Dieta e guida all’alimentazione per combattere il reflusso gastroesofageo

reflusso gastroesofageo

L’alimentazione può essere di grande aiuto in alcune situazioni problematiche come quella del reflusso gastroesofageo: ecco tutto quello che occorre sapere per avere una dieta corretta e che permetta di migliorare i sintomi di questo disturbo.

Reflusso gastro esofageo e la correlazione con il cibo
Sono sempre di più coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo, un problema che crea non pochi fastidi legati alla digestione. Infatti nel momento in cui ci si nutre, il cibo passa attraverso l’esofago per poi arrivare nello stomaco. A separare queste due zone del sistema digerente c’è una valvola che si chiude nel momento in cui passa ciò che è stato ingerito evitando che possa tornare indietro. Un malfunzionamento di questa stessa valvola può causare la risalita di flussi acidi e di altre sostanze che si sono assunte attraverso l’alimentazione. Ciò spiega perché il problema del reflusso gastroesofageo possa diventare molto fastidioso per chi ne soffre. E l’alimentazione può essere il primo aiuto per coloro che non vogliono dover fare i conti con i suoi problematici sintomi. Infatti grazie ad un regime alimentare corretto e a delle abitudini sane da utilizzare nell’arco delle proprie giornate, si può effettivamente dare un taglio al reflusso. Anche perché nel momento in cui si presentano i primi segnali di reflusso gastroesofageo è bene prendere provvedimenti in maniera tale da evitare che la situazione possa peggiorare e diventare così cronica.

Alimenti da eliminare e quelli da preferire
Bisogna seguire un corretto regime alimentare per non andare incontro a situazioni più problematiche legate al reflusso gastroesofageo. Innanzitutto è bene considerare che ci sono degli alimenti che andrebbero eliminati dalla propria dieta in quanto aggraverebbero i sintomi del reflusso. In primis cibi ricchi di grassi, formaggi stagionati, fritti ed insaccati in quanto sono alimenti che determinano uno svuotamento gastrico molto più lento. Così come è bene tener presente anche un altro elemento ovvero le bevande gassate e i superalcolici che hanno effetti disastrosi per chi va incontro frequentemente ai sintomi del reflusso. Queste sostanze fanno in modo che si sviluppi una maggiore quantità di acido che andrà a risalire lungo l’esofago causando i consueti rigurgiti del reflusso. Oltre a considerare quelli che sono gli alimenti che invece vanno preferiti per chi soffre di questo disturbo. Sicuramente la verdura è un toccasana per il reflusso, così come la frutta fresca di stagione. Questi alimenti garantiscono un normale ripristino del corretto metabolismo fisiologico. Meglio prediligere bevande povere di zuccheri e che non siano gassate.

Esempio di un regime alimentare contro il reflusso
Si potrebbe optare per diverse ottime soluzione al fine di evitare i fastidiosi sintomi del reflusso gastroesofageo. Innanzitutto, a partire dalla colazione, è sempre buona norma garantire un corretto apporto di alimenti benefici. Ottimi possono essere latte, muesli e del miele, così come per un piacevole spuntino a metà mattinata si potrebbe optare per yogurt magro e fette biscottate o anche della frutta fresca di stagione. A pranzo è bene non caricare troppo il sistema digerente, ecco perché è preferibile puntare su carne di maiale, zucchine, olio d’oliva e anche del pane integrale, il tutto limitando al minimo i condimenti e i grassi in eccesso. Per la cena si può scegliere di cucinare un piatto di pasta con salsa di pomodoro da abbinare a verdure come i finocchi, oltre che a pane integrale ed olio extravergine di oliva. Mantenendo per qualche settimana un corretto regime alimentare si possono smaltire i sintomi del reflusso gastroesofageo.

Come lisciare i capelli ricci senza piastra in modo naturale

lisciare i capelli

I capelli ricci ed ondulati possono trasformarsi un vero e proprio incubo, soprattutto in inverno a causa della pioggia o dell’umidità. Non è facile che la chioma mantenga la piega e questo porta molte donne ad utilizzare costantemente la piastra che col tempo rovina ed indebolisce i capelli. Non resta che scoprire degli utili rimedi naturali per lisciare i capelli ricci senza ricorrere all’uso della piastra.

Quante volte vi sarete accaniti nell’uso di prodotti liscianti e della piastra con la speranza che i vostri capelli mantenessero la piega? Purtroppo questi metodi a lungo andare potrebbero danneggiare i capelli fino a sfibrarli del tutto. In realtà è possibile avere dei capelli lisci senza l’uso della piastra o di prodotti tossici semplicemente ricorrendo ad alcuni metodi naturali facili e non invasivi. Naturalmente questi rimedi potrebbero non garantire un risultato perfetto come quello dato dalla piastra, ma non intaccheranno la vostra chioma e la renderanno sana e perfetta.

Ottenere i capelli lisci grazie al contatto con l’aria

Uno dei metodi naturali meno invasivo ed efficace è quello di lasciare asciugare lentamente i capelli dopo averli lavati semplicemente a contatto con l’aria, evitando in questo modo di utilizzare il phon. Tuttavia per ottenere i capelli lisci è importante spazzolarli ogni 5 minuti, suddividendoli in ciocche e tenendoli ben tesi per alcuni secondi. Se avete a portata di mano un ventilatore sarà possibile velocizzarne l’asciugatura, ma in questo caso è buona norma spazzolarli costantemente per ottenere l’effetto liscio.

Come lisciare i capelli ricci con la coda di cavallo

Se avete dei capelli ricci non eccessivamente ribelli è possibile ricorrere al metodo della coda di cavallo. Dopo il lavaggio basterà realizzare una coda abbastanza alta quando i capelli sono ancora umidi e avvolgerli su loro stessi, seguendo lo stesso procedimento per fare uno chignon. Dopodiché è molto importante che li fissiate con un elastico ed attendiate che si asciughino prima di scioglierli e spazzolarli.

