Labbra a prova di bacio: provate lo scrub naturale!

labbra

Come risolvere il problema delle labbra secche e screpolate? Soprattutto durante i mesi che ci introducono all’inverno, vi sarà spesso capitato di fare i conti con problemi analoghi che riguardano le vostre labbra e spesso portano a dei veri e propri cambiamenti nella vita di tutti i giorni. Per fortuna esistono diversi metodi e ricette naturali per ovviare a tali fastidi e tornare ad avere in tempi brevi labbra a prova di bacio.

L’efficacia dello scrub naturale
In molti non amano ricorrere a creme e altri metodi per cercare di risolvere un problema tedioso come quello delle labbra screpolate. Tuttavia è possibile evitare di soffrire per questo fastidio grazie allo scrub naturale, un modo molto efficace e per niente invasivo capace di donarvi labbra morbide e belle da vedere in tempi ristrettissimi. Ma cos’è lo scrub? E perché è così efficace? Innanzitutto è necessario sapere che si tratta di una cura di bellezza che permette di mantenere un ottimo stato di salute dell’epidermide. Applicato alle labbra, lo scrub è capace di agire in modo molto efficace sul loro aspetto esteriore a prescindere dal periodo dell’anno in cui si applica e dall’età della persona che ne fa uso. Sia d’estate che d’inverno, infatti, le labbra sono messe a dura prova dalle condizioni atmosferiche per diversi motivi che però ne intaccano ugualmente l’integrità. Lo scrub naturale serve ad agire un effetto rigenerante molto veloce e nella maniera meno invasiva possibile. Con una semplice applicazione, il trattamento riesce ad agire in fretta e a ridare vigore alle vostre labbra.

Varie tipologie di scrub naturali
Gli scrub sono spesso utilizzati per la cura della pelle in ogni parte del corpo. Nel caso delle labbra, è possibile trovare una grande vastità di tipologie di scrub che rendono spesso la scelta piuttosto ardua. Essendo prodotti completamente naturali non rischiate di andare incontro a brutte sorprese e otterrete un risultato sorprendente senza compromettere mai lo stato di salute dell’epidermide. Si tratta di un particolare per nulla scontato, dal momento in cui molti prodotti non naturali possono agire positivamente in un determinato momento per poi lasciare effetti poco desiderati e desiderabili in seguito. Lo scrub per le labbra si divide invece in un’ampia scelta di miscele naturali e delicati che rispettano la delicatezza della pelle e la riempiono di nuove sostante nutrienti. Basti pensare che molti di questi prodotti sono basati su ricette estremamente semplici che si possono creare in qualsiasi circostanza. Alcuni esempi sono gli scrub a base di banana e zucchero, altri composti da olio, cocco, menta, lavanda, agrumi, caffé, avena e così via in una lista sorprendente di ingredienti naturali meravigliosamente adatti alla cura delle labbra.

Come creare uno scrub naturale per le labbra
Date queste premesse, è naturale pensare che la composizione di uno scrub naturale per le labbra è molto semplice e può essere quindi adatta a qualsiasi situazione. Innanzitutto, è importante tenere presenti alcuni consigli preliminari. Per prima cosa, è consigliabile inumidire la pelle delle labbra e magari utilizzare lo scrub sotto la doccia in modo da non accusare il dolore per la caduta della pelle secca grazie all’effetto benefico dell’umidità e dell’acqua. A questo punto è possibile procedere all’applicazione dello scrub che è sempre composto da una sostanza oleosa e una di natura granulosa. Tra gli elementi fondamentali ci sono quindi l’olio e lo zucchero. Entrambi possono essere oggetti a varianti che dipendono dal gusto e dalla voglia di elaborare nuove soluzioni che spinge ognuno di voi durante la preparazione del prodotto. Ad esempio, è possibile scegliere tra olio d’oliva, di mandorla, di cocco o altre tipologie. Anche lo zucchero, come visto, permette una notevole libertà d’azione, potendo scegliere tra zucchero di canna e zucchero bianco.
Ottenere labbra a prova di bacio con lo scrub naturale è molto più semplice, e divertente, di quanto riusciate ad immaginare. Per provarlo, basta iniziare.

Torta di mele

torta di mele

Ingredienti per una torta per 6 persone:

  • 800 g di mele
  • 3 uova
  • 300 g di zucchero
  • 100 g di burro
  • 300 g di farina 00
  • 1 limone
  • 1 bicchiere di latte
  • Lievito per dolci (una bustina)

TEMPO: 55 MINUTI

COTTURA: FORNO

DIFFICOLTA’: FACILE


PASSO PER PASSO:


1)Come prima cosa, occupati delle mele che dovranno essere sbucciate e tagliate a pezzetti, quindi cospargile con il succo del limone. Ricordati di mettere da parte qualche fettina (dello spessore di circa 1 cm) per le decorazioni finale.

2)Lascia riposare i dadini di mela e occupati di preparare l’impasto. Separa tuorli e albumi e montali separatamente. I primi sbattili con lo zucchero, mentre gli altri vanno montati a neve con una frusta elettrica. Il burro, che deve essere abbastanza morbido, va poi aggiunto ai tuorli continuando a montare l’impasto.

3)Quando l’impasto sarà abbastanza consistente versa lentamente un bicchiere di latte, continuando a mescolare sempre finché non avrai ottenuto un bell’impasto omogeneo e privo di grumi. Setaccia la farina e versala assieme al lievito e la scorza di limone grattugiata continuando a montare l’impasto senza fermarti.

