I primi sintomi della gravidanza: ecco quali sono i segnali che potrebbero annunciare una gravidanza

sintomi della gravidanza

Chi tra voi è già mamma, sa benissimo che la gravidanza arriva, e diviene consapevolezza, già prima di vedere le classiche doppie lineette viola nel test specifico e rivelatore, già nei primi giorni successivi al ritardo mestruale, i primi sintomi della gravidanza.
E’ una sorta d’istinto insito nella corteccia cerebrale femminile, perché essere madri, prima di consapevolezza e coscienza specifica, è soprattutto l’inizio di una serie di istinti arcaici e profondi che si rivelano, l’istinto materno, come viene comunemente denominato.
Voi mamme di tutto ciò ne siete pienamente consapevoli: i primi sintomi della gravidanza vi si sono manifstati già nelle prime fasi di questo bellissimo viaggio di nove mesi con le prime nausee mattutine, il turgore al seno all’inizio quasi fastidioso, l’umore che muta repentino, anche se tutto ciò si manifesta con differenti gradienti di percezione.
Alle volte i sintomi della gravidanza sono molto intensi, altre volte più lievi.
Bene o male, però, più o meno tutte le donne li avvertono, magari non esternando le prime impressioni, le intuizioni specifiche, ma questi sintomi sono ben percepiti: il test sarà quasi sempre conferma del sospetto di gravidanza in corso.
Tra i primi palesi sintomi della gravidanza, l’arresto delle mestruazioni, l’amenorrea, percepito prima come ritardo fisiologico poi come primo ‘imputato’ nella constatazione e nell’ipotesi di una gravidanza che si sta giorno dopo giorno manifestando.
Eppure anche durante la fase di amenorrea fisiologica, alle volte piccole macchioline ematiche potrebbero, giustamente, allarmare la futura madre sospettando una situazione di pericolo per il feto. In effetti, nelle percentuali casistiche, quelle piccole perdite ematiche sono a volte sintomo di una situazione di pericolo per l’embrione, anche se, nella maggior parte dei casi, dipendono proprio dalla sua discesa e successivo impianto nell’area uterina dedicata alla gravidanza e allo sviluppo placentare. Non rimanete, nel caso, in allarme: toglietevi ogni dubbio rivolgendovi al vostro ginecologo di fiducia.

Dopo il test e le conferme ginecologiche (anche un esame del sangue sarà fondamentale nella serie di prescrizioni ginecologiche relative al primo stadio di gravidanza per controllare i valori ematici e il dosaggio ormonale in circolo), immancabili arrivano le prime nausee, soprattutto mattutine, a volte davvero debilitanti e violente nel loro manifestarsi.
Tra i sintomi della gravidanza, le nausee sono l’aspetto più comune, per molte mamme in attesa, il vero terrore se d’intensità alta.
Le nausee sono tra i sintomi della gravidanza più fastidiosi, a volte davvero insopportabili e si prolungano anche sino a tutto il terzo mese, ma da cosa dipendono nello specifico medico e ginecologico?
Durante l’insediamento nell’utero, l’embrione produce gonadotropina corionica umana, denominata anche hCG, ormone del quale si ricerca la presenza durante il test delle urine per determinare l’eventuale gravidanza in corso e la presumibile data di concepimento.
La fastidiosa nausea si presenta solitamente il mattino, orario in cui la concentrazione dell’ormone hCG è ai livelli più alti. Per attenuare il senso di nausea, talmente forte al punto spesso di arrivare al vomito anche e soprattutto a stomaco vuoto, occorre ingerire zuccheri e piccole dosi di cibo. In tal senso è sufficiente un singolo biscotto per rendere l’inizio del giorno meno tormentato.
In situazioni di nausee al contrario molto intense, sarà indicata la prescrizione di appositi farmaci specifici da parte del vostro medico ginecologo: potrebbe essere un periodo davvero lungo e debilitante in una fase nella quale l’embrione vi vuole invece ben nutrite e non squilibrate dal punto di vista delle sostanze nutritive.

Tra gli altri e più comuni sintomi della gravidanza, il turgore al seno rivela, già nelle prime fasi, i cambiamenti specifici in corso. Sotto l’azione ormonale di estrogeni e progesterone (durante la gravidanza gli equilibri classici ormonali si alterano proprio per agevolare i cambiamenti fisici e organici di un corpo che sta iniziando a vivere una simbiosi con la nuova vita in sviluppo), il seno inizia a mutare, improvviso e con rapidi cambiamenti che ne determinano nuovi sintomi, nuove percezioni tattili e fisiche.
Il capezzolo gradualmente assume tonalità più scure, il seno stesso diviene giorno dopo giorno sempre più turgido, nelle prime fasi, con una sorta di turgore simile a quello delle fasi pre-mestruali.
In seguito, anche con grossi aumenti di volume in breve periodo, il turgore diverrà mano a mano amplificato.
Curate la cute del vostro seno in queste fasi con creme delicate e specifiche, così nel post-gravidanza, anche durante l’allattamento, per consentire allo stesso un graduale ritorno alla normalità senza perdite eccessive di tono.

