungere la propria linea. Naturalmente qualsiasi pasto, consumato in enormi quantità, può provocare quel fastidioso accumulo di adipe, gonfiore e chili in eccesso, ma seguendo una dieta sana con la giusta costanza si potranno evitare questi spiacevoli inconvenienti e raggiungere il peso ideale. Non resta quindi che scoprire come funziona la dieta della pizza e cosa comporta questo regime alimentare.
Sicuramente l’idea di un’alimentazione basata sul consumo di pizza potrebbe attirare l’attenzione di molti, ma è bene non farsi prendere troppo dall’entusiasmo, poiché per quanto questo piatto possa essere prelibato, ciò non significa consumare la pizza a volontà fino a quando ci si sente completamente sazi.
Innanzitutto è opportuno comprendere in cosa consiste la dieta della pizza e perchè viene chiamata in questo modo. Si tratta precisamente di un regime molto ipocalorico, attraverso il quale è possibile concedersi il consumo di pizza, ma in quantità limitate. Tuttavia, è importante approfondire in quale modo bisogna seguire questo tipo di alimentazione, quali sono i risultati che si possono ottenere e soprattutto se è il caso di intraprendere questo tipo di dieta.
Dunque, per tutti coloro che sperano di poter consumare un’intera pizza ogniqualvolta lo desiderano è meglio non illudersi e scoprire in cosa consiste questo regime appetitoso ed allo stesso tempo efficiente per la salute e il proprio stato di benessere.
La dieta della pizza consiste nel consumare una fetta di pizza al posto dei pasti. Ebbene sì, ciò significa che è possibile concedersi una fetta di pizza in sostituzione di pasti come pollo alla griglia, salmone o i vari alimenti ipocalorici. È sicuramente un grande vantaggio per tutti gli amanti della pizza, poiché aiuta ad evitare questo tipo di sacrificio, essendo un piatto estremamente irrinunciabile.
È anche vero che per quanto tutto ciò possa sembrare particolarmente allettante, occorre considerare che questo tipo di regime non è poi così permissivo, al contrario, questa dieta corrisponde a circa 1200 calorie giornaliere, il che è un valore calorico piuttosto basso, anche per coloro che hanno un metabolismo lento.
A questo punto, per avere le idee chiare, non resta che fornire un esempio di cosa è possibile mangiare a colazione, pranzo e a cena per seguire la dieta della pizza.
Ad esempio, la colazione non è poi così abbondante, infatti prevede di consumare uno yogurt magro con circa 20 grammi di cereali più un frutto. In alternativa, si può anche optare per due fette biscottate integrali accompagnate da un bicchiere di tè e mezzo cucchiaino di marmellata. Infine, per colazione si possono anche consumare circa 30 grammi di cereali integrali e mezzo bicchiere di latte, il quale deve essere totalmente scremato.
Per quanto riguarda lo spuntino, ci si potrà accontentare di un frutto di stagione oppure optare ancora per lo yogurt magro.
A pranzo è possibile variare tra alimenti come insalata con mozzarella (circa 100 grammi) con del prosciutto, oppure al posto della mozzarella e del prosciutto si può consumare dell’avocado e del petto di pollo alla griglia, non oltre i 100 grammi. Si può anche optare per una buona frittata di patate (60 grammi) da abbinare al mais e all’insalata, degli spinaci cotti in padella accompagnati da pane integrale o delle zucchine al forno abbinate a del formaggio fresco. Infine è possibile consumare un pranzo semplice, a base di pollo alla griglia (100 grammi) con gli spinaci come contorno.
Naturalmente è opportuno variare sempre questi piatti durante la settimana, ma basterà notare sin da subito che si tratta di pasti davvero leggeri e poco nutrienti, quindi consumare la pizza a cena significa comunque fare delle notevoli rinunce durante il pranzo.
La dieta della pizza permette quindi di consumare questo amatissimo piatto durante la cena, facendo però attenzione a non eccedere nei condimenti. Difatti, è buona norma evitare i condimenti particolarmente grassi, poiché potrebbero incidere negativamente su tutte le rinunce fatte durante il giorno, sia a colazione che a pranzo e quindi tutti i sacrifici risulteranno inutili.
A questo punto non resta che chiedersi: la dieta della pizza funziona davvero? È possibile favorire la perdita di peso? Questo regime alimentare funziona e permette di ridurre i chili in eccesso. Tuttavia, è buona regola sottolineare che una dieta così misera comporterebbe la riduzione della massa muscolare, anziché eliminare l’accumulo di grasso. Trattandosi di una dieta poco equilibrata e particolarmente limitativa, potrebbe non favorire la perdita di peso ideale, che è un percorso da seguire con molta attenzione e costanza, onde evitare di ridurre drasticamente la massa buona mentre l’accumulo di adipe risulterà più difficile da eliminare.

