Colon irritabile

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Colon irritabile

La sindrome del colon irritabile è un disturbo che si manifesta con fastidi diffusi come nausea, crampi, dolore e gonfiore addominale, meteorismo, problemi di stitichezza e diarrea a volte presenti in alternanza. Le cause di questo disturbo non sono certe, ma si ipotizza che sia dovuto ad una serie di meccanismi aggravati da fattori come cattiva alimentazione e stress, che colpiscono le pareti dell’intestino infiammandole e rendendole molto sensibili. Otre ad essere molto comune, la sindrome del colon irritabile, i cui sintomi sono pressappoco quelli della colite, è spesso causa di disagio e di imbarazzo per chi ne soffre, ma non causa danni all’intestino e può essere curata attraverso un’alimentazione adeguata e uno stile di vita corretto ed equilibrato.

Colon irritabile: cibi consigliati e cibi sconsigliati

Una dieta ben bilanciata è la prima da seguire in caso di colon irritabile. Purtroppo gli alimenti che aumentano il disturbo possono variare da paziente a paziente, ma in linea di massima è possibile affermare che gli alimenti a potenziale rischio sono: il latte, i dolcificanti, il caffè, il tè, la marmellata, gli alcolici, le spezie, le bibite gassate. E’ inoltre consigliabile evitare cibi fritti e verdura lessata, e preferire verdura scottata e condita con un filo d’olio. Un altro suggerimento è quello di diminuire il consumo di cereali raffinati e privilegiare quelli integrali. Tra gli alimenti utili per diminuire i sintomi del colon irritabile troviamo il tofu, la zuppa di miso, la zucca, il miele, mentre tra quelli sconsigliati vi sono cavoli, carciofi, aglio, cipolla, broccoli, tutti cibi che creano fermentazioni intestinali. Infine, abituarsi a masticare lentamente i cibi evita la formazione di gas.

Rimedi per il colon irritabile

Tenere a bada il colon irritabile è possibile anche con i rimedi naturali. Quindi, spazio a tisane digestive e calmanti come la melissa, camomilla, il finocchio. Ottimi riequilibranti della flora batterica intestinale sono anche lo yogurt e i probiotici, ed efficace è anche il carbone vegetale, ideale per assorbire i gas intestinali. Un ottimo rimedio per il colon irritabile è l’estratto fluido di gramigna, una pianta contenente flavonoidi, sali minerali come ferro e potassio, vitamina A e vitamine del gruppo B. basta assumerne 20 gocce, diluite in poca acqua, 2 volte al giorno, lontano dai pasti, per avere dei miglioramenti visibili. Anche l’escolzia, dalle riconosciute proprietà sedative, è molto efficace e la si può assumerne sotto forma di estratto fluido. Anche i fiori di Bach sono efficaci e così anche la malva, l’altea, la piantaggine e la liquirizia. Tra gli oli essenziali, ottimo è quello di ginepro, che agisce con notevoli benefici sulle funzioni intestinali e digestive, aumentando le secrezioni, e alleviando i sintomi fastidiosi grazie alle sue proprietà depurative e diuretiche. Anche l’olio essenziale di menta piperita svolge un’azione benefica sull’intestino rilassandolo. Con il ginepro e con l’anice si possono preparare delle ottime tisane benefiche per il colon.

Colon irritabile: consigli

E’ fuori dubbio che per migliorare i sintomi del colon irritabile è necessario curare l’alimentazione e assumere stili di vita corretti. E’ però anche innegabile che lo stress può stimolare gli spasmi del colon nelle persone affette da sindrome del colon irritabile. Quindi, la gestione dello stress è una parte importante per curare la sindrome del colon irritabile: per questo motivo praticare una regolare attività fisica oppure delle terapie di rilassamento possono aiutare a scaricare la tensione nervosa e, assieme ad una dieta equilibrata, possono apportare miglioramenti sensibili all’organismo. Contribuiscono a migliorare la sindrome anche un atteggiamento positivo di fronte a qualsiasi situazione e le ore adeguate di sonno che permettono al corpo di riposarsi e non apparire stanchi e agitati.