Gnocchi alla sorrentina: un primo a cui nessuno può resistere

gnocchi alla sorrentina

Ingredienti per 5 persone:

  • 300 g di farina 00
  • 1 Kg di patate
  • 1 uovo
  • Sale
  • 300 g di mozzarella fior di latte
  • Salsa di pomodoro
  • Parmigiano grattugiato
  • Basilico

TEMPO: 30 MINUTI

COTTURA: FORNO

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:

Procedura per preparare gli gnocchi

1)La prima cosa che devi fare è lessare le patate per circa mezz’ora con la buccia, poi aggiungi un pizzico di sale.

2)Dopo aver verificato che le patate siano ben cotte, pelale mentre sono ancora calde e poi schiacciale all’interno di una ciotola utilizzando uno schiacciapatate. Successivamente sistema la farina sul tavolo e mettici l’uovo, le patate, un pizzico di sale e poi inizia ad impastare finchè non ottieni un impasto abbastanza compatto ma anche morbido.

3)A questo punto prendi una parte dell’impasto e lavorala e stendila fino ad ottenere dei cilindri che puoi spezzettare in parti non più lunghe di due centimetri. Puoi decidere se arricciarli utilizzando una forchetta oppure lasciarli lisci.

4)Dopo averli preparati tutti, mettili a lessare in abbondante acqua salata e aspetta il momento in cui salgono in superficie; è questo il segnale che gli gnocchi sono pronti per essere scolati.

Preparazione e cottura degli gnocchi alla sorrentina

5)Mentre cuociono gli gnocchi, puoi procedere con il completamento della ricetta. Prendi il fior di latte e taglialo a cubetti; in una pentola prepara il sugo di pomodoro e cuocilo.

6)Una volta pronti gli gnocchi, sistema in un tegamino prima il sugo, poi gli gnocchi, poi ancora altro sugo. Successivamente puoi adagiare i cubetti di fior di latte. Completa la ricetta degli gnocchi alla sorrentina aggiungendo una spolverata di parmigiano e mettendo il tegamino in forno per cinque minuti a 200 gradi in modalità grill.

7)Dopo aver tolto dal forno il tegamino sistema due foglie di basilico sugli gnocchi alla sorrentina e servili caldi.

Varianti della ricetta originale

Gli gnocchi alla sorrentina possono essere preparati anche con delle piccole variazioni rispetto alla ricetta più tradizionale. Per esempio puoi decidere di cuocere gli gnocchi in padella anzichè in forno; è sufficiente mettere il sugo, gli gnocchi ed il fior di latte in padella e spadellare fino a che il fior di latte non inizia a filare. A questo punto puoi servire in tavola aggiungendo una foglia di basilico ad ogni porzione. Altre alternative che puoi tenere presenti sono la provola affumicata, la mozzarella di bufala e la scamorza che puoi usare al posto del fior di latte. Puoi anche decidere di aggiungere altri ingredienti alla ricetta, come ad esempio le melanzane oppure i funghi. Per una ricetta vegana invece puoi fare gli gnocchi senza uova.

Castagne al forno: preparazione e cottura per averle morbide e ben cotte

castagne al forno

L’arrivo della stagione invernale fa venire voglia di calore, di una coperta morbida, di una tazza di cioccolata calda o di tè e, perché no, di una manciata di castagne al forno, la soluzione perfetta perché desidera spizzicare qualcosa di sfizioso e caldo.

Le castagne al forno (buonissime anche lesse) sono un piatto semplicissimo, che richiede una scarsa preparazione e pochissimi passaggi, ma dal successo assicurato.
Col loro sapore corposo, a volte insaporito da un pizzico di sale, a volte completamente al naturale, riescono a risollevare una serata, accompagnate da un tè, da una tisana o, ancora meglio, da una tazza di vin brulè fumante.

Pochissimi sono gli accorgimenti per una perfetta cottura, ma vediamo insieme come preparare le castagne al forno senza intoppi.

Ingredienti per 4 persone:

-4 pugni di castagne

-Sale q.b.

Preparazione


Una delle pochissime cose che devi ricordarti di fare prima di infornare le castagne, è tagliarle.
Si tratta di un passaggio fondamentale per due motivi ugualmente importanti. In primo luogo il piccolo taglietto sulle castagne impedisce loro di scoppiare all’interno del forno durante la cottura. Inoltre, tagliarle ne agevola notevolmente la cottura. In forno, man mano le castagne cuociono il guscio si ritrae un poco permettendo di sbucciarle più facilmente.

La facilità con le quali si riesce a togliere la buccia dipende anche dalla qualità della castagna.