Quali caratteristiche deve avere la crema solare per essere realmente protetti

crema solare

Ovviamente l’estate per tantissime persone, sia uomini che donne, fa rima con abbronzatura. Ma avere un aspetto estetico che possa essere di quelli desiderati è bene considerare alcuni elementi importantissimi. Uno dei principali è sicuramente la crema solare che bisogna scegliere per garantire alla propria pelle un aspetto integro e che soprattutto non comporti conseguenze importanti per l’organismo.
Innanzitutto la prima cosa a cui è bene fare attenzione è il tipo di formulazione che si desidera. D’altronde in farmacia o anche presso altri rivenditori si possono trovare diversi tipi di prodotti solari: dai gel alle creme passando anche per spray e latte. Insomma ce ne sono davvero per tutti i gusti e soprattutto per fare in modo che chiunque possa trovare la soluzione più adatta per le proprie esigenze. Ovviamente usare il tipo di formulazione che si desidera è un aspetto di primaria importanza in quanto si ha modo di usare la protezione solare in maniera corretta. E sicuramente l’ampia scelta di prodotti disponibili in commercio viene in aiuto di chi ha bisogno di un prodotto solare per la propria pelle.
Va considerato anche un altro aspetto ovvero l’SPF. Per molti è una dicitura che non rimanda a nulla ma coloro che sono più pratici di cosmesi e di creme solari dirà molto. Questo non è altro che l’indice di protezione solare che è un numero che rappresenta quanto quella formulazione è in grado effettivamente di proteggere il corpo da conseguenze spiacevoli come un eritema. I numeri che vengono scelti per questo codice vanno da 6 a 50+ e bisogna opportunamente valutare la propria condizione prima di acquistare un certo prodotto. Ecco perché è bene sottolineare che bisogna scegliere nella maniera più corretta possibile il tipo di crema e di SPF che si vuole avere a disposizione: per fare una stima di quello relativo alla propria pelle si tiene conto della capacità di indurre rossore non appena ci si espone al sole. Ecco perché, giusto per citare qualche esempio, una carnagione molto chiara dovrebbe puntare su una protezione con SPF elevato in maniera tale da avere a disposizione uno schermo completo per la pelle. Diverso il discorso per coloro che hanno una carnagione più scura e che perciò tenderebbero a sviluppare una normale abbronzatura in tempi certamente più rapidi del normale.
Inoltre bisogna anche valutare tra i tanti prodotti che si trovano attualmente in commercio quelli che possono avere meccanismi d’azione convenienti. Basti pensare a quelle creme che sono water resistent, ovvero che resistono all’acqua. D’altronde non è una novità che le persone amino bagnarsi ogni tanto durante l’esposizione ai raggi solari. Ma grazie a determinate creme resistenti all’acqua non c’è bisogno più di riapplicare la crema non appena si esce dall’acqua. Si potrà avere a disposizione così una efficiente protezione anche in seguito al bagno. Ci sono prodotti che hanno un livello di resistenza variabile: anche in questo caso si può scegliere in base alle caratteristiche di ogni singola formulazione. Molte delle creme e prodotti solari oltre che essere resistenti all’acqua sono anche resistenti al sudore, aspetto che spesso causa il dover ricorrere continuamente a spalmare la crema.
Va considerato tra gli elementi fondamentali per la scelta della miglior crema solare anche la persona che dovrà utilizzarla. Questo vuol dire che, ad esempio, se la usa un bambino o una persona anziana è bene puntare su un prodotto che abbia una protezione elevata. Ciò perché si tratta dei soggetti più a rischio in quanto hanno la pelle più sensibile verso i raggi solari per cui possono andare incontro a fastidiosi disturbi cutanei che possono creare non poco fastidio.
Inoltre un altro elemento importante è il tipo di attività che si svolge durante l’esposizione solare. Basti pensare che se si pensa ai più giovani, essendo in continuo movimento sotto il sole è bene scegliere una crema che abbia una protezione alquanto elevata. Mentre se si ha unicamente intenzione di passare giusto qualche ora al sole per un po’ di abbronzatura si potrebbe anche scegliere una protezione più bassa e che perciò potrà garantire un’esposizione vantaggiosa dal punto di vista estetico. Sicuramente non ci si può dimenticare di quanto sia importante applicare regolarmente la crema solare e soprattutto nella maniera migliore possibile. Il che vuol dire che si può partire con una protezione alta nei primi giorni dell’esposizione solare arrivando poi a delle protezioni mano a mano più basse. In questo modo ci si abbronzerà effettivamente senza dover fare i conti con fastidiosi pruriti ed irritazioni.
Sarebbe bene valutare anche il tipo di prodotto che si vuole usare in base alle caratteristiche e agli ingredienti. Ci sono apposite formulazioni che sono biocompatibili, il che significa che si sposano alla perfezione con le cellule della pelle senza causare alcun problema. Queste creme hanno un’azione molto positiva andando così a favorire un corretto turnover cellulare degli strati superficiali della pelle. Un elemento di certo non poco trascurabile. Così come si può considerare un’altra ottima caratteristica di alcuni tipi di prodotti, ovvero quella di essere ecocompatibili, ovvero senza ingredienti che in qualche modo potrebbero andare ad inquinare l’ambiente.
Vanno valutati anche ingredienti che possono aver determinato allergie in passato: questo significa che quando ci si trova a dover scegliere la crema solare non bisogna mai andare a casaccio bensì con molta razionalità. Guardando alle proprie esigenze si può facilmente trovare la crema solare che possa essere più adatta per le proprie esigenze.