Ridurre l’effetto crespo con un foulard di seta

Un altro rimedio naturale per avere capelli lisci e lucenti è quello di fare una riga al centro della testa quando i capelli sono ancora umidi. Dopodiché occorrerà avvolgere le ciocche intorno alla testa seguendo la procedura da sinistra verso destra e viceversa, fissandole man mano con delle mollette. Anche in questo caso si consiglia di lasciare asciugare i capelli all’aria in modo naturale e se desiderate dire addio al terribile effetto crespo basterà coprire la capigliatura con un foulard di seta.

Come lisciare i capelli ricci con una maschera naturale

Se desiderate una chioma liscia e morbida è possibile preparare una vera e propria soluzione fai da te 100% naturale. Potrete preparare una maschera nutriente da applicare alla vostra chioma due volte alla settimana unendo in un pentolino i seguenti ingredienti: una tazza di latte di cocco, 2 cucchiai di olio d’oliva, 5 cucchiai di succo di limone e 3 cucchiai di amido di mais. Fate cuocere il tutto a fiamma bassa, in modo tale che le sostanze si mescolino per bene e lasciate che il composto si raffreddi. A questo punto potrete applicare il prodotto sulla vostra chioma, lasciandolo agire per almeno 15 minuti, dopodiché risciacquate. Il risultato vi sorprenderà: i capelli appariranno molto più nutriti, lisci e splendenti.

Il vino rosso aiuta a dimagrire, ecco come!

Tanti sono coloro che adorano gustare un buon vino rosso: sarà utile sapere che questa bevanda possiede delle ottime proprietà per favorire la perdita di peso. Ecco perciò tutto quello che occorre sapere per sfruttarle al massimo.
Uno studio dimostra che il vino rosso fa dimagrire
L’argomento dieta è ormai sempre più di attualità visto che sono tantissimi coloro che sono alla ricerca del regime alimentare più sano. Il vino rosso, pur avendo un discreto contenuto di calorie, può essere di grande aiuto per perdere peso. Infatti secondo un recente studio è stato possibile appurare che in questa bevanda si trova un’alta concentrazione di molecole che hanno un impatto più che positivo sul metabolismo. L’analisi è stata pubblicata su uno dei testi scientifici più celebri a livello internazionale, ovvero l’International Journal Of Obesity e ha fatto in poco tempo il giro del mondo. Uno studio che ha permesso di riscontrare l’azione positiva del resveratrolo, una molecola presente all’interno del vino e che è in grado di contribuire ad un metabolismo più efficiente. Ovviamente, come per tantissimi altri prodotti, è bene evidenziare che un abuso di certo non può che avere effetti negativi. Ecco perché, assieme allo studio pubblicato sul giornale britannico The Telegraph, sono state rese note alcune importanti linee guida per poter beneficiare effettivamente delle proprietà del resveratrolo.
L’azione positiva del vino rosso sulla dieta
La molecola che principalmente è in grado di contribuire ad una buona perdita di peso è il resveratrolo. Si tratta di un antiossidante naturale che è presente non solo nell’uva, ma anche nelle ciliegie, nei mirtilli e in tanti altri tipi di frutta. La sua azione positiva è quella di trasformare il grasso in eccesso in un grasso che possa essere fattore decisivo per smaltire calorie in eccesso. Infatti durante lo studio sono state somministrate regolarmente delle quantità di resveratrolo a dei topi obesi. Andando a paragonare topi sottoposti allo stesso regime alimentare, è stato visto che quegli esemplari che erano stati esposti al resveratrolo riuscivano ad accumulare il 40% di grassi in meno. Numeri importanti e che fin da subito hanno colpito gli studiosi. Anche perché la particolarità di un’assunzione bilanciata di vino rosso, e quindi di resveratrolo, è che riesce a trasformare il grasso bianco, ovvero quello responsabile dell’obesità, in grasso bruno che è di grande aiuto per diverse funzioni dell’organismo. E ciò finisce inevitabilmente per ripercuotersi positivamente sull’estetica dei soggetti sovrappeso.
Vino rosso: nuovo rimedio contro l’obesità?
Un consumo regolare e non eccessivo di vino rosso può determinare effetti positivi per quanto concerne la lotta all’obesità. Ma non solo, in quanto si riescono a mettere ko anche disfunzioni metaboliche di un certo livello data l’azione positiva del resveratrolo nei confronti dell’organismo. Il professor Min Du, colui che ha diretto lo studio presso la Washington State University, ha comunque precisato che bisogna scegliere bene il vino rosso da assumere e da abbinare a una dieta per perdere peso. Questo perché durante alcuni processi di lavorazione i polifenoli, tra cui appunto il resveratrolo, vengono filtrati ed eliminati facendo cessare i loro benefici. Ciò significa perciò che è meglio optare per Merlot o Cabernet Sauvignon che sono vini che non richiedono lavorazioni particolari e mantengono buone concentrazioni di polifenoli. Oltre a considerare che gli effetti migliori si possono avere nel momento in cui si assume vino prima di andare a dormire così da incidere positivamente sul metabolismo fisiologico che si attiva nel corso delle ore notturne.

Dieta anticellulite per eliminare definitivamente la cellulite in modo naturale

dieta anticellulite

Giovani e meno giovani, più in carne e più magre, secondo la stima degli esperti, il 90% delle donne, combatte con la cellulite e l’odioso aspetto a buccia d’arancia della pelle, ecco perchè è importante seguire una dieta anticellulite. Sul mercato si trova una gran quantità di prodotti estetici, creme, fanghi e lozioni che promettono miracoli, ma che, in realtà, migliorano solo superficialmente l’aspetto della pelle senza raggiungere risultati duraturi. La buona notizia però è che gli esperti concordano sul fatto che quest’ inestetismo può essere significativamente ridotto con una dieta anticellulite, un regime alimentare equilibrato dove trovino posto alimenti che contrastano la ritenzione idrica, l’infiammazione e l’accumulo di grasso.