Ci sono scuole di pensiero diverse riguardo a dove va eseguito il taglietto delle castagne al forno. Alcuni affermano che si debba fare sul dorso, altri sul guscio, alcuni fanno un taglio orizzontale, altri ritengono che vada fatto in verticale. Non c’è tanta differenza, l’importante è ricordare di eseguire il taglietto su tutte le castagne. Usa un coltello affilato, non seghettato, e taglia incidendo con la punta. Stai molto attento a non tagliarti nel processo, che può rivelarsi delicato. Non è difficile, ma il guscio è abbastanza solido ed è facile scivolare.

Una volta tagliate, posa le castagne sulla leccarda e infornale in forno preriscaldato a circa 220° e lasciale per una mezz’ora. Stai attento a non cuocerle troppo, per evitare che diventino secche e dure, praticamente immangiabili. Di tanto in tanto apri il forno e muovile un po’, per donare loro una cottura omogenea e non farle abbrustolire solo su un lato.

Una volta cotte, estraile dal forno e avvolgile in un canovaccio. È possibile insaporirle con un pochino di sale già in questo momento, a seconda dei gusti. All’interno della stoffa, le castagne devono riposare per un’altra decina di minuti. Quando si sono intiepidite, è possibile sbucciarle e gustare le castagne al forno con un accompagnamento a piacere e possibilmente in buona compagnia.

I tantissimi effetti benefici della spremuta di melograno: zero grassi e tante tante tante vitamine

spremuta di melograno

Il melograno, uno dei doni più gustosi della stagione autunnale, è un frutto dalle molteplici proprietà benefiche.
Originario dell’India settentrionale, è costituito da una buccia coriacea e da una polpa consistente in cui sono presenti numerosi semi; questi possono essere sgranati ed utilizzati nella preparazione della spremuta di melograno, una bevanda salutare ed altamente energetica!

I benefici della spremuta di melograno
I valori nutrizionali indicano che in 100 g di spremuta di melograno siano presenti 54 Kcal che sono così suddivisi:
-0.15 g di proteine;
-13 g di carboidrati;
-0.2 g di grassi.
Si tratta di una bevanda a basso contenuto calorico, ideale se state seguendo diete alimentari con una ridotta percentuale di grassi. Inoltre, da alcuni studi scientifici sembrerebbe che succo di melograno contenga sostanze in grado di indurre la degradazione degli adipociti, cellule contenenti grasso accumulato con la dieta presenti nel tessuto adiposo.
Ecco altri benefici del succo di melograno!
-Favorisce la diuresi: essendo un alimento ricco di acqua (86 g su 100 g di frutta) e di potassio è in grado di stimolare la diuresi, eliminando le tossine accumulate nell’organismo e riducendo i fastidiosi inestetismi della pelle a buccia d’arancia.
-Abbassa il colesterolo: alcune sostanze presenti nel melograno agiscono nell’organismo stimolando la produzione delle HDL che rimuovono il colesterolo in eccesso per poter essere escreto.
-Protegge vasi e arterie: grazie alla presenza di polifenoli ed antociani, il melograno è considerato un frutto antiossidante; a livello dei vasi sanguigni contrasta la formazione della placca aterosclerotica, la quale una volta formata ostacola il normale flusso del sangue provocando la formazione di trombi.
-Riduce il processo infiammatorio: i tannini riescono ad inibire la produzione di ciclossigenasi e prostaglandine, sostanze che vengono sintetizzate durante l’infiammazione; per questo motivo, potete utilizzarlo come un ottimo rimedio in caso di tosse.
-Contrasta la formazione di cellule cancerogene: l’elevata presenza di polifenoli, tannini ed antocinani riduce la formazione dei radicali liberi, i quali venendo a contatto con il DNA possono indurre alterazioni e formazione di cellule cancerogene. Uno studio condotto dall’University of California di Los Angeles ha dimostrato che il succo di melograno è in grado di rallentare la progressione del carcinoma alla prostata.

La spremuta di melograno delle preparazioni cosmetiche
L’abbondante percentuale delle sostanze antiossidanti contenute nel melograno, lo rendono uno dei frutti più utilizzati nel campo della cosmesi per la preparazione di lozioni o creme ad uso topico.
-Per il viso: la vitamina C e gli antociani favoriscono la sintesi del collageno, donando alla pelle elasticità e luminosità; inoltre, tali sostanze contrastano anche la formazione di rossori e dei fastidiosi brufoli.
-Per l’abbonzatura: essendo particolarmente ricco di vitamina A, questo frutto è ideale per prepararvi all’esposizione solare.
-Per le labbra: la spremuta di melograno può anche essere usata per realizzare una maschera per le vostre labbra in caso di screpolature per via del freddo.
-Per i capelli: grazie alla presenza di sali minerali, come potassio, sodio, calcio e fosforo, il melograno ha tutte le sostanze necessarie per nutrire i vostri capelli; inoltre, gli antiossidanti riducono i processi ossidativi, mantenendone l’integrità.