4)A questo punto incorpora gli albumi precedentemente montati a neve e impasta con movimenti delicati, preferibilmente dal basso verso l’alto. Quando avrai un composto omogeneo, liscio ed elastico aggiungi le mele tagliate a dadini.

5)Adesso è il momento di versare il composto all’interno della tortiera, precedentemente imburrata e infarinata. Ricopri la torta con le fettine di mele tenute da parte e qualche noce di burro.

6)Cuoci in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti. Prima di servire la torta di mele falla raffreddare.

Questa ricetta che abbiamo appena descritto è una delle più classiche per quanto riguarda la torta di mele. Ovviamente è possibile applicare delle varianti come la preparazione che prevede l’utilizzo dello yogurt al posto del latte per ottenere un impasto ancora più soffice e leggero. Se ami i sapori speziati potrai aggiungere un pizzico di cannella all’impasto e il risultato finale sarà un’esplosione di gusto. Se invece non sai resistere al cioccolato, metti un po’ di cacao nell’impasto oppure dei pezzetti (o gocce) di cioccolato fondente per dare alla tua torta di mele un sapore più deciso e particolare. Questo dolce è perfetto da preparare in poco tempo e da mangiare a colazione per iniziare la giornata con il piede giusto o come merenda per una pausa golosa.

 

Zucchero di canna o zucchero bianco? Attenzione a quale scegliete!

zucchero di canna

Negli ultimi tempi si sente parlare molto in giro, per i social, sui giornali e sui blog delle differenze fra zucchero di canna e zucchero bianco. Sono scoppiate numerose polemiche a riguardo e non sono, come di consuetudine, mancate anche le bufale.

Per quanto riguarda la produzione dello zucchero di canna, questa prevede in primis il togliere dalla canna da zucchero le foglie per estrarne il saccarosio e successivamente la macinazione della canna da zucchero, da cui deriverà lo zucchero di canna grezzo. Successivamente si procede con l’estrazione del succo grazie alla macerazione e alla torchiatura. Una volta formatosi il succo, esso viene raffinato e cioè ne si eliminano le impurità. Da qui è possibile ottenere un liquido contenente il 60% di saccarosio che viene fatto sbiancare con acido fosforico e idrossido di calcio. Infine vi è il processo di cristallizzazione da cui si ricava la massa cotta grazie alla bollitura. La massa cotta che viene centrifugata e da essa si formano lo zucchero di prima qualità e uno scolo che viene centrifugato ulteriormente per diventare zucchero di seconda qualità (anche detto brown sugar). In base alla richiesta dei consumatori si effettua la decolorazione come processo conclusivo.

Mentre solo dal XIX secolo viene prodotto lo zucchero che deriva dalla barbabietola da zucchero che contiene un’ottima dose di saccarosio.
Per produrlo vi sono varie fase, la prima fra tutte è quella della pulizia della radice della barbabietola dal fogliame, perché è proprio dalla radice che si estrae il saccarosio della barbabietola. Poi si prosegue con le parti più tecniche: dapprima si effettua la trinciatura, ovvero la tecnica con cui si affettano meccanicamente le radici della barbabietola da zucchero, poi si continua con la diffusione, cioè l’estrazione del saccarosio da una soluzione acquosa, si prosegue con la carbonazione che altro non è che il processo tramite cui si estraggono tutte le impurità e gli elementi che non sono zucchero dalla soluzione acquosa, da qui si passa all’evaporazione, grazie alla quale la soluzione acquosa diventa più densa e quindi più concentrata. Infine vi è la cristallizzazione in cui il liquore madre viene sottoposto a bollitura che lo concentra e addensa ancora di più per poi farlo raffreddare. Da qui si ricava uno zucchero grezzo di bassa qualità.

Stando alle statistiche del 2014, il consumo annuo pro capite di zucchero bianco equivale a ventiquattro chilogrammi, praticamente due chili al mese. Alcuni la definiscono una dipendenza, c’è a chi questa parola non piace ma di fatto è un abuso consistente. Se si pensa a tutti i procedimenti a cui è stato posto si inizia a storcere un po’ il naso, sopratutto per tutte le sostanze con cui è venuto in contatto per presentarsi così bianco e candido. Infatti tutti quei processi sopra elencati non fanno che snaturare il saccarosio tramite agenti chimici che di certo non fanno bene alla salute dell’uomo, come l’acido solforoso per schiarirlo o il catrame di origine petrolifera per sbiancarlo completamente.
L’assunzione persistente e massiva dello zucchero bianco portano irrimediabilmente ad effetti collaterali quali la cellulite, la formazione di cuscinetti adiposi la ritenzione idrica, ad un livello sempre più alto di glicemia nel sangue e di conseguenza ad un innalzamento di insulina prodotta dal pancreas che potrebbe portare a delle vere e proprie crisi ipoglicemiche, per concludere in bellezza questo abuso favorisce la comparsa di malattie metaboliche come ad esempio il (sempre più diffuso) diabete.

Bisogna sottolineare che lo zucchero bianco non lo si assume soltanto quando lo si versa nel caffè per addolcirlo o quando lo si miscela alle farine per farne dei dolci. Lo zucchero bianco è infatti sempre più presente in cibi surgelati perché ne permette una migliore conservazione, nelle bevande dissetante (come quelle gassate), negli integratori alimentari, nei condimenti e sughi già pronti, nello yogurt, nel pane (ma anche in tanti altri farinacei) e, immancabile, nell’alcool.
A questo punto è facile capire come sia difficile uscire indenni da questo circolo vizioso.