Eritema solare: sintomi, cause, prevenzione e rimedi

eritema solare

Con l’arrivo della bella stagione inizia ovviamente quella che è la preoccupazione per il possibile sviluppo di un eritema solare. D’altronde in seguito all’esposizione al sole è proprio questa una delle conseguenze più fastidiose non solo per chi ha una pelle particolarmente delicata. Va considerato che l’eritema solare è una vera e propria ustione di primo grado che perciò va opportunamente trattata in maniera tale da evitare conseguenze ben più fastidiose. La comparsa dell’eritema avviene solitamente dopo 6 ore dall’esposizione al sole e i segni più evidente sono del tutto inconfondibili. Infatti questo disturbo della pelle si presenta sotto forma di irritazione e rossore notevole in alcune parti del corpo, oltre a bollicine e prurito continuo nelle zone arrossate. Quando si sviluppa un eritema appare evidente che la pelle è stata aggredita dall’esposizione solare. Chiaramente un’esposizione eccessiva al sole può determinare scompensi importanti: basti considerare che nel momento in cui si notano i segni dell’eritema è bene provvedere in modo veloce. Anche perché continuare con l’esposizione al sole può determinare scottature alla pelle ben più gravi.
Bisogna innanzitutto specificare che l’eritema solare non è altro che un’infiammazione della pelle che determina rossore agli strati superficiali della pelle. Il meccanismo che scaturisce in seguito all’eccessiva esposizione alla pelle non è altro che un qualcosa che l’organismo stesso aziona come sua difesa. Ecco perché il tipo di eritema che si sviluppa dipende comunque da alcuni fattori di grandissima importanza come, ad esempio, la durata dell’esposizione o anche il tipo di raggi a cui ci si è sottoposti.
Per quanto concerne le cause è bene sottolineare un aspetto di fondamentale importanza e cioè che alla base di questo disturbo ci sono i raggi UV. In particolare questi raggi hanno la capacità di andare ad agire direttamente sulle cellule degli strati più superficiali dell’epidermide. Un’esposizione alquanto eccessiva può determinare modifiche a livello del DNA delle cellule che così non avranno la capacità di portare a termine le proprie funzioni nella maniera corretta. Questo fa sì appunto che le cellule risultino come danneggiate e perciò il sistema immunitario si attiva facendo in modo da espletare la sua funzione. Nel momento in cui le attacca determina il rilascio di istamina, ovvero la molecola che causa il tipico rossore dell’infiammazione. Tra le cause perciò non si può non annoverare un’anomala esposizione ai raggi solari: ecco perché esporsi nelle ore più calde della giornata o anche per tempi eccessivamente lunghi potrebbero non essere affatto delle corrette abitudini. Da considerare che molti soffrono di questo disturbo della pelle anche in seguito alle lampade, ovvero quei sistemi con cui si riesce ad ottenere un’abbronzatura pur non esponendosi al sole. Anche l’uso di creme solari non adatte alla propria pelle e poco specifiche può determinare problemi di un certo livello per la pelle causando perciò conseguenze importanti.
La prevenzione assume un’importanza decisamente notevole per quanto concerne l’eritema solare. D’altronde avere la possibilità di prevenire è sicuramente meglio rispetto a doversi mettere all’opera per curarlo, come dice il celebre proverbio. Ci sono alcune ottime indicazioni di cui bisogna tener conto per fare in modo da tener lontano qualsiasi pericolo legato all’eritema. Innanzitutto è bene evitare un’esposizione ai raggi solari nel periodo estivo durante la fascia oraria tra le 12 e le 15. Queste sono le ore dove i raggi risultano essere particolarmente penentranti sulla pelle e quindi possono alterare facilmente il DNA delle cellule dell’epidermide. Oltre a dover utilizzare delle opportune protezioni che possano schermare in maniera efficiente i raggi UV del sole. Senza dimenticare che quando ci si espone al sole per periodi prolungati è bene assumere anche alcuni nutrienti con la dieta: un ottimo esempio perciò sono vitamina A, E e C che sono ottime per la protezione degli strati superficiali della pelle che così non risentono del pericolo dei raggi solari. Garantire una corretta idratazione è un’altra delle tecniche maggiori da usare nel momento in cui si vuole prevenire effettivamente l’eritema. Ciò vuol dire che è bene bere almeno un paio di litri di acqua al giorno e assumerne buone quantità anche mentre ci si espone al sole. In questo modo la pelle non si asciugherà e sarà sempre correttamente idratata.
Parlando invece dei rimedi, bisogna sottolineare che esistono svariate possibilità da sfruttare al giorno d’oggi per curare l’eritema solare. Si parte con quelli farmacologici che dimostrano una buona efficacia. Ottimi sono gli antinfiammatori non steroidei celebri come l’aspirina e anche il paracetamolo. Trattandosi di un’infiammazione, grazie a questi farmaci si ha la possibilità di curarla e fare in modo da non soffrire per via dei fastidiosi sintomi tipici. In farmacia sono anche disponibili delle formulazioni a base di aloe o calendola, così come di ossido di zinco. Tutti questi sono degli ingredienti che hanno un’azione benevola sull’organismo umano e soprattutto sulla pelle evitando qualsiasi tipo di problema. Ma non mancano di certo le possibilità di rimedi naturali per l’eritema solare. Delle applicazioni di patate e miele ad esempio hanno un’ottima azione lenitiva nei confronti della pelle arrossata per via dell’eritema. Così come si sono dimostrati efficaci degli appositi trattamenti con malva e camomilla o anche quelli con pane inumidito. Tutti questi fanno in modo che la pelle possa ripristinare una corretta idratazione ed aspetto. Con bicarbonato di sodio ed acqua invece si può creare una vera e propria crema fai da te da usare sulle zone irritate.