Gli usi in cucina della spremuta di melograno
Se volete mantenere tutte le proprietà tipiche del succo di melograno è preferibile farlo in casa, poiché le vitamine in esso contenute possono andare incontro ad un processo di inattivazione se la bevanda non viene consumata subito.
La spremuta di melograno può essere preparata aggiungendo zucchero e cubetti di ghiaccio, in questo modo attenuerete il sapore acidulo del frutto ed otterrete una bevanda fresca e gustosa.
Se amate il sapore di questo delizioso frutto potrete usarlo nelle preparazioni in cucina!
-Risotto: potrete aggiungere succo di melograno al risotto quando è a fine cottura e guarnirlo con i chicchi.
-Insalata: chicchi e spremuta di melograno possono essere aggiunti per insaporire l’insalata.
-Secondi di carne: salse a base di succo di melograno e maizena (per addensare) sono ideali per accompagnare secondi di carne.
Oltre ad essere usato per insaporire salse e portate, il succo di melograno trova impiego anche nel periodo dello svezzamento; viene infatti usato per abituare il bambino ai nuovi sapori della frutta fresca.

Tagliatelle panna prosciutto e piselli il primo dove la “scarpetta” è d’obbligo!

Tagliatelle panna prosciutto e piselli

Ingredienti per 4 persone:

  • 350 g di farina 00
  • 3 uova
  • Sale
  • Mezza cipolla bianca
  • 200 g di piselli precotti
  • 70 g di prosciutto cotto tagliato spesso
  • 100 ml di panna da cucina
  • olio extravergine di oliva
  • Sale
  • Pepe
  • formaggio grattugiato a piacere

TEMPO: 30 MINUTI

COTTURA: PADELLA

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:


1)Per preparare l’impasto base delle tagliatelle panna prosciutto e piselli, crea una fontana con la farina, su un piano di lavoro. Al centro scava uno spazio, mettici il pizzico di sale, le uova e comincia a impastare, fino a che l’impasto non diventerà omogeneo, aiutandoti con una spolverata di farina sul ripiano.

Crea una palla con l’impasto ottenuto e lasciala riposare in frigo per un’ora circa, coperta da una pellicola di plastica alimentare.

2)Trascorso il tempo di riposo è il momento di stendere la pasta con un mattarello, facendo attenzione a raggiungere uno spessore omogeneo e spesso quanto lo preferite, oppure con l’apposita macchina per tirare la pasta. Aiutati con altra farina e una volta ottenuto il risultato che preferisci, dividi la sfoglia in parti regolari e piegala su se stessa, fino a ottenere dei rotoli, che dovrai poi tagliare a listarelle.

3)La preparazione del sugo per le tagliatelle panna, prosciutto e piselli è davvero molto semplice.
In una padella antiaderente scalda dell’olio extravergine d’oliva o, se preferisci, un tocchetto di burro, fai un soffritto con la cipolla o lo scalogno tritati.

4)Mentre la cipolla si sta dorando (attenzione a non farla bruciare), prepara i piselli e taglia a tocchettini il prosciutto, dello spessore che preferisci. Unisci i piselli al soffritto e falli rosolare bene, aggiungendo del sale oppure un pezzetto di dado vegetale. Aggiungi un po’ d’acqua per agevolare la cottura.

5)Nel frattempo scalda l’acqua per la pasta. Dopo una decina di minuti, aggiungi il prosciutto e, quando l’acqua bolle, butta la pasta. Le tagliatelle fatte in casa cuociono in pochissimo tempo, quindi fai attenzione a non far scuocere la pasta. Di tanto in tanto, aggiungi dell’acqua di cottura al sugo per non farlo attaccare.

6)Quando le tagliatelle saranno pronte, scolale, e gettale nella padella con il sugo. Fai saltare il tutto per amalgamare. Infine, impiatta, spolvera con formaggio e pepe a piacere e servi le tue deliziose tagliatelle panna prosciutto e piselli.

Seno cadente? Il reggiseno potrebbe essere il colpevole

seno cadente

Negli ultimi anni avete notato che il vostro seno non è più bello tonico come quello di un tempo? Beh, il colpevole del seno cadente potrebbe essere proprio un indumento che indossate tutti i giorni, ma quale, vi starete sicuramente chiedendo, la risposta è il reggiseno! Ebbene si, sarebbe proprio quel capo intimo, tanto amato quanto odiato, il responsabile del seno cadente, o almeno questo è la teoria del Prof. Jean-Denis Roullion, del Centre Hospitalier Universitaire di Besancon, in Francia.
L’esperto francese ha condotto uno studio su un campione di 330 donne, dai 15 ai 35 anni, sottoponendole a controlli e misurazioni annuali. Alla fine del test, Roullion, ha dimostrato come il reggiseno, a lungo andare, abbia un effetto negativo sui muscoli dei pettorali, che non stimolati, possono progressivamente far diventare il seno cadente.
Se state già pensando di buttare via i vostri reggiseni, dovete sapere che c’è chi non è molto d’accordo con questa teoria. Si tratta del Dottor Carlo Magliocca, chirurgo plastico e membro del consiglio direttivo della Società di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Secondo il dottor Magliocca, la teoria del professore francese andrebbe presa con le pinze, in quanto, il campione di 330 donne su cui è stato eseguito il test, è piuttosto esiguo. Inoltre, questo studio fa credere che il seno sia sostenuto dai pettorali, mentre a sostenere la mammella è il legamento mammario, meglio conosciuto come legamento di Cooper.
Insomma, qual è la verità, reggiseno si o reggiseno no? La verità come in tutte le cose sta nel mezzo e sul reggiseno se ne sentono davvero tante, ma il più delle volte si tratta di falsi miti.