È quindi più consigliata l’assunzione di zucchero di canna in sostituzione a quello bianco, laddove possibile, non solo per ridurre l’apporto calorico ma anche per prevenire quelle malattie e quegli inestetismi riportati sopra. Di certo lo zucchero di canna non è un prodotto privo di controindicazioni ma sicuramente la sua assunzione è ritenuta meno aggressiva e più contenuta di quella dello zucchero bianco.
In ogni caso si consiglia un minore uso dello zucchero, che sia bianco o di canna.

Difesa personale femminile: sapersi difendere per strada usando la testa

difesa personale femminile

Con i tempi che corrono, la parola sicurezza è all’ordine del giorno. Soprattutto di quella femminile. Purtroppo ancora oggi le donne spesso non possono sentirsi sicure quando escono da sole la sera, o quando devono tornare a casa tardi. Per questo molte donne e ragazze, soprattutto dopo aver vissuto in prima persona violenze verbali, decidono che è il momento per fare qualcosa per la loro sicurezza personale. Sempre più spesso, su internet ai media, si parla di corsi specifici per la difesa personale femminile. Ma cosa sono? E possono essere davvero d’aiuto? Ci sono molte opinioni in merito, vediamole insieme.

Quando si parla di difesa personale femminile, generalmente pensiamo subito a corsi di arti marziali. Niente di più sbagliato. E questo non perché le arti marziali non siano una fantastica disciplina e non possono essere utili in caso di pericolo, anzi. Il problema è che questa arte richiede anni di preparazione e di esercizio, che purtroppo non possono essere ottenute con un corso di 20 ore in palestra ad esempio. Sarebbe come voler imparare uno strumento nello stesso arco di tempo. Nessuno si cimenterebbe in una esperienza del genere. Inoltre nei corsi di arti marziali e in generale nella maggior parte dei corsi per la difesa personale femminile, vengono insegnate delle tecniche pulite, precise e davvero valide, ma che purtroppo non sono quelle che aiutano una donna in caso di aggressione. Infatti, questi corsi si basano sulla perfezione al centimetro delle tecniche, e se non si riesce nelle tecniche base, non si riesce a progredire nelle tecniche più avanzate. In caso di aggressione o scippo invece, l’azione purtroppo è molto più disordinata e imprevedibile. E le tecniche apprese imparate in palestra non sono di nessun aiuto. Ma allora cosa si può fare invece delle arti marziali? Molto di più.

In una situazione di pericolo, in contrario all’opinione generale su una buona difesa personale femminile, occorre usare la mente piuttosto che il corpo. In caso di aggressione, per quanto sembra impossibile da concepire, la cosa più importante è non farsi prendere dal panico. Non bloccarsi e reagire istantaneamente. Questo può fare davvero la differenza. Soprattutto far funzionare il ragionamento istintivo e cercare di farlo prevalere su tecniche calcolate. Spesso bastano pochissime azioni istintive che riescono a permettere al soggetto di uscire da una situazione di pericolo o di cercare aiuto. L’unica tecnica di difesa che occorre in situazioni del genere, è l’istinto. Purtroppo infatti durante un aggressione il cervello non è in grado di ragionare e non riesce a mettere i pratica quelle poche tecniche apprese in palestra e metterle in pratica sotto stress, in un ambiente completamente diverso, caotico e in una situazione di pericolo. Certo che se si è diventati esperti in arti marziali, e abbiamo trasformato le tecniche in stimoli automatici, di fronte a una persona poco esperta possono davvero fare la differenza. Pertanto, se si intende cimentarsi in uno sport di questo tipo, è bene dedicarvisi in modo accurato.

Esistono dei corsi che si basano sul principio della difesa personale femminile istintiva, come il Wilding. Questi corsi ritengono che sia più importante affinare la parte istintiva di noi, invece che imparare tecniche in corsi di difesa personale che poi è difficile mettere in pratica. Le teorie di questi corsi si basano sugli studi psicoanalitici di Freud, riguardo la scissione della mente umana in parte conscia e inconscia. Secondo Freud, la parte più animalesca che è sopita dentro di noi, è la mente inconscia. Ogni persona nasconde questa parte di sé al mondo per stare in società, perché altrimenti gli istinti più impulsivi, come quelli aggressivi, non sarebbero conformi allo stile di vita che abbiamo scelto di condurre. Bene, i corsi che si basano sull’istinto invece che nell’apprendimento di alcune tecniche specifiche, cercano proprio di far uscire la parte inconscia nel soggetto, facendo emergere gli impulsi più istintivi e animaleschi. Così facendo, una donna eventualmente aggredita saprebbe meglio far agire dirittamente la propria parte istintiva che sa meglio della parte razionale come agire e trovare la soluzione più semplice per mettersi in salvo, quando invece la parte conscia e razionale sarebbe paralizzata dal terrore e bloccata.

Dieta crudista: la particolare dieta a base di vitamine e antiossidanti

dieta crudista

Se siete alla ricerca di un regime alimentare salutare, che oltre alla perdita di peso possa anche restituire alla vostra pelle la lucentezza e la freschezza tipiche della gioventù, allora la dieta crudista, potrebbe fare per voi.