Gli alimenti per una dieta anticellulite

Per combattere la cellulite è necessario ridurre la ritenzione idrica, poiché eliminando il liquido in eccesso dalle cellule di grasso diminuirà la tumefazione dei tessuti molli. È necessario perciò ridurre il sale, bere più acqua e mangiare alimenti naturali diuretici, tra cui mirtilli, ananas, sedano, finocchio e asparagi. La cellulite, inoltre, si aggrava su una pelle che non è sufficientemente idratata e una dieta anti cellulite si avvarrà proprio di alimenti che incoraggiano i liquidi a restare all’interno dell’epidermide, anziché nelle cellule di grasso, che sviluppano la produzione di collagene e svolgono un’azione antiossidante. Questa funzione sarà svolta da frutta secca, semi e pesce ricco di acidi grassi. L’insorgenza della cellulite, poi, è in relazione con gli squilibri ormonali che attivano la produzione di cellule adipose: andranno dunque favoriti alimenti che contengono fitoestrogeni naturali come i semi di lino, i broccoli, i cavolfiori, i cavoli e i cavoletti di Bruxelles. Come fare per integrare tutti questi cibi nell’alimentazione quotidiana? La dieta anti cellulite che segue, strutturata su sette giorni, darà già risultati in due settimane.

La dieta anticellulite per sette giorni
Giorno 1
Colazione: yogurt magro con 1 mela a pezzi e 1 cucchiaino di semi di lino. Un bicchiere di succo di mirtillo.
Pranzo: Insalata con 100 gr di petto di pollo grigliato, pomodori, cetrioli, carote, finocchi, avocado e 25 gr di scaglie di parmigiano. Due fette di pane con semi di girasole.
Cena: 100 gr di salmone alla griglia con contorno di asparagi e cavoletti di Bruxelles.
Spuntini: 1 manciata di frutta secca, 1 arancio e 125 gr di formaggio a basso contenuto di grassi.

Giorno 2
Colazione: 1 uovo bollito con 2 fette di pane tostato con un cucchiaino di marmellata.
Pranzo: 100 gr di hummus di ceci con semi di lino e un’insalata di carote, sedano, peperoni rossi e broccoli.
Cena: 100 gr di petto di pollo alla griglia con cavolo rosso e piselli e 50 gr di couscous.
Spuntini: 125g di yogurt magro, 1 fetta di anguria, 1 fetta di ananas

Giorno 3
Colazione: Frullato con latte scremato, 1 banana e 1 cucchiaino di semi di lino. Macedonia di frutta con 1 pera e 1 fetta di anguria e 1 di ananas.
Pranzo: 60 gr di salmone affumicato e un’insalata con 4-5 patate novelle, sedano e 1 mela, condita con una salsa allo yogurt.
Cena: bistecca di 125 gr con melanzane grigliate e condite con un cucchiaino d’olio EVO.
Spuntini: 125g di yogurt magro, 1 arancia e 1 manciata di noci.

Giorno 4
Colazione: una tazza di cereali integrali con latte scremato, lamponi o altri frutti rossi.
Pranzo: due fette di pane integrale con semi e 75 gr di pollo a fette; insalata di cetrioli e pomodori e 200 gr di zuppa di lenticchie.
Cena: frittata preparata con due uova, un cucchiaio di formaggio grattugiato magro, asparagi e 2 fette di prosciutto cotto. Contorno di finocchi e broccoli.
Spuntini: 1 arancia o pesca, ricotta magra con pezzetti di ananas e semi di lino o di girasole.

Giorno 5
Colazione: macedonia con 1 pesca, 1 pera, 2 manciate di lamponi e una spruzzata di succo di mirtilli; 1 yogurt magro con semi di lino.
Pranzo: 1 patata al forno con tonno e insalata mista.
Cena: 125g di orata al forno con pomodori, olive e capperi. Contorno di cavolfiore o broccoli con olio e limone.
Spuntini: gambi di sedano con hummus; 1 manciata di noci e 1 pera o pesca.
Giorno 6
Colazione: porridge di avena e latte scremato con un pizzico di cannella e semi di lino. Un bicchiere di succo di mirtillo.
Pranzo: Insalata di gamberi con rucola, ravanelli, fagiolini al vapore e pomodorini ciliegino.
Cena: 100 gr di carne di maiale tagliata a cubetti con 50 gr di riso integrale e verdure grigliate.
Spuntini: yogurt o ricotta magri e 1 arancia; due fette di melone con due fette di prosciutto crudo magro.
Giorno 7
Colazione: Frullato di latte scremato, frutti rossi, 1 banana, semi di lino e cereali integrali.
Pranzo: 130 gr di hamburger con cavolfiore e cavolo e 1cucchiaino di olio evo.
Cena: 100 gr di prosciutto crudo con spinaci al vapore.
Spuntini: una manciata di noci, 1 fetta di anguria e 1 di ananas.

Bonus asilo 2017: requisiti e modalità per fare richiesta

bonus asilo

Il bonus asilo 2017 rappresenta per voi un tipo di agevolazione economica che non deve essere assolutamente sottovalutata e che vi permetterà di far fronte ad un particolare tipo di spesa.
Ecco tutto quello che dovete sapere per poter ottenere questo aiuto economico.
Bonus asilo 2017: di cosa si tratta
Il bonus asilo 2017 è un tipo di sussidio economico che verrà erogato a tutte le famiglie che hanno accolto la nascita di un bambino a partire dal 2016.
Questo bonus potrà essere ottenuto anche nel momento in cui la famiglia decide di adottare un bambino a partire dalla stessa data.
Si tratta quindi di due situazioni che permettono ad una famiglia di avere un ottimo tipo di entrata economica pari a mille euro per un anno: essa verrà suddivisa in dodici rate mensili da circa novantuno euro ciascuna, in modo tale che non si superi la soglia massima relativa al pagamento della retta per l’iscrizione all’asilo nido del proprio figlio ed al pagamento delle altre tasse.
Il bonus potrà essere richiesto fino all’esaurimento del fondo sostanziato da INPS e Governo per questo particolare tipo di situazione.