Falsi miti sui reggiseni
I falsi miti sui reggiseni creano da sempre una gran confusione, vediamo insieme quali sono i più famosi.
Il reggiseno fa venire il cancro: è una teoria che gira, sopratutto sul web da molto tempo. La colpa sarebbe delle sostanze utilizzate per imbottire i reggiseni che non lasciano traspirare la pelle, otturando così i linfonodi. Questa teoria è stata smentita, però, da diversi esperti che hanno dichiarato che, nè il materiale con cui è realizzato il reggiseno, nè il fatto che stringano e premano il seno, abbia a che fare con il cancro.
La taglia media è la terza: quando si parla di reggiseni non si può parlare di taglia media, poiché ogni marca e modello è diversa ed è quindi praticamente impossibile stabilire il volume. Visto che anche la forma varia da seno a seno, non può esistere alcun reggiseno che stia bene a tutte le donne, un pò come i jeans.
Dormire con il reggiseno aiuta a tenerlo sodo: altro falso mito sfatato dal chirurgo plastico Burnnet. Indossare o meno il reggiseno durante la notte non influisce in nessun modo sulla tonicità del seno, in quanto, quando si è distesi i legamenti sospensori delle mammelle non sono tesi in modo significativo.
Le coppe del reggiseno fanno tutto il lavoro: sono in molti a pensare che a dare un bel aspetto al seno sia la coppa, in verità a fare tutto il lavoro di sostentamento è la fascia. La fascia deve aderire perfettamente al corpo, senza stringere troppo, per sostenere meglio il tutto.

Come contrastare il seno cadente
Reggiseno o no, il problema del seno cadente riguarda molte donne e non sempre si tratta di una questione di età. Lo sapevate che a volte è solo una questione di cattive abitudini? Ecco quali:
– fumo, le donne fumatrici hanno più possibilità di perdere l’elasticità dei tessuti;
– postura scorretta, le spalle ricurve fanno apparire anche il seno più cadente, quindi pancia in dentro e petto in fuori!
– non proteggersi dal sole, una cattiva abitudine che danneggia la pelle e i tessuti, facendoli invecchiare precocemente, quindi applicate sempre la crema solare.
Ma quali sono i rimedi per contrastare il problema?
– Alternare acqua calda all’acqua fredda: fare una doccia calda e alternare alcuni getti freddi sul seno aiuta a rendere la pelle più tonica. Per ottenere un effetto più prolungato potete passare per qualche minuto un cubetto di ghiaccio sul seno.
– Esercizio fisico: praticare in modo continuativo esercizi mirati ai pettorali, può aiutare a rendere il seno più tonico e sodo.
E se i rimedi non funzionano e non volete ricorrere alla chirurgia plastica, potete sempre utilizzare un bel reggiseno push-up!

Cavitazione estetica: ultrasuoni a bassa frequenza per eliminare il grasso localizzato

cavitazione

Desiderate perdere chili in eccesso? Niente paura, esiste la cavitazione estetica!
Grazie a questo trattamento riuscirete a perdere i fastidiosi cuscinetti di grasso in poche sedute, senza dover ricorrere necessariamente all’intervento chirurgico.

Che cos’è la cavitazione estetica
La cavitazione è una tecnica usata nei trattamenti estetici per ridurre il grasso accumulato con una dieta alimentare errata e mancanza di attività fisica regolare.
In particolare, questa tecnica estetica utilizza la tecnologia degli ultrasuoni a bassa frequenza che penetrando negli strati profondi del derma riesce a colpire le cellule ricche di grasso. Le membrane degli adipociti, infatti, vengono rotte e ciò consente la fuoriuscita delle gocce lipidiche che vengono usate come energia di pronto utilizzo, rispetto a quella ancora depositata all’interno delle cellule.
Questo tipo di trattamento può essere utilizzato anche per ridurre il grasso in aree corporee localizzate, come le maniglie dell’amore o i cuscinetti delle cosce.
Se volete ottenere ottimi risultati è preferibile affidarsi a professionisti del settore, in modo da ridurre efficacemente l’accumolo di grasso in poche sedute.