Cosa è la dieta crudista

La dieta crudista è un regime alimentare che prevede esclusivamente la consumazione di cibi crudi o preparati secondo procedure che non superino la temperatura di 42 gradi, di origine biologica e possibilmente a chilometri zero. Conosciuto internazionalmente come Raw Food, questo stile alimentare sembra abbia tra i suoi seguaci molti divi di Hollywood, grazie soprattutto agli asseriti effetti anti aging. La sua origine sembra risalire addirittura al Vangelo Esseno della Pace (apocrifo) nel quale, tra le varie pratiche che Gesù consigliava ai propri discepoli per purificarsi e avvicinarsi in questo modo alla santità e alla beatitudine, vi è una consistente parte dedicata all’alimentazione, da basarsi esclusivamente sui frutti della terra che crescevano con l’azione degli elementi naturali, riconducibili agli angeli e scelti tra “… i frutti prodotti dai vostri alberi e non quelli giunti da terre lontane”. Questa vera e propria dottrina alimentare, si è poi ulteriormente raffinata e diffusa, grazie all’apporto di medici e nutrizionisti, che nel corso degli anni ne hanno anche ricavato i principi scientifici.

Principi scientifici alla base della dieta crudista

Nel 1937, un medico svizzero dimostrò che il cibo cotto produceva un aumento della produzione di globuli bianchi a livello sistemico e, nello stesso periodo, uno scienziato italiano rivelò che i cibi cotti avevano come effetto quello di provocare un’accentuata vasocostrizione a livello generale, mentre i cibi crudi avevano il pregio di favorire la riduzione di globuli bianchi e facilitare il rilassamento della muscolatura liscia attraverso la vasodilatazione. Inoltre, è oramai appurato che i cibi crudi consentano di ottenere prima di quelli cotti la sensazione di sazietà e di salvaguardare la composizione originale del cibo, soprattutto delle vitamine e degli antiossidanti, che vengono quasi totalmente distrutti dal processo di cottura. Il crudismo pone alla base della sua alimentazione la frutta fresca, seguita dalla verdura e dalla frutta secca a guscio e dai semi. In funzione poi del motivo per il quale si decide di aderire a questo regime alimentare, si può avere un crudismo onnivoro, che include prodotti animali e di origine animale, un crudismo vegetariano che non ammette prodotti animali ma include quelli di origine animale, e un crudismo vegano nel quale sono ammessi esclusivamente prodotti di origine vegetale. La lavorazione dei cibi non prevede la cottura, ma si possono utilizzare diversi metodi di preparazione, quali la frullatura, la centrifugatura, la germinazione, la disidratazione e la marinatura; nell’essiccatura è importante che non si superi mai la temperatura di 42 °C, soglia oltre la quale i cibi cominciano a perdere le proprietà nutritive. I vantaggi che trarrete da una dieta crudista saranno quelli legati a un maggiore assorbimento di vitamine e antiossidanti, con conseguente effetto antiaging e ritardo dei segni dell’invecchiamento, neutralizzazione degli effetti negativi dei radicali liberi e maggiore assorbimento dei principi nutrizionali contenuti nei cibi.

Esempio di dieta crudista

Se avete deciso di verificare i benefici dell’adozione di una dieta crudista, di seguito vi vengono forniti alcuni spunti di ispirazione per la preparazione dei vostri cibi:

la colazione è il pasto più importante della giornata e quello che offre maggiori possibilità di varianti. A partire dalla frutta fresca alle spremute di agrumi, per passare alle bevande a base di riso, soia, ed eventualmente latte vaccino, il tutto poi arricchito da frutta secca, cacao amaro. Un’ampia scelta che garantisce un equilibrato apporto di tutte le sostanze nutritive principali;
i primi piatti si basano principalmente su brodi vegetali, con ortaggi, verdure e legumi, accuratamente frullati, passati e cotti, facendo attenzione, con termometro ad uso alimentare, che la temperatura non superi mai i 42 C;
i secondi piatti, possono essere preparati con crudità di pesce, anche marinato, o di carne, preparate con modalità carpaccio o, per chi vuole evitare cibi di origine animale, si possono preparare burger vegetali con gli ingredienti cotti al vapore e con la stessa cautela relativa alla temperatura di cottura;
per i contorni c’è ampia possibilità di scelta, visto che le verdure sono alla base della dieta crudista.
Ovviamente, queste indicazioni servono solo a dare un’idea dell’ampia possibilità di nutrirsi adeguatamente seguendo questo stile alimentare e, qualora siate convinti, allora potrete ulteriormente sviluppare la vostra dieta grazie alla vasta disponibilità di informazioni disponibili sull’argomento.

Ernia Iatale: molte persone non sanno di averla, attenzione ai sintomi e all’alimentazione

ernia iatale

CHE COS’È L’ ERNIA IATALE

L’ernia iatale è una patologia che affligge molte persone e comporta la risalita di una parte dello stomaco nella cavità toracica attraverso lo iato esofageo, l’orifizio presente nel diaframma, che consente il passaggio dell’esofago.
Ne esistono tre diverse tipologie: da scivolamento, fissa e mista (o complicata).
La prima è quella diagnosticata più spesso, ma nello stesso tempo non è grave: la porzione di stomaco erniata entra ed esce dalla cavità toracica.
La seconda è più rara, ma anche più pericolosa: si tratta, infatti, di una migrazione permanente di una parte dello stomaco che di conseguenza può strozzarsi.
La terza è ancora meno frequente: in taluni casi l’intero stomaco forma un’ernia nella gabbia toracica.