Il bonus asilo 2017: cosa prende in considerazione questo particolare tipo di finanziamento

Al contrario di diversi altri tipi di bonus economici, quello del bonus asilo 2017 non prenderà in considerazione il vostro redditto.
Sia che voi possiate o meno sostenere le diverse spese per iscrivere il vostro piccino all’asilo nido, tale finanziamento potrà essere effettivamente richiesto da parte vostra.
Dovete però rispettare diversi altri tipi di requisiti che risultano essere fondamentali, di cui il primo di essi consiste nel semplice fatto che i richiedenti ed il bambino devono necessariamente essere di cittadinanza italiana oppure avere il permesso di soggiorno che permette loro di stare sul suolo italiano.
Occorre anche parlare del fatto che questo bonus potrà essere richiesto da parte vostra anche se avete un bambino, con minimo tre anni, che soffre di gravi patologie e che necessita quindi delle cure domestiche.
Si tratta di due situazioni che devono ovviamente essere documentate nel momento in cui dovete effettuare la richiesta di domanda per poter ottenere il bonus.
Dovrete quindi avere tutta la documentazione necessaria che vi permetterà di poter ottenere questo bonus, ovvero documento di nascita o adozione e soprattutto quello di cittadinanza ed eventualmente quello relativo alla patologia che ha colpito il piccino.

Il bonus asilo 2017: come dovete inviare la domanda ed entro quando

Parliamo ora della domanda nello specifico, ovvero di come questa deve essere inviata ed entro quanto.
Il termine di partenza di invio della domanda risulta essere fissato al dieci luglio 2017 mentre quello finale è stato stabilito allo scoccare della mezzanotte del trentuno dicembre del medesimo anno.
Questo significa che si avranno circa cinque mesi di tempo per poter inviare la domanda di richiesta del bonus asilo la quale potrà essere inviata mediante il sito INPS, dopo aver scaricato la domanda ed aver effettuato le scan dei diversi documenti.
Sarà inoltre possibile rivolgersi agli uffici INPS i quali permettono di effettuare l’invio della stessa domanda: sarà quindi opportuno scegliere uno dei diversi mezzi resi disponibili da parte dell’INPS per poter ottenere questo genere di risorsa economica realizzata da parte del Governo.

Pertanto sarà possibile avere un aiuto importante grazie a questo genere di finanziamento, il quale rappresenta un vostro vantaggio per voi che volete iscrivere al nido il vostro piccino o fare in modo che le cure che riceverà, in caso di patologia, siano adeguate alla sua condizione fisica o psichica.