Come funziona la cavitazione estetica
Gli ultrasuoni sono i protagonisti di questo trattamento ma cosa avviene durante una seduta?
Lo specialista applica un pannicolo che emette sulla zona interessata onde ad ultrasuoni. Queste romperanno definitivamente le cellule di grasso presenti nel tessuto adiposo che saranno eliminate attraverso i vasi linfatici. Qui le cellule del sistema immunitario riconosceranno gli adipociti alterati, i quali verranno indirizzati verso i processi di smaltimento.
Si tratta di un trattamento mini-invasivo che consente al paziente di ottenere ottimi risultati senza dover ricorrere alla liposuzione, ovvero all’intervento chirurgico vero e proprio.
Permette, inoltre, di ridurre il grasso in eccesso localizzato, come sulle braccia, gambe ed addome.
Solitamente una singola seduta non è sufficiente per eliminare i cuscinetti di grasso del tessuto adiposo; se desiderate che il trattamento sia efficace saranno necessarie, quindi, dalle cinque alle dieci sedute, per un costo che oscilla tra 100 e 150 euro.
Occorre ricordare, inoltre, che per mantenere i risultati ottenuti con la cavitazione estetica è necessario ripetere le sedute nel tempo, per esempio con una cadenza semestrale.
Si tratta, dunque, di un costo molto alto ma a beneficiarne sarà il vostro corpo che riacquisterà una forma snella e salutare.
Oltre ai trattamenti estetici dovrete adottare uno stile di vita sano fatto di un regime alimentare equilibrato e di una regolare attività fisica. Se non sapete come fare, potrete rivolgervi agli specialisti che sapranno consigliarvi per mantenere un’ottima forma fisica.

Quali sono le controindicazioni della cavitazione estetica
Essendo un trattamento mini-invasivo, la cavitazione estetica non comporta grosse controindicazioni; tuttavia è particolarmente sconsigliata per le donne in gravidanza o per i pazienti affetti da disturbi metabolici, come il diabete (tipo I e II), l’ipercolesterolemia (colesterolo alto), o per i soggetti a cui è stato impiantato un pacemaker o una protesi.
E’ inoltre sconsigliata per chi soffre di patologie legate al funzionamento dei reni o del fegato, due organi molto importanti per il metabolismo degli acidi grassi o per chi ha problemi di coagulazione del sangue.
Il trattamento è molto semplice da eseguire, tuttavia occorre stare molto attenti durante il procedimento per evitare gli effetti collaterali.
Ecco quali potrebbero essere!
-Scottature: l’eccessivo calore che deriva dal pannicolo utilizzato può provocare delle scottature sulla pelle in quanto lo strumento cede energia ai tessuti.
-Lacerazioni a tessuti ed organi: l’applicazione degli ultrasuoni sulla zona interessata potrebbe portare anche all’alterazione della struttura sottostante. In particolare, queste onde a bassa frequenza non penetrano nel derma in maniera selettiva ma possono agire anche sugli organi vicini, perforando l’intestino o lesionando i tessuti dell’utero e dei reni.
E’ importante sottoporsi ad una visita preliminare, in modo da rilevare la profondità del grasso accumulato nei tessuti adiposi ed evitare questi spiacevoli effetti collaterali.

La cavitazione estetica resta un trattamento con basso rischio, essendo una tecnica mini-invasiva; tuttavia, deve essere eseguita da personale altamente specializzato e competente per questo tipo di trattamento estetico.

Tramezzini farciti

tramezzini farciti

Quando vuoi preparare un aperitivo sfizioso per tuoi amici, o qualche stuzzichino come antipasto, sulla tua tavola non possono di certo mancare i tramezzini farciti. Si tratta infatti del più classico degli appetizer, facile da realizzare e buono da mangiare. Inoltre è molto versatile, perché puoi farcire i tuoi tramezzini in tanti modi diversi.

L’ingrediente base che ti serve per realizzare i tramezzini farciti è il pane in cassetta, o pan carrè. Puoi comprare quello con i bordi, o quello senza bordi; oppure puoi togliere i bordi da quello che li ha. Dipende dall’effetto finale che vuoi ottenere a livello estetico: il gusto sarà lo stesso.

Il primo consiglio importante che ti diamo quando prepari i tramezzini farciti è quello di spalmarli sempre con del burro, o della maionese, o del formaggio spalmabile, anche aromatizzato. Basta uno strato molto sottile, poco più che un velo. In questo modo il pane resterà morbido e non indurirà, come farebbe in poco tempo rimanendo esposto all’aria.

Taglia il pane in triangolini: se usi le classiche fette quadrate, taglialo prima a metà, per il senso della diagonale, e poi taglia ogni triangolo che hai ottenuto di nuovo a metà. Così avrai dei tramezzini molto piccoli, da mangiare in un sol boccone. Se vuoi farli di queste dimensioni, è bene che usi il pan carè senza bordi, o che li togli prima. Se preferisci, però, li puoi lasciare di dimensioni maggiori, tagliando solo la fetta a metà trasversalmente.