CAUSE E SINTOMI

Vi sono diverse ipotesi accreditate, in merito alle cause, che determinano l’insorgenza dell’ernia iatale.
Il passaggio dello stomaco attraverso lo iato esofageo può essere favorito in caso abbiate un esofago più corto del normale.
Lo iato può facilitare l’insorgenza della patologia qualora la sua larghezza sia superiore rispetto a quella fisiologica.
Se siete in sovrappeso e se soffrite di disturbi quali asma, lordosi e scoliosi allora
non sono trascurabili le eventuali modifiche a carico del diaframma.
Da non dimenticare, infine, la perdita di elasticità dell’innesto tra stomaco ed esofago per ripetute deglutizioni e disfunzioni digestive.
Esistono, poi, i cosiddetti fattori di rischio che possono esporvi all’insorgenza della patologia.
I più comuni sono: l’obesità, l’assunzione di posture scorrette, il fumo di sigarette, il trascorrere degli anni, lo stress e la genetica.
Attenzione agli sforzi, specie se ripetuti nel tempo, e al sollevamento pesi.
L’ernia iatale è spesso asintomatica e l’unica manifestazione è l’eruttazione.
La parte di stomaco, penetrata nella cavità toracica, si riempe d’aria, si gonfia e vi provoca dolore.
Per percepire un senso di benessere dovete eruttare, ciò si verifica nel momento in cui la pressione gastrica eguaglia quella atmosferica.
I sintomi che contraddistinguono l’ernia iatale possono coinvolgere l’apparato gastro enterico e quello cardiorespiratorio.
A livello gastrico potete accusare: bruciore alla bocca dello stomaco e rigurgito acido (segni del reflusso gastroesofageo), costipazione o dissenteria, cattiva digestione e perdite di sangue.
A livello cardiorespiratorio vi segnaliamo: alterazioni della frequenza cardiaca, tosse, faringite e raucedine.
Altri segnali sono: gusto amaro in bocca, alitosi e abbondante salivazione.
Vi sono, infine, sintomi che possono indurvi a confondere l’ernia iatale con l’infarto del miocardio: problemi respiratori, dolore sotto lo sterno all’altezza della bocca dello stomaco e stato di agitazione.

CURE ED ALIMENTAZIONE

L’approccio seguito per curare l’ernia iatale è di tipo conservativo o chirurgico. Il primo richiede che voi cambiate radicalmente il vostro stile di vita. Ciò che dovete fare, in caso di sovrappeso o obesità, è dimagrire.
Queste due condizioni sono, infatti, responsabili dell’incremento della pressione sull’addome e sullo stomaco.
Per voi è indispensabile seguire un regime alimentare appropiato fatto di circa 2000 KCal giornaliere distribuite in 5 pasti.
In questo modo il vostro stomaco non si riempie mai eccessivamente e si svuota in breve tempo, contrastando così l’insorgenza del reflusso.
Prestate attenzione a non assumere piatti troppo elaborati particolarmente grassi, fritture, cibi speziati, frutti acidi come arance e pompelmi, cioccolato, caffè, bibite gassate ed alcolici.
Cercate, inoltre, di limitare il fumo di sigaretta e se possibile non abusate di farmaci quali, per esempio, gli antinfiammatori non steroidei.
Evitate di sollevare pesi e dopo aver consumato il pasto aspettate due ore prima di coricarvi.
É buona abitudine dormire con un cuscino che mantenga la vostra testa sopraelevata, in tal modo il contenuto dello stomaco non risale per effetto della gravità.
L’intervento chirurgico si esegue, di solito, in laparoscopia e si rende necessario qualora, non riusciate a tenere sotto controllo i sintomi e, insorga il rischio di gravi complicanze.
Questo tipo di approccio ha una percentuale elevata di successo e porta quasi sempre ad una regressione totale della patologia.

Dieta macrobiotica: poche rinunce per mettersi in forma

dieta macrobiotica

La dieta macrobiotica
Oggi più che mai l’attenzione per la cura del proprio corpo è massima. Non si tratta esclusivamente di vanità, il piacere a se stessi e agli altri è certo importante e l’ego di ciascuno di noi non può che trarne soddisfazione e compiacimento. Il concetto in realtà si è evoluto, quindi, quando si parla di cura del corpo si parla sempre più spesso di salute e benessere che sono diventati i concetti cardine del nuovo millennio. Le parole più frequenti in tema di benessere sono dieta, cibo, movimento e fitness. Ciò che sempre di più si comprende è che un corpo bello, tonico e sgonfio non solo è attraente, ma è soprattutto sano. Negli ultimi anni si sono proposte una miriade di diete che promettono miracoli in pochissimo tempo, chi di voi non ne ha provata qualcuna? Il concetto stesso di dieta è cambiato, un tempo, non troppo lontano, si pesava tutto, si evitavano i fritti e i grassi in genere e si arrivava fino a sera con un cracker e una fogliolina non troppo estesa di lattuga. Oggi le diete sono dei veri e propri regimi alimentari, cioè rieducazioni al mangiare sano ed equilibrato, più che l’attenzione per la porzione, che comunque non deve essere eccessiva. C’è una particolare attenzione al tipo di alimento, alla sua provenienza e alle associazioni che è meglio evitare o agevolare. La dieta insomma è un vero è proprio stile di vita e in questo contesto occupa un posto d’onore la nota dieta macrobiotica.