I principali sintomi dell’infarto e le principali cause

infarto

L’infarto è un evento grave che interessa un muscolo come il cuore, al quale viene a mancare un sufficiente afflusso di sangue e quindi di ossigeno.
Questo provoca una necrosi, cioè la morte del tessuto muscolare cardiaco a seguito del quale si viene a formare del tessuto cicatriziale, che denota l’avvenuto infarto.
Tale patologia ha spesso cause concomitanti e sintomi predittivi tipici, che vanno riconosciuti per far intervenire i soccorsi nel minor tempo possibile.
Tra le cause dell’infarto ci sono gli elevati livelli di colesterolo nel sangue, in particolare di quello denominato LDL, composto dalle cosiddette lipoproteine.
Si tratta di grassi che con il tempo e sul lungo periodo vanno a depositarsi sulle pareti delle arterie, creando uno strato che le restringe.
Gli accumuli di colesterolo sono detti “placche” sulle quali si può venire a creare un coagulo di sangue, il quale potrebbe ostruire completamente o parzialmente l’arteria.
Da questo dipende la mancanza di sangue e quindi di ossigeno al cuore e per evitarlo è bene seguire una dieta povera di grassi.
Il colesterolo può essere tenuto sotto controllo con l’alimentazione e, nei casi che lo richiedono, con una terapia farmacologica fino a quando non si ritorna ai livelli normali.
La pressione alta è un’altra causa dell’infarto. Il motivo risiede nel fatto che negli anni il muscolo cardiaco viene sottoposto a un superlavoro di pompaggio del sangue.
La pressione arteriosa è un valore che indica, appunto, con quanta potenza avviene l’afflusso di sangue al cuore. Se vengono superati i limiti della massima e della minima (oltre i 90 e i 140 mmHg), il cuore soffre.
La pressione alta sollecita anche le pareti delle arterie e dipende soprattutto da una dieta ricca di sale e dall’obesità. Si definisce “obesa” una persona che ha un indice di massa corporea che supera o è uguale a 30.
L’infarto può essere provocato anche dal fumo di sigaretta, incluso quello passivo prolungato per anni.
Fumare danneggia ancora una volta le arterie e favorisce la formazione delle placche aterosclerotiche e anche dei coaguli.
Come accennato l’obesità è una delle cause e dei fattori di rischio per la predisposizione all’infarto, che solitamente si associa a una vita sedentaria.
La mancanza di attività fisica provoca il deposito del colesterolo e anche l’innalzamento della pressione sanguigna. Impegnarsi nell’attività motoria potrebbe eliminare diverse cause dell’infarto, tra cui l’obesità.
Tra le cause che non si possono in alcun modo modificare c’è l’aspetto ereditario.
Avere in famiglia parenti prossimi, come genitori, zii, fratelli, che hanno subito un infarto significa che bisogna fare molta attenzione perché i livelli di rischio sono più elevati rispetto a chi, invece, non ha familiarità.
Allo stesso modo anche la pressione alta e il colesterolo possono avere un’esclusiva causa ereditaria.
L’infarto può essere provocato spesso da qualcosa che viene sottovalutato come lo stress.
Una vita frenetica può incidere in modo determinante sulla comparsa di un evento grave come quello che danneggia il cuore, nella metà dei casi in modo fatale.
Lo stress incide sul rischio di avere un infarto in 2 modi. Uno di questi è quello che provoca l’aumento di comportamenti a rischio, come una dieta disordinata, fumare più sigarette, dedicarsi completamente al lavoro e mai allo sport.
Lo stress riguarda anche l’organismo, che reagisce aumentando i valori della pressione arteriosa, che associato al colesterolo e al fumo, diventa evidentemente tra le cause più pericolose.
Inoltre l’accumulo di amarezza, rabbia, delusioni può essere causa di infarto.
In ultimo, anche l’abuso di alcool e il diabete fanno parte delle cause del danno al cuore.
Riconoscere un infarto dai sintomi è una misura di difesa che tutti dovrebbero conoscere, perché il tempo entro il quale si interviene è fondamentale rispetto all’aspettativa di vita in questi casi.
L’infarto è una patologia mortale e si può fermare oltre che con la prevenzione, anche trovandosi entro un’ora presso le cosiddette “stroke unit” dei Pronto Soccorso. Si tratta di unità coronariche e di rianimazione che sono pronte in qualsiasi momento a intervenire per fermare il danno cardiaco, quando l’infarto non è massivo.
Ci sono sintomi predittivi e che rappresentano un avvertimento importante rispetto al rischio di vivere questo evento.
Il dolore al petto è il sintomo più comune, associato alla mancanza di fiato, a una fitta che dà un senso di oppressione.
Il dolore talvolta può irradiarsi al braccio sinistro, al collo, ai denti e alle mandibole, fino alla schiena e allo stomaco.
Avere un mal di stomaco per più giorni richiede un controllo mirato, in quanto potrebbe nascondere un infarto già avvento o che sta per accadere.
Il dolore al centro del petto, che dà anche una sensazione di mancamento, e può provocare nausea, vomito, sudorazione fredda, viene detto “angina pectoris”.
L’angina dura pochi minuti e compare soprattutto sotto sforzo, a causa della mancanza di sangue-ossigeno momentanea alle arterie coronarie. Il dolore passa a riposo e viene anche chiamato “ischemia coronarica”.
Le coronarie circondano il cuore e possono essere soggette raramente anche a spasmi, che ostruiscono il flusso e causano un evento fulminante, con morte quasi istantanea.
L’angina può ripresentarsi, ma al primo evento è sempre il caso di chiamare il medico per una visita tempestiva o recarsi con l’ambulanza in ospedale dopo aver chiamato il 118, per avere un accesso più veloce alle cure del Pronto Soccorso.
Nei paesi occidentali l’infarto e le malattie coronariche sono la causa principale di morte, che interessa in misura maggiore le donne degli uomini.
La salvezza è legata soprattutto alla somministrazione di anticoagulanti, che rendono il sangue più fluido liberando l’ostruzione. Nei casi di ostruzione dell’arteria si può intervenire con il posizionamento dello “stent”, che permette di nuovo il passaggio del sangue rinforzando le pareti arteriose.