Integratori alimentari, funzionano?

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Il boom degli integratori alimentari ha portato negli anni passati ad un approccio privo di una corretta informazione su molti di questi prodotti spesso utilizzati in maniera disorganizzata. Le opinioni sugli integratori anche oggi sono contrapposte, e se da un lato troviamo molto scetticismo, dall’altro lato la classe medica non ha certo contribuito a fornire informazioni sufficienti sulla loro utilità, sui loro effetti benefici e sulle eventuali controindicazioni. Vediamo di capire se gli integratori alimentari servono davvero e se funzionano.

Integratori alimentari: servono in caso di carenza di nutrienti

Per cominciare, studi approfonditi dimostrano che in linea generale, gli integratori assolvono in parte lo scopo per cui sono stati creati, ovvero quello di permettere al corpo di raggiungere un livello di nutrienti ottimale in modo da mantenere perfettamente funzionante l’intero organismo. A questo proposito, alcuni ricercatori da anni sostengono che i livelli minimi di nutrienti necessari al nostro corpo per mantenersi in buona salute sono ben lontani dai livelli ottimali a cui dovrebbero aspirare: questi stessi livelli ottimali non sono facili da raggiungere con la sola alimentazione ordinaria, anche se è equilibrata e sana. In base a questo presupposto, gli integratori, perlomeno tutta la categoria che riguarda gli integratori multivitaminici, antiossidanti, ecc., potrebbero rivelarsi molto utili e molte persone potrebbero realmente trarne beneficio. Per una scelta mirata e consapevole è sempre bene chiedere un consiglio al medico per individuare la problematica e scegliere l’integratore più adatto al proprio stile alimentare e di vita.

Integratori alimentari: da assumere con moderazione

Se da un lato molti medici si pongono favorevolmente sull’utilizzo degli integratori alimentari per apportare i giusti nutrienti all’intero organismo, dall’altro raccomandano di non abusarne. Infatti, pochi sanno che alte dosi di vitamine possono anche provocare danni alla salute. Da uno studio è emerso che alti dosaggi degli integratori trasformano i nutrienti in veri e propri farmaci, per cui è indispensabile attenersi alle istruzioni d’uso nel consumarli. Gli integratori servono veramente e se utilizzati correttamente danno molte soddisfazioni, non causano danni e si può trarne beneficio. Il suo utilizzo quotidiano non prevede che sia la sostituzione dei cibi solidi, come molti credono, ma piuttosto va usato come integratore nella dieta e associato ad un’alimentazione equilibrata. Inoltre, il momento migliore per assumere integratori è quando il nostro corpo è in grado di assorbirli, senza provocare sovraccarichi di proteine e di creatina, che potrebbero essere controproducenti. Generalmente il momento migliore per assumere un integratore alimentare è al mattino, prima e dopo l’attività fisica.

Integratori alimentari: sport e dimagrimento

Molto utilizzati dagli sportivi a livello agonistico, gli integratori alimentari, prescritti spesso dai medici dello sport o dai nutrizionisti, possono svolgere, sempre abbinati ad un’equilibrata alimentazione, un ruolo determinante per raggiungere uno stato nutrizionale ottimale. E’ chiaro che il riferimento è per quegli sportivi che fanno tanti allenamenti settimanali e hanno un consumo energetico elevato. In questi casi, l’elevato livello di sudorazione porta alla perdita di sali minerali, vitamine e proteine, e gli integratori alimentari si presentano come una soluzione ideale da integrare all’alimentazione. La somministrazione sarà regolata dal medico sportivo o dal nutrizionista, in base alle caratteristiche dell’atleta e dello sport praticato. Anche gli integratori alimentari per dimagrire devono essere utilizzati con moderazione e non bisogna aspettarsi miracoli: tutto funziona in base allo stile di vita che conduciamo e non esiste un integratore alimentare magico che con poche assunzioni faccia perdere tutti i chili in eccesso. All’inizio, infatti, solitamente gli integratori non danno alcun risultato, ma abbinati ad un’alimentazione corretta, permettono nel tempo di raggiungere il peso forma ideale. Se si vuole cominciare una dieta, è bene non farsi troppi illusioni con gli integratori!