Caratteristiche della dieta macrobiotica
Essa nasce in Oriente come una vera e propria filosofia di vita che si basa essenzialmente sull’equilibrio tra corpo e mente, sul salutismo e su una dieta sana ed equilibrata in grado di garantire longevità. Questo equilibrio viene mantenuto e agevolato anche grazie all’alimentazione, nella convinzione che proprio il cibo sia la prima medicina utile per corpo e mente. Ecco perché sono posti al bando il consumismo e la frenesia dei giorni nostri, nonché i cibi sofisticati considerati dannosi e pertanto sconsigliati. L’obiettivo della dieta macrobiotica è di raggiungere il cosiddetto peso forma e mantenerlo per sempre. In Oriente, come è noto, l’equilibrio che si ricerca costantemente nella filosofia come nella cultura, anche in quella più popolare, è quello tra lo yin e lo yang, che sono le parti opposte di una stessa medaglia. Parlando di alimentazione, il primo corrisponde ai cibi acidi e il secondo a quelli alcalini, in pratica ciò che si ricerca è esattamente il giusto equilibrio, ossia il bilanciamento tra i due gruppi di alimenti. La dieta macrobiotica nonostante sia particolarmente diffusa, è arrivata in Occidente in epoca relativamente recente, grazie ad un medico giapponese, a cavallo tra l’ottocento e il novecento. Il salutismo in questo regime alimentare si realizza bandendo alcuni alimenti considerati nocivi per l’equilibrio come lo zucchero o alcune carni particolarmente grasse tipo la salsiccia. È incoraggiato il consumo dei cibi yang ossia naturali, con particolare riguardo per i cereali integrali e i legumi cotti al vapore o al forno e tra le carni il pesce. I brodi sono consigliati poiché inducono il giusto grado di idratazione. La masticazione è considerata importante non solo perché è la prima fase digestiva da effettuarsi con cura, ma anche perché è deputata a dare piacere al palato.

Un esempio di dieta macrobiotica
Per predisporre un esempio di questo tipo è sufficiente rielaborare tutte le informazioni precedenti, tenuto conto di una scansione percentuale imprescindibile. Nella dieta macrobiotica un pasto completo deve essere composto per il 10% da proteine (vegetali meglio che animali), un 10% da frutta o alghe (lafrutta lontana dai pasti), un 30% da verdure e un 50% da cereali integrali. Ma veniamo al menù completo che dovrebbe, possibilmente, evitare il latte, alimento yin e tutti i suoi derivati come burro o formaggi, sia freschi che stagionati.

Colazione
una tazza di tè verde;
una porzione da 50 gr di riso al vapore o crema di riso;

Spuntino
frutta secca tipo noci o mandorle 15 gr o due biscotti di riso con marmellata biologica senza zucchero;

Pranzo
una porzione da 100 gr di zuppa di cereali tipo amaranto o quinoa
oppure
riso lessato con fagioli;

Spuntino
frutta secca tipo noci o mandorle 15 gr o due biscotti di riso con marmellata biologica senza zucchero;

Cena
un pesce al vapore (merluzzo o spigola);
verdure al vapore o funghi;
un’arancia o una mela

Mancanza di ferro: sintomi e rimedi naturali per risolvere il problema

mancanza di ferro

Se soffrite di mancanza di ferro, prima di pensare a cosa potreste mangiare per ripristinarne i valori minimi nel sangue, bisognerebbe escludere che tale mancanza non sia dovuta ad altre cause, ad esempio alle patologie riconducibili a vari tipi di anemie che, se confermate, andrebbero curate in modo diverso piuttosto che andando ad agire semplicemente sulla dieta. Infatti, le anemie sono tutte collegate alla carenza di ferro che, essendo la componente fondamentale dell’emoglobina, costituisce gran parte dei globuli rossi e interviene principalmente per il trasporto di ossigeno nel sangue. Nei casi più lievi, la carenza di ferro da anemia è asintomatica o presenta sintomi lievi, come pallore, vertigini, nausea, debolezza, capelli e unghie fragili, vertigini. In tal caso, prima di modificare la dieta o assumere integratori, dovreste rivolgervi al medico per effettuare una serie di esami diagnostici, finalizzati a verificare l’esatta causa della carenza di ferro.

Le cause della mancanza di ferro

Una volta che avrete escluso le anemie, come causa della mancanza di ferro, allora dovrete indagare sulla occorrenza di uno o più dei seguenti fattori:

dieta povera di carne e ricca di cereali integrali;
eccesso di crusca nell’alimentazione giornaliera;
insufficiente assorbimento del ferro dovute a non adeguata secrezione di acido cloridrico durante la digestione;
diarrea e/o abuso di purgativi;
eccessive perdite di sangue per epistassi frequenti e/o mestruazioni abbondanti;
gravidanza e conseguente allattamento;
sport usuranti e prolungati.