Mangiare l’anguria: gusto, proprietà benefiche e vitamine

anguria
L’anguria è il frutto estivo per eccezione, grazie al suo gustoso sapore accompagnato da un senso di freschezza e che riesce anche a dissetare proprio perchè al suo interno è ricco di acqua.
Oltre a mangiare l’anguria per il gusto di freschezza che riesce a donare in estate, si deve anche sapere che questo frutto comporta tantissimi benefici all’organismo, infatti se si ingerisce un pezzo di anguria dalla polpa di colore rosso molto intenso, questa diventa più nutritiva di un pomodoro, perchè contiene una maggiore quantità dell’idrocarburo licopene.
Questo è solo uno dei tantissimi vantaggi che comporta il consumo regolare di anguria in estate. Bisogna sapere che questo frutto è composto quasi totalmente di acqua e per questo disseta aiutando l’idratazione nei giorni più torridi estivi, la quantità di acqua presente nell’anguria supera il 90% e per il restante è formato da zucchero naturale. Mangiare l’anguria quotidianamente in estate protegge anche il corpo dai raggi UV mettendo quindi al riparo la pelle dall’eccessiva esposizione verso questi raggi.
Continuando con i benefici di cui si può usufruire consumando anguria durante il periodo estivo ce ne sono alcuni davvero importanti, infatti questo frutto riesce ad essere un aiuto del tutto naturale verso malattie cardiache, combatte il livello del colesterolo cattivo ed in più non fa aumentare di peso e questo sempre perchè essendo per la quasi totalità composto di acqua anche se inizialmente si può provare un forte senso di sazietà, questo passerà in brevissimo tempo.
La sostanza presente nell’anguria che aiuta a prevenire le malattie cardiache, a combattere il colesterolo cattivo e anche a ridurre i dolori muscolari è la citrulina, una sostanza amminoacida come già accennato molto benefica per il corpo umano. Questa sostanza è maggiormente presente nelle angurie mature sia sulla scorza esterna che in quella interna, sia nella polpa centrale, mentre la sua presenza è minore ai lati della polpa e quasi del tutto assente nelle angurie non ancora mature. Per il suo alleviare i dolori muscolari, la citrulina viene anche venduta sotto forma di integratori e molto usata dagli sportivi per ridurre lo stato di stanchezza.
Purtroppo l’anguria non è un frutto che si può trovare in qualsiasi periodo dell’anno ed è per questo che bisogna in estate cercare di mangiarlo almeno una volta al giorno per dare manforte al nostro organismo.
E’ molto indicato l’uso di anguria per coloro che soffrono di disturbi del sonno, infatti mangiare qualche fetta dopo cena, grazie al contenuto di zuccheri presenti nel frutto, aumenta la serotonina, così il cervello è più portato a rilassarsi e ignorare rumori notturni, permettendo così di trascorrere notti sereni e sonni tranquilli.
L’anguria è anche ricca di vitamine ed è proprio grazie alla presenza di Vitamina B6, che innalza sensibilmente il grado di energia nel corpo, perchè la vitamina B6 aumenta il benessere del nostro corpo. Oltre a questa vitamina nell’anguria è presente anche un certa quantità di magnesio, che serve al nostro organismo per fornire energia alle cellule.
Però forse non si è a conoscenza che questo frutto è anche un afrodisiaco, perchè contenente l’arginina, sostanza che si produce grazie alla già citata citrulina. L’arginina viene definita come un viagra naturale, perchè riesce a dilatare i vasi sanguigni e migliora moltissimo il flusso di sangue verso gli organi genitali. Un motivo in più e di certo non trascurabile per godersi un bel pò di anguria in estate.
L’anguria è anche ottimo per le sue pochissime calorie, infatti in media 100 grammi di questo frutto contengono all’incirca 30 calorie, quindi quasi nulla ed in più essendo ricca di acqua aiuta la diuresi, quindi è molto appetibile anche per coloro che vogliono mantenersi in perfetta forma.
Come scegliere un’anguria matura? A volte sembra difficilissimo ma in realtà non è così, perchè basta adoperare dei piccoli stratagemmi. Prima di tutto è meglio scegliersela da sola e non fidarsi del venditore; poi per capire se il frutto è maturo si possono usare due tecniche; una è quella del classico suono vuoto, cioè se si colpisce l’esterno dell’anguria e si ha questo suono allora il frutto è maturo, oppure bisogna guardare il picciolo del frutto, se da quel punto esce del succo allora siamo sicuramente davanti ad un’anguria matura, così come è matura l’anguria che presenta macchie gialle sulla scorza.
Una volta acquistata l’anguria va conservata chiusa in frigo anche per più giorni, mentre una volta aperta è meglio tagliarla a forma di cubetti e conservarla in appositi recipienti richiudibili per non perdere la sua fragranza ed il suo sapore, quindi niente pellicola, perchè questa tende a far seccare il frutto.
Inutile dire che l’anguria va mangiata e gustata bella fredda, quindi l’ideale è tirarla fuori dal frigo poco prima di mangiarla. Esistono tantissimi modi per gustare questo frutto; il più classico è sicuramente quello di tagliarla a fette belle spesse e assaporarla nella sua interezza, ma la stessa può essere gustata a cubetti o anche inserendola nelle macedonie insieme ad altri frutti di stagione, perchè il suo sapore anche in questa composizione si farà valere. Con l’anguria ci si può anche sbizzarrire in decorazioni di ogni tipo, ma è anche possibile assaporarla tritandola così da farne un frappè o anche sotto forma di granita.
In ogni modo la si voglia mangiare e gustare, l’importante è farne molto uso nel periodo estivo per i tanti benefici che abbiamo elencato e per il suo gusto unico che rende l’anguria il top dei frutti estivi.