Ora puoi cominciare con la farcitura. Ricorda che i tramezzini non devono essere troppo ripieni o diventeranno difficili da mangiare, perché il contenuto scapperà da ogni parte Ti suggeriamo tre farciture classiche che puoi utilizzare, e che possono accontentare palati diversi.

Prima idea. Dopo aver spalmato il pane con della maionese, prepara un composto con dell’altra maionese, tonno ed erba cipollina. Mescola tutto bene, aiutandoti con una forchetta, fino a creare una sorta di crema con cui spalmerai ulteriormente il tramezzino. Chiudilo con la parte superiore e fermalo con uno stuzzicadenti in cui avrai infilzato un’oliva verde denocciolata.

Seconda idea. Spalma il pane con del formaggio morbido alle erbe; metti un pezzetto di bresaola e sopra della rucola. Chiudi il tramezzino, spalma anche la parte superiore con il formaggio e poi spolveraci sopra un po’ di semi di sesamo. Scuoti via quelli in eccesso.

Terza idea. Per i vegetariani o vegani che potrebbero esserci tra i tuoi amici. Usa dell’hummus di ceci per spalmare la base del tuo tramezzino farcito; poi metti una fettina sottile di zucchina gratinata e un pomodoro secco. Chiudi con un’altro triangolino di pan carrè, anch’esso spalmato di hummus.

Quelli che ti abbiamo dato non solo che degli spunti che puoi variare come meglio credi. Inoltre puoi anche ritagliare i tramezzini con forme diverse dal triangolo, usando le formine dei biscotti, visto che è molto facile da intagliare essendo estremamente morbido. Usa la tua fantasia e il tuo estro e presenta in tavola il tuo vassoio di tramezzini farciti in modo originale e divertente: i tuoi ospiti ne resteranno entusiasti!

Tagliatelle funghi e salsiccia: ricetta gustosa e facile da preparare

tagliatelle funghi e salsiccia

Ingredienti per 4 persone:

  • 320 g di pasta all’uovo
  • 50 g di funghi porcini
  • 1 spicchio di aglio
  • 20 g di cipolla
  • 150 ml di vino bianco
  • Sale
  • 130 g di salsiccia
  • 100 ml di panna da cucina
  • Olio
  • Prezzemolo
  • Pepe


TEMPO: 20 MINUTI

COTTURA: PADELLA

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:

La ricetta delle tagliatelle funghi e salsiccia è un classico della cucina autunnale e ti permetterà di fare un figurone con tutti i tuoi ospiti. Non serve una particolare abilità tra i fornelli, solo una buona manualità nel far ‘saltare’ la pasta in padella! Sei pronto?

1)Puoi cominciare pulendo la cipolla e l’aglio: riducili con la mezzaluna a un trito grossolano, poi versa tutto in una padella riempita sul fondo con olio d’oliva (q.b.).

2)Mentre ti occupi di sgranare la salsiccia, lascia cuocere a fuoco lento per qualche minuto. Quando il soffritto inizierà a sfrigolare e a diventare dorato, abbassa il fuoco e aggiungi la carne.

3)A questo punto rosola bene la salsiccia, poi sfumala con il vino bianco fino a quando non evapora l’alcol sulla fiamma veloce. Lascia ancora per qualche minuto sul fuoco in modo che assorba tutto il vino aggiunto poco prima; aggiungi il pepe.

4)Ora puoi occuparti dei porcini: puliscili con un coltello sotto l’acqua corrente e asciugali con un panno umido. Una volta privati dell’acqua in eccesso, tagliali a tocchetti da circa un centimetro ciascuno.

5)È il momento di unire i funghi freschi al tuo condimento. Devono cuocere a fiamma vivace per qualche minuto con l’aggiunta di sale (q.b.). Passa alla pasta all’uovo: puoi scegliere se tirare la sfoglia a casa oppure comprarla al supermercato già fatta. Ad ogni modo devi cucinarla in abbondante acqua salata: una volta che sarà ben al dente, scolala e versala nella padella con il sugo.

6)Sei quasi alla fine, le tue tagliatelle funghi e salsiccia sono quasi pronte! Aggiungi la panna alla pasta e al condimento appena preparato, mescolando per altri due minuti. Quando risulterà cremoso potrai finalmente aggiungere il prezzemolo e portare in tavola il tuo piatto caldo!

Se vuoi lasciare ancora più soddisfatti i tuoi commensali puoi abbinare alla pietanza uno Chardonnay di media struttura, un vino che si sposa splendidamente con i funghi cotti come i porcini. Le tue papille gustative ringrazieranno!