Il ferro nell’organismo

Il ferro nel sangue svolge moltissime e importanti funzioni metaboliche e biochimiche, e il suo livello nel sangue viene mantenuto normale attraverso l’alimentazione e l’assorbimento del cibo ingerito a livello intestinale. Il ferro viene quindi immagazzinato e messo a disposizione dell’organismo nel momento del bisogno grazie all’azione del fegato e all’azione di due proteine, e viene assorbito dalla mucosa dell’intestino in maniera proporzionale al fabbisogno. Il consumo giornaliero di ferro viene ripristinato quindi dal ferro contenuto negli alimenti tale quantità sia di 10 grammi al giorno per gli uomini, e 18 grammi per le donne. Quindi, se vorrete colmare l’eventuale mancanza di ferro nel vostro sangue, dovrete selezionare cibi ricchi di ferro e abbinarli in maniera tale da poterne assorbire la massima quantità possibile. Inoltre, ricordate che solamente una percentuale del ferro presente negli alimenti viene assorbito e che alcuni alimenti hanno la facoltà di aumentare o ridurre l’assorbimento del ferro quando combinati con altri alimenti.

Alimenti ricchi di ferro

La principale fonte di ferro è la carne, fonte primaria, seguita poi dal pesce, dalle uova (soprattutto il tuorlo), dai legumi secchi, dai cereali, dalle verdure a foglia verde, e dalla frutta secca. Tra questi è poi individuare quelli che ne sono particolarmente ricchi, come:

– tra le carni, quelle rosse, il fegato e la carne di cavallo;
– tra i legumi, le lenticchie;
– tra i pesci, quello azzurro;
– tra le verdure, la rucola e gli spinaci (basti pensare a Braccio di Ferro);
– le alghe commestibili;
– i frutti di mare;

Come sopra accennato, ci sono poi degli accorgimenti per esaltarne l’assorbimento. L’utilizzo di spezie ricche di ferro, come lo zenzero o il cumino, ad esempio, oltre a rendere saporiti i vostri piatti, garantiscono un apporto di circa 0,6 mg e 66,4 mg rispettivamente per ogni 100gr di spezia utilizzata. Oppure si possono combinare particolari sostanze agli alimenti sopra menzionati, ad esempio:

– aggiungere il limone, che contiene acido citrico, alla carne o al pesce, aumenta l’assorbimento del ferro;
– consumare insieme ai cerali cipolla e aglio (pensate ad una saporita bruschetta) aumenta del 70% l’assorbimento del ferro;
– spremute d’arancia o di altri agrumi facilita l’assorbimento del ferro contenuto nei cereali (l’ideale per una colazione salutare);
– utilizzare il cacao amaro, per la preparazione di dolci o da mettere nel latte a colazione, in quanto oltre a stimolare il buon umore, contiene 14,3 mg di ferro per ogni 100 gr di prodotto utilizzato.
Ci sono, infine, gli alimenti da evitare, così come anche le combinazioni tra alimenti, in quanto ostacolano l’assorbimento del ferro, quali il the e il caffè, e gli alimenti integrali, che assorbono quantità irrisorie di ferro e sono quindi da evitare solo in casi di grave mancanza di ferro.

Il segreto della dieta Atkins: tante proteine pochi carboidrati

dieta atkins

La Dieta Atkins cos’è
Nella moltitudine delle diete che risultano maggiormente in voga negli ultimi anni, la Dieta Atkins occupa un posto di primaria importanza. Si tratta di un regime alimentare denominato low carb, caratterizzato da una drastica riduzione dei carboidrati assunti. Essi notoriamente vengono trasformati in grassi dall’insulina quando in eccesso, pertanto sono considerati i veri artefici degli accumuli adiposi. L’organismo soddisferà il proprio fabbisogno energetico attingendo alle riserve di grassi e proteine. Tale dieta propone un regime alimentare iperproteico che promette non solo il dimagrimento in tempi rapidi, ma anche il mantenimento del peso forma nel tempo. La sua elaborazione si deve ad un cardiologo americano, dal quale prende il nome, intorno agli anni settanta. L’obiettivo del medico era di trovare un rimedio ad una particolare ed insidiosa patologia, ossia il diabete mellito, che con l’insulina è in strettissimo rapporto. Questa dieta si è rapidamente diffusa nel mondo trovando illustri sostenitori come molte star di Hollywood, da Jennifer Aniston a Catherine Zeta Jones, che non solo l’hanno seguita e con ottimi risultati, ma continuano a praticarla. Non mancano tuttavia agguerritissimi oppositori i quali sostengono che si tratti di un regime alimentare poco bilanciato e per questo dannoso.

Quali sono i vantaggi della Dieta Atkins
La Dieta Atkins consente di perdere peso velocemente, nella prima settimana è possibile una riduzione che oscilla dai 2 ai 4 Kg e questo rappresenta un forte incentivo per la sua prosecuzione. L’assunzione ridotta di carboidrati, che sono i propulsori energetici principali, contribuisce a mantenere costanti i livelli di insulina e induce l’organismo a bruciare i grassi, arrivando a considerare lipidi e proteine fonti energetiche alternative. Questa dieta presenta numerosi vantaggi, infatti l’assunzione di proteine e grassi incentiva la produzione di un ormone chiamato colecistochina o comunemente detto ormone della sazietà, per cui questa dieta vanta l’effetto di ridurre drasticamente il senso di fame e spinge l’individuo a mangiare meno. La Dieta Atkins induce il miglioramento del metabolismo, specie di quello basale, inoltre incoraggia la produzione di ormoni anabolici, come il testosterone, che associati ad una sana attività fisica di potenza, generano l’aumento della massa muscolare. Infine agevola il massiccio consumo di energie grazie all’apporto di proteine. La Dieta Atkins si compone di 4 fasi.
Fase 1. denominata induzione o approccio alla dieta, dura 2 settimane e serve all’organismo per abituarsi a bruciare grassi e proteine. Prevede l’assunzione di alimenti a basso o assente indice glicemico, sono esclusi i carboidrati complessi e alcune verdure e tipi di frutta. Non ci sono limiti all’assunzione di proteine e grassi.
Fase 2. chiamata continuazione della perdita di peso, prevede l’aumento dei carboidrati di 5 gr ogni giorno mediante frutta e verdura, fino al raggiungimento del livello critico dei carboidrati, che coincide con il momento in cui non si dimagrisce più.
Fase 3. chiamata pre-mantenimento, prevede di perdere un massimo di 500 gr a settimana incrementando l’apporto di carboidrati di 10 gr al giorno.
Fase 4. prevede l’assunzione di un livello stabile di carboidrati definito CCLM, corrispondente al livello di carboidrati necessario per le funzioni vitali, ma che comunque non genera accumuli di grasso.