I 12 vaccini obbligatori per iscrivere i bambini a scuola

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L’approvazione del decreto 2017/8 ha portato una grande novità che riguarda i minori fino a 16 anni ovvero la vaccinazione obbligatoria per poter essere iscritti a scuola. Era dal lontano 1999 che il nostro governo aveva abolito tale prassi. Secondo le parole del premier Gentiloni, si è resa necessaria una misura cautelativa per rispondere non a uno stato d’emergenza quanto invece a una preoccupazione generalizzata in base all’aumento in misura esponenziale dei cadi di decessi per meningite. Salgono a 12 le vaccinazioni obbligatorie per legge, mentre finora erano soltanto quattro. Un numero cospicuo dettato da una vaccinazione nel nostro paese scesa a livelli sotto la soglia di sicurezza, aprendo in questo modo la strada a infezioni che si riteneva fossero state debellate. Vediamo nello specifico cosa cambierà da questo anno scolastico in poi. Secondo il primo articolo del decreto le vaccinazioni sono obbligatorie e gratuite per tutti, anche per coloro che non hanno effettuato nei tempi stabiliti le vaccinazioni previste. Sono esonerati dall’obbligo i soggetti immunizzati per aver già contratto in maniera naturale la malattia e coloro che si trovano in particolari situazioni cliniche documentate. Le vaccinazioni possono essere posticipate se il bambino si trova in particolari condizioni di salute, documentate dai sanitari o dal pediatra di fiducia. I vaccini obbligatori sono: anti-poliomielitica, vaccinazione anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus Influenzae tipo b, anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. Non sarà necessario fare 12 punture diverse perché sono vaccini iniettabili contestualmente, alcuni con l’esavalente, altri con la vaccinazione quadrivalente ad eccezione dei vaccini anti-meningococco B e antimeningococco C che prevedono la somministrazione singola e separata dalle altre. Abbiamo detto che il decreto riguarda tutti i minori compresi tra 0 e 16 anni. Occorre fare un po’ di chiarezza però per gli scaglioni dettati dagli anni di nascita. Per i ragazzi nati dal 2001 al 2004 vale il piano vaccini stabilito nel 1999-2000 ovvero le 4 vaccinazioni obbligatorie più quelle raccomandate dal piano stesso (l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b). Per i nati dal 2005 al 2011 occorre far riferimento al piano vaccini successivo che prevedeva le quattro vaccinazioni obbligatorie più quelle raccomandate (l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b). Per i bambini nati dal 2012 al 2016 sono necessarie le quattro vaccinazioni obbligatorie più le raccomandate dal piano vaccini 2012-2014 (l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e l’anti-meningococcica C). Infine per i nati nel 2017 valgono le nuove 12 vaccinazioni obbligatorie, come da decreto legislativo 2017/8. L’obbligo vaccinale riguarda anche i minori stranieri presenti nel nostro Paese e non accompagnati, ovvero tutti quei minori che non siano in possesso della cittadinanza italiana o dell’Unione Europea e che si trovano sul nostro territorio senza genitori o tutori. Per il nuovo anno scolastico è previsto il termine del 10 settembre 2017 per presentare la certificazione o l’autodichiarazione in cui risultino in modo chiaro ed evidente le vaccinazioni effettuate. Sarà compito dei dirigenti scolastici, dei responsabili dei servizi per l’infanzia, per i presidi dei centri di formazione professionale regionale e delle scuole private non paritarie richiedere, all’atto dell’iscrizione, tale documentazione. Nei casi in cui il bambino non sia stato ancora vaccinato ma inserito nelle liste d’attesa occorrerà presentare una formale richiesta alla propria Asl di appartenenza per ottenere la vaccinazione entro la fine dell’anno scolastico. L’obbligo riguarda i bambini da 0 a 6 anni, i quali, in assenza della vaccinazione, non potranno essere iscritti alla scuola materna o elementare. Per gli altri, fino al secondo anno di superiori, vige l’obbligo della presentazione della documentazione richiesta. I ragazzi potranno essere iscritti regolarmente o sostenere gli esami, in mancanza della documentazione richiesta sarà prevista soltanto la sanzione pecuniaria. I dirigenti scolastici dovranno assolvere due compiti ben specifici. Il primo è quello di formare le classi con un tetto di copertura di circa il 95%. I soggetti immunodepressi o che non possono essere vaccinati per comprovate condizioni fisiche, dovranno essere inseriti, come forma di tutela, all’interno di classi con bambini già vaccinati. Entro il 31 ottobre di ogni anno scolastico, i dirigenti dovranno comunicare alle Asl le classi che contano almeno due bambini non vaccinati. Il secondo compito più gravoso da parte dei dirigenti è la trasmissione alle Asl dei nominativi dei genitori inadempienti agli obblighi. L’azienda sanitaria locale può somministrare multe salate che vanno dai 500 fino ai 7500 euro. Prima di arrivare alle misure estreme, che prevedono anche provvedimenti relativi alla patria potestà, l’Asl convoca i genitori stabilendo un lasso di tempo congruo per effettuare le vaccinazioni richieste. Se i genitori non si presentano all’appuntamento o non svolgono quanto richiesto, scattano le multe salate, la cui entità viene stabilita in base al numero di vaccini mancanti. I sanitari hanno anche l’obbligo di comunicare al tribunale di competenza l’inadempienza da parte dei genitori. Saranno poi i magistrati a decidere caso per caso l’opportunità di aprire un procedimento giudiziale. Per l’anno scolastico 2017-2018 il Ministero dell’Istruzione di comune accordo con il Ministero della salute avvieranno una serie di iniziative volte a preparare e sensibilizzare il personale docente e gli alunni sui temi della prevenzione sanitaria e sull’utilità dei vaccini. Dal 14 giugno sarà attivo il numero verde gratuito 1500, messo a disposizione dal Ministero della Salute, per risolvere dubbi e perplessità in merito ai nuovi obblighi vaccinali.