Mal di testa: rimedi naturali ed esercizi per alleviare il dolore

mal di testa

La cefalea, comunemente indicata con il termine mal di testa, è un disturbo diffuso e a volte invalidante. Può sorgere all’improvviso oppure essere preannunciato, come nel caso dell’emicrania con l’aura, da alcuni sintomi tipici che riguardano l’area oftalmica. Il mal di testa più comune è la cefalea muscolo-tensiva che può essere cronica oppure legata a determinati eventi scatenanti. L’emicrania è una cefalea più intensa, caratterizzata da un dolore pulsante che interessa metà cranio ed è accompagnata da alcuni sintomi tipici come la fotofobia e la nausea. Tra le forme più rare ricordiamo la cefalea a grappolo, di forte intensità, che riguarda una piccola parte della popolazione. La cefalea è comunque un fardello pesante da sopportare, capace di rovinare anche le giornate più belle. Per questo motivo il ricorso agli antidolorifici è, a volte, una scelta necessaria per recuperare una qualità di vita soddisfacente e per poter svolgere con serenità le proprie attività. Gli analgesici, più o meno forti, sono senza dubbio i rimedi più veloci ed efficaci ma il rischio dell’abuso, con conseguenze negative per lo stomaco, è sempre in agguato. Esistono dei rimedi naturali per il mal di testa? La saggezza della medicina popolare e la natura ci vengono incontro con alcuni rimedi validi e soprattutto senza effetti collaterali. Se il mal di testa è un disturbo frequente, possiamo sfruttare le virtù terapeutiche del magnesio per contrastare e diminuire gli attacchi. Formulato in pastiglie o polvere da sciogliere in acqua, va preso quotidianamente almeno per un mese, preferibilmente la mattina. Gli studi scientifici hanno dimostrato infatti che chi soffre di emicrania mostra, durante gli attacchi, una significativa carenza di questo minerale. E se il disturbo sorge all’improvviso? La parola d’ordine è riposo assoluto, se possibile, e una bella doccia calda, utile soprattutto nel caso di muscoli contratti. Un vecchio rimedio della nonna consiste nell’applicare o strofinare delle fette di patata cruda sulla fronte. Questo prezioso tubero, infatti, contiene amido, una sostanza dalle spiccate proprietà antinfiammatorie. Gli impacchi sulla fronte possono essere realizzati anche con sale marino caldo inserito in un sacchetto o con semi di lino tritati e riscaldati per qualche secondo. La poltiglia ottenuta è utile soprattutto in caso di mal di testa da sinusite. Basta applicare nella zona dolente fino al raffreddamento per ottenere un miglioramento delle proprie condizioni. Se l’imperativo in questi casi è bere il più possibile per mantenere l’organismo idratato, possiamo approfittare delle virtù delle piante officinali per lenire il dolore del mal di testa. Uno dei rimedi per eccellenza è costituito dalla classica tisana a base di camomilla romana, arricchita da foglie di menta piperita, nota per le sue capacità calmanti, toniche e lenitive. Se il mal di testa è accompagnato dalla nausea possiamo masticare un piccolo quantitativo di radice di zenzero fresca, utile sia per combattere i sintomi a livello dell’apparato digerente sia per ridurre l’infiammazione dei vasi sanguigni. Una delle tisane più utili contro il mal di testa, soprattutto quello dovuto a una alimentazione poco corretta è costituita da questo mix: buccia di limone e foglie di alloro. Prepararla è semplicissimo. Si mette a bollire dell’acqua con due foglie di alloro e una buccia di limone per circa due o tre minuti. Si copre, si lascia riposare per circa dieci minuti, si tolgono le foglie e la buccia e si aggiunge qualche goccia di succo di limone. In poco tempo, il dolore verrà alleviato e lo stomaco ringrazierà. Possiamo potenziare gli effetti benefici di questa tisana aggiungendo una punta di cucchiaino di bicarbonato di sodio. Tra i rimedi naturali per sconfiggere il mal di testa troviamo anche una serie di esercizi utili sia per contrastare il dolore che per allontanare gli attacchi nel tempo. Se la cefalea compare all’improvviso, magari durante le ore lavorative, possiamo ricorrere a questo semplice esercizio preso in prestito dalla digitopressione. Con il pollice della mano destra andiamo a premere con decisione il punto sul dorso della mano destra che si trova nell’incavo tra pollice e indice. Ripetiamo per qualche secondo su entrambe le mani. Per la cefalea muscolo tensiva e la sinusite possiamo premere il punto che si trova esattamente al centro tra i due occhi (il famoso terzo occhio indiano). In caso di emicrania può rivelarsi utile una pressione di circa 30-40 secondi sul punto GB14, situato sopra l’occhio a metà esatta del sopracciglio. Molto spesso la cefalea è dovuto ad ansia e stress. La meditazione, in questo caso, è uno dei rimedi più efficaci per calmare e ripristinare un corretto equilibrio interiore. Basta fermarsi per dieci minuti al giorno, concentrarsi sul respiro, cercando di sgomberare la mente da preoccupazioni e pensieri alienanti. Proprio il respiro è il protagonista di uno degli esercizi più validi per contrastare il dolore o addirittura prevenirlo. Al primo accenno di mal di testa, chiudiamo la narice destra e, per cinque minuti, respiriamo solo con la narice sinistra. Alla fine dei minuti ripetiamo l’esercizio dall’altra parte. Un altro esercizio valido per far passare il dolore è preso in prestito dalla respirazione dinamica. Seduti, in un luogo tranquillo, iniziamo a inspirare contando fino a dieci e osservando il respiro che entra dalle narici e arriva ai polmoni. Facciamo una piccola pausa, di 2 o 3 secondi, e poi iniziamo a espirare contando sempre fino a dieci e arrivando a svuotare completamente i polmoni.

Bere il caffè fa bene e allunga la vita

caffè

Il caffè rientra sicuramente tra le bevande più amate e bevute al mondo, soprattutto in Italia, ed anche tra le più studiate. Ogni giorno, sia a colazione che dopo i pasti, non riusciamo a farne a meno grazie al suo profumo appassionante ed elettrizzante che ci circonda.

Alcune domande ci sorgono spontanee: il caffè fa bene? Se sì, quanti se ne possono bere al giorno? Questa deliziosa bevanda è fonte di potassio, magnesio, antiossidanti, antitumorali, antinfiammatorie, tocoferolo, prebiotici, cromo, vitamine, manganese e, oltre ad abbassare i livelli di stress, il caffè funge come antidepressivo naturale in quanto secerna proprietà importanti quali dopamina, serotonina e noradrenalina in grado di farci sentire bene.

E’ opportuno anche sapere che per il caffè, così come per ogni altra bibita, è sconsigliato l’uso eccessivo in quanto si possono ricevere effetti negativi sprigionati proprio dall’eccessivo apporto di caffeina. Essa può comportare: agitazione, tremori, febbre, allucinazioni, convulsioni, problemi respiratori, vertigini, battito cardiaco irregolare, disidratazione e molto altro. A tal proposito vediamo qual è il numero preciso e la dose consigliata di caffè da consumare al giorno.

È buono sapere che il caffè è una bevanda che ha diversi effetti per ogni singola persona. A qualcuno provoca anche insonnia (impossibilità o difficoltà del sonno), ad altri altera il sonno e molti altri provoca acidità. Quindi è importante capire che tipo di effetti può comportare questa gustosa bevanda nel vostro organismo. Secondo alcuni studi è emerso che si può assumere massimo fino a 400 mg di caffeina al giorno, dunque considerando che una tazzina di caffè espresso contiene circa 85-90 mg di caffeina, il numero stimato è di 3-4 tazzine di caffè espresso da consumare nell’arco della giornata. Anche l’European Food Safety Authority, ossia l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, consiglia questo limite massimo di consumo.

L’assunzione controllata di caffè si sposa bene anche con chi fa sport. Tale affermazione è stata confermata successivamente ad uno studio svolto dalla britannica Coventry University su 13 persone, ad alcune di esse è stato fatto bere un’ora prima dell’allenamento una bevanda priva di zucchero ma con caffeina, ad altre la stessa bevanda ma priva di caffè. E’ emerso che le prime persone sono riuscite ad eseguire fino in fondo gli esercizi assegnati avvertendo solo poca fatica, e dunque non sono arrivati sfiniti al termine della seduta di allenamento.