Il nuoto fa dimagrire

Il nuoto è un’attività che apporta notevoli benefici per la salute e che fa lavorare tutti i muscoli del corpo, allenando e sviluppando la muscolatura, e tenendo in forma il cuore e i polmoni. Il nuoto fa anche dimagrire? Indubbiamente, scegliere il nuoto come attività per perdere peso, rappresenta una scelta di esercizio notevole, che permette di bruciare molte calorie, proprio perché l’intera massa corporea è totalmente coinvolta. Un’attività di nuoto anche di media intensità tiene in allenamento non solo il sistema cardiovascolare ma tutto il corpo, apportando notevoli benefici alla figura e al tono muscolare. Inoltre, scegliendo tra i principali tempi di nuoto (Freestyle, Nuoto a rana, Dorso, Farfalla) è possibile personalizzare le sessioni e praticare esercizi nelle specifiche aree del corpo.

Il nuoto migliora la resistenza e scioglie i grassi

L’azione del nuoto sul corpo è costante e permette di acquisire, man mano che si combatte contro l’acqua per spingere il corpo in avanti, una notevole resistenza e forza, in particolare nella parte superiore del corpo. Avanzando nella tecnica del nuoto e migliorando le performance, i muscoli si tonificano e i grassi a poco a poco si sciolgono: maggiori saranno le calorie bruciate e migliori saranno le performance nel nuoto. Anche quando l’esercizio è finito il corpo continua a bruciare calorie poiché utilizza l’energia per recuperare il tessuto muscolare. Per ottenere risultati soddisfacenti nel dimagrimento e mantenersi in forma è necessario abbinare al nuoto una corretta e sana alimentazione.

Il nuoto accelera il metabolismo

Oltre a rafforzare la resistenza cardiovascolare e un’eccellente forma di resistenza, il nuoto è anche un ottimo alleato per stimolare il metabolismo e di conseguenza perdere peso più facilmente. Per ottenere queste due cose occorre praticare un’attività costante che preveda almeno tre sessioni alla settimana di nuoto. Inoltre, nuotare per dimagrire vuol dire dedicarsi all’esercizio senza perdersi in chiacchere e interrompere i movimenti. La perdita di peso è anche favorita dallo stile dell’esercizio che si pratica in vasca: visto che il nuoto è uno di tipo aerobico e garantisce un discreto dispendio energetico, permette di ottenere ottimi risultati se, ad esempio, si cambia stile da una vasca all’altra. Infatti, esercita un massaggio benefico sul corpo, ad azione modellante e linfodrenante. Il nuoto è proprio l’attività ideale anche per chi soffre di ritenzione idrica e problemi di circolazione, aiuta a sgonfiare piedi e gambe e a sentirsi leggere.

Quali stili adottare per dimagrire

Chi ha bisogno di dimagrire non può non praticare il nuoto a stile libero. Spesso però le donne preferiscono la rana, indubbiamente eccezionale per rassodare glutei, seno e interno cosce. Lo stile a rana, se eseguito a un certo ritmo, aiuta a bruciare anche molte calorie. Il nuoto a stile libero rimane comunque quello più efficace e se è eseguito in modo corretto consente di ottenere in breve risultati visibili. Per uno stile libero perfetto, non è consigliabile nuotare tenendo sempre la testa fuori dall’acqua. Anche lo stile a rana va praticato sott’acqua: infatti, la postura corretta dello stile a rana prevede una perfetta coordinazione tra respirazione e movimento “a spinta” delle gambe, con i piedi tenuti a martello. Lo stile a rana è efficace per rialzare seno e glutei, e agisce sul grasso dell’interno coscia. Invece, in una sessione di nuoto, è consigliabile alternare i diversi stili, che di solito sono due: per bruciare i grassi velocemente si possono alternare crawl e dorso oppure, per chi ha maggiore esperienza, tra stile a delfino e dorso. Lo stile a dorso è ideale per distendere la colonna vertebrale ed è un valido alleato per tonificare braccia, seno, addome e schiena.