Autunno e influenza: ecco cosa mangiare per avere difese immunitarie forti

influenza

Come ogni anno, all’inizio dell’autunno, si torna a parlare di influenza e sindromi parainfluenzali. Le prime previsioni sull’influenza 2017/2018, al momento, parlano di 4-5 milioni di possibili casi di contagio e della presenza di un solo ceppo nuovo, ma molto simile a quello dello scorso anno. Quindi, si prospetterebbe un’epidemia non particolarmente aggressiva. Per quanto, la virulenza potrà essere condizionata dagli eventi meteorologici; infatti, un inverno particolarmente lungo e rigido aumenterà le possibilità di ammalarsi rispetto ad un inverno più mite. In ogni caso, tutti quei sintomi, sgradevolissimi, che accompagnano l’influenza e vanno dalla febbre ai brividi di freddo, dalla nausea ai dolori articolari, dal mal di gola alla tosse stizzosa e la prospettiva di dover rimanere per qualche giorno lontani dal lavoro e dalle attività quotidiane non ci piace per niente. Naturalmente l’influenza non è una malattia grave, sebbene, a volte, possa diventarlo, ma è molto, molto fastidiosa. Inoltre, come tutti voi sapete, il modo migliore per guarire, presto e bene, è stare a casa, a riposo, preferibilmente a letto. E questo, purtroppo, non sempre è possibile; scadenze al lavoro, bambini piccoli da accudire, insomma tutta quella serie di attività quotidiane che incombono, non facilitano certo il riposo e la tranquillità. Esiste il vaccino, certo, ma naturalmente è consigliato soprattutto per i soggetti a rischio, nella fattispecie anziani e persone affette da gravi patologie, nelle quali, anche una banale influenza può comportare conseguenze importanti per la salute. Poi, comunque, con i primi abbassamenti della temperatura anche i virus parainfluenzali sono in azione, colpendo migliaia di persone con sintomi sovrapponibili, sebbene più leggeri, a quelli dell’influenza vera e propria. Cosa possiamo fare per aiutare il nostro organismo ad incrementare le difese immunitarie? E cosa mangiare per avere difese immunitarie forti?

Cibi alleati per combattere l’influenza, vediamoli insieme:

Il brodo di pollo, soprattutto se preparato anche con le ossa, e lo sapevano già le nostre nonne, svolge una funzione antiinfiammatoria e rinforza il sistema immunitario. Inoltre, se assunto alla comparsa dei primi sintomi, ha un effetto fluidificante sulle alte vie aeree. Loyogurt magro risulta essere un prezioso alleato per la nostra salute in quanto favorisce il mantenimento di una efficace flora batterica intestinale. Via libera anche a salmone e pesce azzurro, ricchi di omega tre e coenzima Q10 che recenti studi hanno visto avere azione benefica sul sistema immunitario e contro i radicali liberi. Il mondo vegetale poi, offre una notevole varietà di nutrienti in grado di rinforzare il sistema immunitario. In primis, l’aglio, che, contenente allicina e solfuro, contrasta le infezioni e aiuta a eliminare le tossine. Funziona da vero e proprio antimicrobico naturale. Seguono gli alimenti ricchi di vitamina C, come i frutti di bosco che possono essere consumati come spuntino a metà mattina, arance, kiwi e limoni. Quest’ultimo, utilizzato con l’aggiunta di erbe aromatiche come salvia, rosmarino, timo e origano, per condire carne bianca alla griglia e pesce azzurro, aumenta notevolmente il suo potenziale benefico. Anche carote e zucca gialla, entrambe ricche di betacarotene, come tutti gli ortaggi di colore arancione, sono utili per combattere le infezioni e contrastare l’effetto dei radicali liberi. Inoltre sembra che abbiano un’azione di supporto sui linfociti T, particolarmente implicati nella difesa del nostro organismo. Un ruolo particolarmenre importante sembrano svolgere i funghi in particolare shiitake, maitake e reischi, ricchi di betaglucani, cioè carboidrati complessi che sostengono il sistema immunitario nella lotta contro le malattie. Da secoli presenti nella cucina giapponese, da qualche anno sono conosciuti anche in Italia. Si utilizzano essiccati perché così sono presenti in commercio e sono considerati dei veri e propri antibiotici naturali. Non dimentichiamoci del miele grezzo, che non solo sostuisce gli zuccheri raffinati che andrebbero evitati, ma costituisce una fonte notevole di enzimi, vitamine e minerali, utilissimi per il sistema immunitario.

Altri consigli utili

A supporto del ruolo fondamentale di una corretta alimentazione, è opportuno mettere in atto piccoli accorgimenti quotidiani che rendono le nostre difese immunitarie efficaci. Molti studi concordano nell’affermare che dormire otto ore a notte si riveli necessario per la “salute” del sistema immunitario, così come l’esposizione al sole e la pratica di una leggera e costante attività fisica. Lo stress, invece, contribuisce a diminuire la risposta immunitaria, quindi, andrebbe, se possibile, evitato. L’assunzione di 2 litri di acqua al giorno, favorisce l’eliminazione delle tossine e consente un’idratazione ottimale per l’organismo. Un’ultima, importantissima, raccomandazione, è quella di lavarsi spesso e accuratamente le mani, soprattutto dopo aver soggiornato in ambienti chiusi o sovraaffollati.