L’uso regolare di caffeina aiuta anche a facilitare la perdita di peso, infatti, se si sta seguendo una dieta sana ed equilibrata favorisce il dimagrimento. In base al tipo di dieta svolto, dalla grandezza e dalla massa muscolare, si possono bruciare dalle 100 alle 500 calorie al giorno.

L’importanza del nutrizionista per tornare in forma

nutrizionista

Con l’arrivo dell’estate tutti sono a caccia della dieta veloce per perdere i chili di troppo, ma non è certo questo il modo giusto per ritrovare la forma. Ecco perché è bene affidarsi ad un professionista della nutrizione: il nutrizionista.
Perdere peso non è un gioco, ma un obiettivo da perseguire con attenzione in modo da non mettere a repentaglio la propria salute. Ad esempio è vero che è possibile dimagrire assumendo proteine, ma questo stile alimentare può danneggiare, nel tempo, fegato e reni. Importanti carenze alimentari dovute ad una dieta eccessivamente povera di nutrienti, possono si portare alla perdita di peso, ma anche di tono muscolare e, soprattutto, un affaticamento generale con sofferenza anche per il cuore. Inoltre quando si “sgarra”, come si dice in gergo, vi è il forte rischio dell’effetto yo-yo, cioè si riprendono velocemente i chili persi.
La dieta prestata dall’amica, oppure letta sui giornali, invece, non è studiata per le esigenze di ciascuno e quindi potrebbe non funzionare. I rischi non terminano qui perché uno stile alimentare eccessivamente ricco di elementi che accelerano il metabolismo potrebbe influenzare, negativamente, il funzionamento della tiroide: una ghiandola essenziale per il corretto funzionamento di diversi organi e tessuti.
Per evitare di cadere in errore è bene affidarsi ad un nutrizionista: una figura professionale molto importante e supportata da studi specifici, si tratta, infatti, di un professionista esperto in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione. Questo titolo, in seguito a specializzazione, può essere conferito a medici e biologi, permette l’iscrizione all’albo ed abilita alla prescrizione di piani alimentari.
Si è parlato di piano alimentare perché oggi troppo spesso si confonde una sana alimentazione con il semplice dimagrire, verbo associato al termine dieta. In realtà un nutrizionista fa molto di più. I rischi a lungo termine di un’alimentazione scorretta, sommariamente, sono già stati visti, nel breve termine può portare apatia, senso di stanchezza, difficoltà di concentrazione, problemi cardiaci, mentre un’alimentazione sana oltre a far sentire bene aiuta a preservare a lungo la salute. Non esiste però un unico regime alimentare giusto, esistono diverse possibilità da scegliere in base alle esigenze e alle caratteristiche delle persone. Rivolgersi ad un nutrizionista vuol dire avere un piano alimentare specifico per raggiungere i propri obiettivi e soprattutto sano.
Quando ci si reca dal nutrizionista non si deve pensare di uscire dallo studio con una dieta e con chili persi in breve tempo, infatti, la prima visita è dedicata soprattutto all’anamnesi. Il medico visiterà il paziente stabilendo la massa magra e la massa grassa, prescriverà delle analisi del sangue per capire se vi sono delle carenze nei nutrienti. A questo punto è bene precisare che non è detto che il peso in eccesso sia segnale di un’assenza di carenza alimentare perché quando si mangia male, o in modo non consono allo stile di vita, vi possono essere degli squilibri che inevitabilmente si ripercuotono sulla salute. Il medico avrà cura anche di chiedere se siano state già diagnosticate delle patologie, delle allergie, delle intolleranze e se vi sono particolari fastidi, ad esempio problemi digestivi, flatulenza, diarrea o stipsi frequenti. Tutte queste informazioni servono al medico per stabilire il quadro generale riferito al singolo paziente. Oltre ciò il nutrizionista dovrà valutare lo stile di vita, ad esempio la dieta prescritta ad un atleta non potrà certo essere simile alla dieta prescritta ad un impiegato con vita sedentaria. Allo stesso modo, difficilmente la dieta di un operaio potrà essere simile a quella di un impiegato questo perché le diverse categorie di lavori prevedono un dispendio di energia diverso ed è necessario dare ad ognuno una dieta equilibrata in grado supportare il tipo di attività svolta.
Il piano alimentare sarà stabilito anche in base al sesso. Questa prima disamina ha l’obiettivo di far capire come sia importante affidarsi a persone serie per raggiungere i propri obiettivi. Se una persona arriva presso lo studio dicendo che vuole aumentare la massa muscolare, se tale obiettivo è raggiungibile in relazione allo stato di salute, gli viene proposta una determinata dieta ricca di proteine. Allo stesso tempo gli viene indicato anche un piano di attività fisica adeguato. L’obiettivo di questo specialista non è semplicemente aiutare a dimagrire o rinforzare i muscoli, infatti è possibile rivolgersi ad un esperto dell’alimentazione anche per chiedere un di piano alimentare adeguato per i problemi diabetici, per ridurre il livello di colesterolo nel sangue, oppure per riuscire ad affrontare delle intolleranze alimentari senza avere scompensi nutrizionali, come nel caso della celiachia.
Una volta ottenuto il piano alimentare specifico per le proprie esigenze e caratteristiche, cioè calibrato in base al fabbisogno, il “paziente” non viene lasciato solo, infatti, periodicamente dovrà recarsi allo studio per capire se la dieta sta funzionando, se l’organismo reagisce bene oppure se è necessario cambiare il piano. In ogni caso sarà data una dieta compatibile con uno stato di salute ottimale, senza eliminare del tutto alcun nutriente. In molti casi di intolleranze il nutrizionista dovrà adottare un approccio graduale nell’inserimento dopo un primo periodo degli alimenti eliminati, ma tutte queste fasi devono essere seguite in modo scrupoloso da un esperto. Anche se può sembrare arduo, imparare a mangiare in modo sano con l’aiuto di un nutrizionista è l’unica strada per stare bene e in forma.