Sensazionale scoperta per dimagrire velocemente bevendo acqua

acqua

L’acqua fa bene. È forse la prima cosa che impariamo quando decidiamo di affrontare un percorso dedicato al nostro benessere. Idrata, stimola la diuresi, depura la nostra pelle dall’interno. Ma se facesse anche dimagrire? Uno studio del 2006 ha evidenziato un dato scientifico estremamente importante. Bere due bicchieri di acqua a temperatura ambiente, circa 30 minuti prima dei pasti, aumenta il metabolismo, sia negli uomini che nelle donne, di circa il 30%. Gli effetti di tale aumento del dispendio energetico iniziano 10 minuti dopo aver bevuto e raggiungono il picco entro 30-40 minuti. Da un punto di vista scientifico, l’acqua induce un processo metabolico chiamato termogenesi che consiste nella produzione di calore nel corpo, soprattutto a carico del tessuto adiposo. Molto probabilmente la causa di questo meccanismo risiede nel fatto che l’acqua riempie, lo stomaco e riduce l’introito calorico, innestando alcuni processi metabolici. L’acqua può favorire il dispendio energetico e lo smaltimento del grasso in eccesso. Come nel caso degli integratori, però, non siamo in presenza di sostanze o pillole magiche in grado di indurre il dimagrimento semplicemente con la loro ingestione. Il potere termogenico dell’acqua deve essere accompagnato da uno stile di vita sano ed equilibrato. Nel momento in cui si decide di affrontare una dieta, occorre cambiare radicalmente il modo di nutrirsi e di concepire il proprio benessere. Se il nostro desiderio è quello di perdere qualche centimetro in più, l’acqua può diventare una valida alleata, soprattutto durante le calde giornate estive. Inseriamola all’interno di una dieta che preveda cinque pasti giornalieri (colazione, pranzo, cena e due spuntini) e che sia ricca di frutta e verdura. Se il nostro desiderio è quello di perdere rapidamente uno o due chili, possiamo affidarci per non più di due settimane a una dieta iperproteica. In questo caso, l’acqua non solo favorisce il dimagrimento ma diventa un presupposto indispensabile per poter affrontare questo percorso. Le proteine infatti tendono ad affaticare i reni. Bere due litri di acqua al giorno è l’imperativo fondamentale per chi decide di intraprendere questo breve percorso dietetico. Per dimagrire presto e bene possiamo mettere in pratica i principi della termogenesi indotta non solo dall’acqua ma anche dai cibi. Alcuni alimenti hanno la facoltà di liberare calore nel nostro organismo, promuovendo la perdita di qualche chilo e favorendo la sensazione di sazietà. La dieta termogenica è forse una delle più sane e valide da un punto di vista sia quantitativo che qualitativo. I cibi che la compongono sono caratterizzati da un alto contenuto di macronutrienti: proteine, carboidrati, grassi e particolarmente ricchi di acqua e fibre. A colazione privilegiamo latte e yogurt magro accompagnati dai fiocchi di avena, noti per il loro potere tonico e stimolante per il metabolismo. Beviamo circa 30 minuti prima dei pasti i nostri due bicchieri di acqua naturale per stimolare la termogenesi indotta da questa bevanda. Sulla nostra tavola diamo ampio spazio alle proteine magre del pesce (specialmente il salmone), della carne bianca, con un occhio di riguardo a crostacei, molluschi e albume d’uovo. Tra le verdure le più adatte alla dieta termogenica sono quelle ricche di acqua come i broccoli, gli asparagi, la lattuga e il sedano. Gli spuntini a base di frutta dovranno comprendere ananas, ciliegie, melone e anguria. Oltre a bere acqua oligominerale per indurre la termogenesi, possiamo utilizzare anche un altro trucco per aumentare il dispendio calorico. Insaporiamo ogni alimento con spezie ed erbe aromatiche. Il peperoncino è un bruciagrassi naturale così come la menta o lo zenzero. Impariamo a bere tisane a base di tè verde e guaranà mentre per stimolare la termogenesi possiamo sfruttare le proprietà del caffè verde, da preferire nella forma liquida, perché oltre a regalarci una sferzata di energia, bevuto insieme ai canonici otto bicchieri quotidiani, promuove il sostegno metabolico e stimola la diuresi, riducendo in modo efficace e duraturo i cuscinetti di cellulite e adiposità localizzate. Scegliamo un’acqua oligominerale pura dove sono disciolti in discreta quantità alcuni dei sali minerali più importanti come calcio, potassio e magnesio. Cerchiamo di berne almeno otto bicchieri al giorno, magari aromatizzando e variando il gusto attraverso l’aggiunta di qualche fetta di limone o radice di zenzero. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che la temperatura dell’acqua può fare la differenza. Un bel bicchiere di acqua refrigerata è utile nel caso di allenamento fisico, in quanto stimola la risposta energetica dell’organismo e abbassa la temperatura interna degli organi di circa il 50%. In questo modo, regaliamo un nuovo sprint al fisico, abbassando la quota di acido lattico e diminuendo i tempi di riposo dopo l’attività fisica. Bere acqua fresca abbassa la temperatura corporea, costringendo il nostro fisico a bruciare di più per recuperare il calore perso. Un bicchiere di acqua fredda inoltre offre un potere saziante incredibile, l’appetito si placa e si mangia di meno. L’acqua a temperatura ambiente o tiepida è invece necessaria quando vogliamo un effetto detox o quando abbiamo qualche difficoltà digestiva. L’acqua, oltre a essere un componente essenziale del nostro organismo, è utile su più fronti. Proviamo a incrementare il suo consumo in un periodo che varia da uno a tre settimane per poterne constatare, in poco tempo, i numerosi benefici come un ventre più piatto, una linea asciutta, capelli e cute idratati e un rinnovato benessere.