La frittura fa ingrassare?

Dopo tanti anni trascorsi a tartassare il cibo fritto come portatore di disturbi sull’organismo ecco che arriva la conferma da una ricerca di alcuni esperti spagnoli: la frittura non fa male, a meno che non siano presenti patologie epatiche o pancreatiche per cui è sconsigliato il consumo. Lo studio spagnolo ha rivoluzionato le teorie passate sui cibi fritti e ha invece dato loro una valutazione ipersalutista e anti-calorica. Anzi, i cibi fritti aiutano il fegato a lavorare più velocemente accelerando anche il metabolismo: il segreto di questa nuova affermazione sta nell’extravergine d’oliva. La rivalutazione dei cibi fritti è sorprendente: pare che alcune verdure mantengono le loro proprietà proprio questo tipo di cottura che consente di produrre più acido oleico e componenti antiossidanti, utili per prevenire il cancro, il diabete e la perdita della vista. Più viene fritto, più la qualità nutrizionale dell’alimento potrebbe migliorare.

La frittura rivalutata

Gli esperimenti condotti dalla ricercatrice Cristina Samaniego Sanchez, a capo del Dipartimento nutrizionale della facoltà di Farmacia a Granada, hanno permesso di ottenere risultati sorprendenti, che hanno ribaltato la concezione avuta finora che le friggere le verdure è vietato perché fanno ingrassare: i ricercatori hanno scoperto che le patate e altre verdure come zucche, melenzane, ecc, mantengono le loro proprietà nutritive ancora di più se fritte nell’olio d’oliva rispetto a quando sono bollite. Inoltre, gli esperimenti hanno permesso di verificare che le verdure fritte in olio extravergine aumentano le loro capacità antiossidanti e aiutano a prevenire diverse malattie. La cottura in olio bollente è quindi adatta a qualsiasi alimento: in più, migliora le qualità organolettiche di ortaggi e cereali ed è anche più digeribile rispetto ad altri tipi di cottura poiché l’alimento di disidrata e i succhi digestivi lo aggrediscono più facilmente. Con i risultati di questo studio tutti i tabù sul fritto sono stati sfatati, ma è necessario eseguire la frittura seguendo regole precise affinché non abbia effetti negativi sul nostro corpo.

Eseguire la frittura con regole precise

Nonostante la frittura sia adesso ritenuta non portatrice di malattie ed effetti negativi, è necessario osservare alcune regole per cucinare cibi fritti per evitare che facciano danni all’organismo. Come già detto, la prima cosa da fare è utilizzare olio extravergine d’oliva e una temperatura di cottura che non superi i 180 gradi. La frittura fa male se è stata fatta con olio scadente, se l’alimento risulta “inzuppato” di olio, se l’alimento è troppo scuro e se il fritto non è associato in maniera equilibrata all’interno di un pasto in cui sono presenti altri alimenti. Un aspetto importante della frittura è quello di asciugare gli alimenti fritti su carta paglia, e non su carta da cucina assorbente che invece potrebbe rilasciare sostanze chimiche al cibo. Per una buona frittura sono privilegiati i recipienti in acciaio, e padelle non troppo grandi. E’ preferibile non utilizzare padelle di alluminio, rame e ferro e nel corso della cottura non abbassare la temperatura che provoca l’assorbimento dell’olio da parte dell’alimento. Molti pensano che friggere con l’olio di oliva rende l’alimento più pesante, mentre altri sostengono che questa è solo una illusione, in quanto la definizione pesante può riferirsi agli aromi e ai profumi dell’olio d’oliva. Preparare un fritto a casa non ha nulla a che vedere con la frittura dei fast food, in quanto si tratta sempre di un fritto più genuino se si osservano le regole citate. La frittura, quindi, se in quantità moderata, non solo non nuoce alla salute, ma non fa nemmeno ingrassare e può essere inserita in una dieta sana ed equilibrata e prevenire perfino l’insorgere di molte malattie.