Dieta chetogenica: dieta dimagrante a base di proteine

dieta chetogenica

Sia le donne che gli uomini devono continuamente fare i conti con la bilancia e i chili di troppo, sempre più difficili da mandar via soprattutto quando non si è più giovanissimi. Esistono decine di diete di tutti i tipi, ma se volete dimagrire in fretta e ottenere degli ottimi risultati la dieta chetogenica potrebbe essere quello che fa per voi. Di cosa si tratta? Questa dieta è molto usata dagli sportivi, specialmente nel settore del fitness e del body building. Usando la dieta chetogenica prima di una gara o di un’esibizione riescono a perdere tantissimi chili velocemente, mantenendo allo stesso tempo la massa magra. Questo è possibile perché è basata sull’uso dei grassi e delle proteine, riducendo drasticamente o eliminando del tutto i carboidrati. Come è noto il pane, la pizza, i dolci e la pasta sono i principali responsabili dell’aumento di peso, ma allo stesso tempo i carboidrati sono anche indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo. Quest’ultimo infatti prende l’energia necessaria proprio dai carboidrati, ma quando sono assunti in quantità eccessive non riesce a utilizzarli tutti trasformandone una parte in grasso. La dieta chetogenica agisce proprio su questo problema, garantendo dei risultati eccezionali e soprattutto molto rapidi. Il funzionamento alla base di questa dieta risiede nel concetto della chetosi. Si tratta di far entrare l’organismo in uno stato di letargo metabolico. Quando si tagliano i carboidrati le cellule del corpo non ricevono più l’energia necessaria, il loro carburante abituale, quindi entrano in chetosi. Dopo un primo momento di confusione iniziano a prendere l’energia da ciò che trovano disponibile, cominciando a sintetizzare appunto i grassi e le proteine. Le cellule quindi formano il glucosio dagli amminoacidi, costringendo però i reni e il fegato a un lavoro molto faticoso e stressante. Inoltre iniziano a scomporre e attaccare anche i grassi già presenti nell’organismo, causando una forte diminuzione del peso corporeo. La dieta chetogenica permette di perdere molti chili e in fretta ma bisogna stare molto attenti nel ridurre drasticamente i carboidrati. La chetosi infatti comporta anche delle controindicazioni sulla salute umana che non sono trascurabili. I primi sintomi di questo stato infatti sono un generale senso di stanchezza, crampi, vertigini, mal di tesa frequenti, cattivo umore, disidratazione e alito cattivo. Inoltre se seguita per un tempo eccessivo e prolungato la dieta chetogenica può causare problemi ai reni e al fegato, anche piuttosto gravi. Quindi se volete fare questa dieta dovrete stare molto attenti, limitandola a non più di 3 o 4 settimane. Una volta terminata la fase di picco a zero carboidrati dovrete reinserirli gradualmente, altrimenti causerete uno shock metabolico all’organismo. È molto importante quando si sta seguendo una dieta chetogenica avere delle persone vicine, parenti o amici, che possano aiutarci a gestire lo stress e gli sbalzi d’umore. Il supporto emotivo è fondamentale durante le settimane di dieta, senza il quale difficilmente riuscirete ad andare fino in fondo e raggiungere i risultati prefissati. Vediamo qualche esempio di diete chetogeniche corrette, analizzando quali siano gli alimenti migliori da inserire e quali invece sarebbe meglio evitare. Ovviamente bisogna eliminare quasi del tutto i carboidrati, quindi niente pasta, pizza, pane, dolci ma anche bevande zuccherate, alcolici e qualsiasi prodotto confezionato. Inoltre non bisogna aggiungere mai lo zucchero, come per esempio nel caffè, nel thè o nel latte. I pasti giornalieri nella dieta chetogenica devono essere almeno 5, divisi tra colazione, pranzo, cena e due spuntini leggeri. Gli alimenti base della dieta dovranno essere le carni magre come il pollo, il tacchino, il pesce e anche le uova. Per quanto riguarda i grassi vanno bene l’olio di oliva extravergine, il latte intero di vacca, la frutta secca come le noci e le mandorle e alcuni formaggi come il parmigiano. È possibile consumare della frutta negli spuntini, come ad esempio le mele o le pere, oppure le arance anche tramite succo naturale senza zuccheri aggiunti. Anche le verdure e i legumi possono essere inserite con moderazione, specialmente per accompagnare le proteine come la carne e il pesce. In caso non riusciate a sopportare la chetosi potete inserire delle modiche quantità di carboidrati, come ad esempio due fette biscottate o un piccolo pezzo di pane integrale di semola dura. Per esempio, questa potrebbe essere una giornata tipica per una donna di 35 anni che segue una dieta chetogenica, conducendo una vita sedentaria : colazione con 200 g di yogurt bianco intero e spuntino con 50 g di mandorle, pranzo con 250 g di petto di pollo, 300 g di zucchine e 20 g d’olio extravergine d’oliva, altro spuntino con 100 g di parmigiano e cena con 200 g di filetto di merluzzo, 100 g d’insalata, una mela e 20 g d’olio extravergine d’oliva. Ovviamente si tratta solo di un esempio, infatti è necessario rivolgersi sempre a un nutrizionista esperto se si volesse seguire una dieta di questo genere. Gli alimenti e le quantità devono essere scelti in base a diversi fattori come l’età, il peso, la struttura fisica, lo stile di vita, l’attività sportiva, eventuali problemi di salute o predisposizioni e così via. Seguire una dieta chetogenica fai da te è molto pericoloso o inutile. Se da un lato potrebbe farvi desistere dopo pochi giorni, dall’altro potrebbe causarvi problemi ai reni e al fegato. Per evitare tutto ciò usate sempre la testa, rivolgetevi a dei professionisti e fatevi supportare da qualcuno. La dieta chetogenica funziona molto bene ma è un rimedio estremo per perdere peso, che deve essere gestito e utilizzato con cura, con lo stretto controllo di persone che sappiano esattamente quello che stanno facendo.