Mangiare tardi la sera danneggia il metabolismo e fa ingrassare

mangiare tardi

La famosa spaghettata di mezzanotte?Prepariamoci a dirle addio perché secondo l’ultimo convegno sul sonno tenuto a Boston a giugno, mangiare tardi la sera non solo fa ingrassare ma danneggia seriamente il metabolismo. Gli spuntini e gli snack a notte fonda sono un ottimo veicolo per l’incremento dell’insulina nel sangue e aumentano in modo esponenziale i rischi legati alle patologie cardiovascolari. Il colpevole potrebbe essere il cortisolo, il famoso ormone dello stress. Prodotto dalle ghiandole surrenali, il cortisolo ha un ritmo circadiano. La mattina è ai suoi massimi livelli e va assecondato con colazioni ricche ed equilibrate mentre la sera, intorno alle 21, raggiunge la quantità minima. Se la cena viene posticipata oltre questo orario, il cortisolo è costretto ad affrontare un’attività anomala che, tra le tante conseguenze, comporta un aumento del grasso a livello addominale. Mangiare tardi è un’ottima strada per ingrassare perché normalmente, dopo la cena, ci si mette davanti alla tv o peggio ancora si va direttamente a letto. In questo modo, neghiamo al nostro organismo non solo la possibilità di bruciare le calorie introdotte con il cibo ma anche la facoltà di digerire in modo corretto. L’organismo perde nel corso della giornata la capacità di trasformare in energia le calorie introdotte soprattutto con gli zuccheri. La cena consumata troppo tardi non permette al corpo di metabolizzare questi elementi nella maniera più corretta. Le calorie in eccesso non vengono smaltite e si accumulano centimetri in più soprattutto su fianchi e pancia. I risultati evidenziati dalla ricerca di Boston non fanno altro che suffragare una realtà che la saggezza popolare conosce da tempo immemorabile. Chi non ha mai sentito recitare a regola d’arte dalle nostre nonne il detto “Colazione da re, pranzo da principi e cena da poveretto?”. Un modo semplice e schietto per sottolineare quello che oggi ci dice la scienza ovvero cerchiamo di introdurre la maggior parte delle calorie nella prima parte della giornata. Molte volte, lo spauracchio dei chili in più può suggerirci di saltare la cena, con la speranza di diminuire qualche centimetro sul giro vita. Niente di più falso e pericoloso! Non mangiare nulla durante il pasto serale comporta un effetto digiuno troppo lungo per il nostro organismo. Contando le ore del sonno, circa otto per notte, e sommandole a un ultimo piccolo spuntino pomeridiano, si arriva a circa sedici ore di digiuno forzato. Un pò troppo e francamente non necessario. Come dicevano i romani, in medio stat virtus ovvero è necessario coniugare il desiderio di dimagrire con la necessità di mantenere un organismo sano e vitale. Rinunciare a mangiare la sera è un grosso errore anche da un punto di vista energetico. Il metabolismo umano ha un brutto vizio: meno si mangia più si addormenta. Diminuire le calorie, prima azione spontanea di qualsiasi percorso dimagrante, comporta una conseguenza tutt’altro che desiderabile: il metabolismo rallenta, consuma quelle poche calorie quotidiane e non si dimagrisce più. Diverso è il discorso di un metabolismo allenato a bruciare poche calorie introdotte più volte al giorno. La risposta energetica del nostro fisico sarà sempre pronta ed efficiente. Questo è il motivo per cui occorre impostare una dieta seria che tenga conto sia delle esigenze metaboliche sia della necessità di mangiare la sera entro un certo orario. In questo caso, ci vengono in aiuto i principi della cronodieta, ovvero quel tipo di regime alimentare che suggerisce quali cibi mangiare in base al momento della giornata. Per evitare di ingrassare mangiando troppo tardi possiamo provare a mettere nero su bianco alcuni principi. La colazione è il momento in cui il fisico ha bisogno di introdurre un discreto quantitativo di calorie per affrontare al meglio gli impegni quotidiani. Via libera quindi a latte, yogurt magro, fiocchi di avena e frutta. Riserviamo il pranzo ai carboidrati complessi, meglio se integrali e accompagnati da una bella porzione di verdura cruda o cotta. Per non ingrassare la sera cerchiamo di mangiare almeno due o tre ore prima di andare a letto. Diamo ampio spazio alle proteine, soprattutto quelle del pesce azzurro, alla carne bianca, formaggi magri e uova. Accompagniamo la nostra pietanza con della verdura, condita poco e con un filo di olio extravergine d’oliva. Possiamo agevolare la digestione assumendo una tisana a base di limone e zenzero. Questo è lo schema base per mangiare in modo equilibrato, perdere qualche chilo ed evitare di sovraccaricare il pasto serale. Quando possibile, una piccola passeggiata, magari per portare fuori il cane, è la ciliegina sulla torta che non solo ci fa digerire ma ci regala un sonno da re. Attraverso qualche piccolo accorgimento è quindi possibile mangiare la sera in modo leggero senza danneggiare il nostro metabolismo. Se per la cena è possibile mangiare oltre le 19 (orario raccomandato dagli studiosi di Boston) senza correre il rischio di ingrassare, è altrettanto vero che un discorso a parte meritano gli spuntini a notte fonda. Durante il riposo notturno, il sistema digerente ha bisogno di svolgere il suo lavoro e di riposarsi. Se gli forniamo cibo improvviso, sottoponiamo tutto il nostro organismo a uno stress improvviso, gli ormoni impazziscono e i centimetri aumentano. Di notte è auspicabile l’assoluto digiuno. Se ci svegliamo in preda ai morsi della fame dobbiamo provare a fare due cose. La prima è bere un bicchiere di acqua naturale perché molto spesso il nostro organismo ci invia il segnale di sete mascherato da fame. La seconda è curare maggiormente dal punto di vista qualitativo il nostro pasto serale, privilegiando gli alimenti che siano in grado di regalarci sazietà a lungo termine.