Esistono degli alimenti brucia grassi che aiutano a dimagrire

brucia grassi

Gli alimenti che appartengono alla categoria dei brucia grassi devono avere la duplice caratteristica di contenere poche calorie e di dare sazietà. Inoltre devono essere in grado di stimolare il metabolismo. L’accelerazione del metabolismo fa crescere la spesa energetica del corpo, che di conseguenza deve attingere alle riserve di grassi. Un primo gruppo di sostanze che hanno la caratteristica di accelerare il metabolismo comprende la caffeina, il tè verde, l’erba mate, la cola, il ginseng, la sinefrina e il guaranà. Non a caso gli integratori alimentari contengono in alcuni casi queste sostanze. La caffeina non è contenuta solo nel caffè ma anche in cibi e bevande come il cacao, la Coca Cola e il tè verde. L’assunzione di 500 mg di caffeina (una quantità contenuta in cinque o sei caffè) fa aumentare il metabolismo basale di circa il 10-15%. Se consumate in grandi quantità, la caffeina, la teina e le altre sostanze di questo tipo hanno effetti collaterali come l’ipertensione, la cefalea, il vomito, l’ansia, la neusea e la tachicardia. Un altro grande insieme di cibi brucia grassi è quello degli alimenti che contengono fibre. Sono particolarmente ricchi di fibre le verdure, i cereali, la frutta e i legumi. Le fibre sono sostanze a-nutrienti che non danno al corpo alcun valore aggiunto per quanto riguarda le sostanze nutritive. In pratica le fibre sono i residuati di cellule vegetali che non sono digeribili dall’organismo. Questa loro caratteristica fa sì che diano la sensazione di sazietà senza però apportare all’organismo lipidi, proteine o carboidrati. Alcuni vegetali contengono più fibre di altri. I vegetali più fibrosi sono i cereali di tipo integrale, tutti i legumi, i cavoli, l’avocado, le castagne, le prugne secche e le bacche di açaì. Un buon modo di assumere i vegetali per sfruttare le loro fibre è mangiarli all’inizio del pasto. In questo modo le fibre danno una sensazione immediata di sazietà senza che siano stati introdotti nell’organismo alimenti ricchi di sostanze nutrienti. Dopo avere mangiato la verdura si avrà meno voglia di abbuffarsi con cibi ricchi di lipidi, proteine e carboidrati. Le fibre possono essere suddivise in due categorie: fibre solubili e insolubili. Le fibre solubili sono quelle che nel corso della digestione si legano con i liquidi enterici formando molecole che hanno la consistenza di un gel. Le fibre insolubili attraversano l’organismo senza subire alcun tipo di trasformazione. I cibi con molte fibre solubili sono particolarmente adatte come alimenti brucia grassi perché durante il processo di solubilità assorbono una piccola quantità di lipidi. Le fibre solubili e insolubili sono presenti in percentuali diverse in tutti i vegetali. I vegetali con la più alta quantità di fibre solubili sono i legumi, l’avena, le carote, le cipolle e la frutta fresca. I frutti particolarmente ricchi di fibre solubili sono le mele (in special modo le loro bucce), gli agrumi, le pere, le pesche, le prugne e le susine. Un’altra categoria di alimenti brucia grassi è quella dei cibi ipocalorici. Si tratta di alimenti che apportano all’organismo poche calorie. Fra i cibi ipocalorici si possono ricordare la soia, le fragole e i frutti di bosco. Un vegetale che merita un discorso a parte è il daikon, una radice di origine giapponese dotata di proprietà depurative e disintossicanti. È consigliato mangiarla al termine di un pasto ricco di frutture per via della sua proprietà di bruciagrassi naturale. Gli alimenti termogenici permettono di bruciare grassi e aumentare il metabolismo grazie alla loro capacità di fare crescere il calore corporeo. Il corpo ha bisogno di sprigionare calorie quando assimila il cibo. Questo significa che una parte del cibo immesso nel corpo viene consumata nel processo di digestione. Tutti gli alimenti innescano il processo di termogenesi, tuttavia ce ne sono alcuni che fanno consumare al corpo molte più calorie di altri per essere digeriti. I cibi che contengono i glicidi e i lipidi sono a bassa termogenesi. I cibi proteici hanno invece una termogenesi molto elevata. Quando viene ingerito un cibo proteico, l’organismo consuma il 30% di quel cibo per alimentare la digestione e ne assorbe solo il 70%. Per quanto riguarda i glicidi e i lipidi vengono consumati in fase di termogenesi rispettivamente solo il 7% e il 3%. Introducendo nel corpo solo cibi proteici rimangono all’organismo meno calorie da immagazzinare al termine della digestione. Avendo a disposizione meno calorie, l’organismo deve attingere alle riserve di grasso. È in questo modo che i cibi proteici bruciano i grassi. Fra i cibi proteici ci sono le uova, i latticini, la soia, le lenticchie e le carni bianche e rosse. Ci sono diete che prevedono l’assunzione di elevate quantità di proteine grazie a piatti di carne e di pesce e che contemplano il taglio drastico di cibi ricchi di carboidrati come il pane e la pasta fatti con grano non integrale. Si tratta delle note diete che permettono di perdere molti chili in poco tempo. Un alimento particolarmente noto fra quelli che hanno la particolarità di sprigionare il calore corporeo è il peperoncino. La sua azione termogenica è dovuta alla presenza di capsaicina. Il peperoncino ha il vantaggio di poter essere usato per speziare i cibi al posto di alimenti che contengono lipidi. Assomigliano al peperoncino altre spezie come la curcuma e lo zenzero.