Un esempio di Dieta Atkins
Di seguito si fornisce un esempio di dieta, con vari alimenti tra loro alternativi:

Fase 1 (20 gr al massimo di carboidrati semplici e complessi)
Colazione: uova e lattuga con olio, caffè amaro e 2 fette di formaggio;
Pranzo: pesce a trancio e cicoria, pollo arrosto o polpette di broccolo, hamburger e spinaci in padella;
Cena: salmone e bietoline, vitello ai ferri e asparagi al vapore;

Fase 2 (+5 gr di carboidrati ogni giorno)
Il menù precedente può essere ripetuto alternando le pietanze a piacimento, ma incrementando l’assunzione di carboidrati mediante determinati tipi di verdura e frutta come fragole, mirtilli, cantalupo, mozzarella o latticini e frutta secca.

Fase 3
Prevede di aggiungere alla fase 1 alcuni alimenti come i legumi e la frutta zuccherina tipo banana, mango anguria e alcuni cereali integrali come il riso.

Fase 4
Si ripete la fase 3 controllando il peso che non deve mai aumentare oltre i 2 kg e praticando attività fisica.

Scrub fatto in casa: come farsi bella con lo scrub fai da te

scrub fatto in casa
Lo scrub fatto in casa
Lo scrub per il corpo è essenziale per esfoliare la superficie dell’epidermide, in modo da eliminare le cellule morte e agevolare la rigenerazione e l’ossigenazione della pelle. Dopo aver effettuato un sano scrub noterete immediatamente che la zona trattata, che può essere il viso o il corpo, sarà luminosa, morbida e vellutata. La scelta migliore consiste nel realizzare il vostro esfoliante con ingredienti che avete in casa, in questo modo lo scrub sarà personalizzato, economico e soprattutto sicuro al 100%, del tutto naturale e quindi assolutamente benefico, privo di conservanti, coloranti ed effetti collaterali. Potrete usare gli ingredienti che preferite e che fanno al caso vostro, per renderlo energico o delicato, profumato o privo di aromi. È consigliabile applicare lo scrub fatto in casa sotto la doccia, dopo aver inumidito la pelle, massaggiatela delicatamente per il tempo necessario a percepire che lo strato più secco è stato rimosso, e quanto basta per rilassarvi. Noterete che farsi belle in questo modo è una coccola a voi stesse, sarà un’abitudine da ripetere una volta al mese che non abbandonerete mai più. Al termine del trattamento sciacquate con acqua tiepida ed evitate l’uso di detergenti che potrebbero irritare, preferite piuttosto una crema nutriente che riequilibri il naturale strato idrolipidico cutaneo.Come si prepara lo scrub fatto in casa
Gli ingredienti per realizzare il vostro scrub sono moltissimi, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma il procedimento è pressoché sempre lo stesso. Individuate la parte solida, ossia la componente addetta alla rimozione delle cellule morte mediante lo sfregamento che deve essere leggero. Potrebbe trattarsi di sale grosso marino adatto alle zone più resistenti del corpo, tipo gambe o piedi. Preferite invece i chicchi di riso, con proprietà lenitive legate all’amido contenuto, particolarmente indicati per le zone delicate come il viso. A questo aggiungete una parte densa e idratante come l’olio, ideale per riequilibrare la pelle trattata conferendo idratazione, sentirete che velo di leggerezza e velluto lascerà sulla vostra pelle. L’olio d’oliva è particolarmente noto per l’azione idratante prolungata, ma altrettanto validi risultano l’olio di jojoba e l’olio di mandorle dolci, che oltre ad un elevato potere idratante hanno proprietà nutrienti ed emollienti. Aggiungete al vostro composto 2/3 gocce di olio essenziale, che conferirà al vostro scrub fatto in casa non solo il profumo che desiderate, ma anche le proprietà che vanta. L’olio essenziale di patchouli, per esempio, è un toccasana in caso d’ansia e depressione, l’olio essenziale di rosa ha effetti afrodisiaci e rilassanti, l’olio di ylang ylang è indicato per pelli grasse e con acne.

Ricette per scrub fatto in casa
La prima delle 3 ricette che seguono è destinata al viso, quindi particolarmente delicata e al contempo molto efficace. Mescolate in una scodellina, con una palettina di legno o bambù, 1 cucchiaio di yogurt naturale, 1 cucchiaio di riso sminuzzato al mixer, 1 cucchiaio di succo di limone non trattato e 2/3 gocce di olio essenziale di menta, dal benefico effetto rinfrescante e antibatterico. Lasciate riposare a temperatura ambiente il composto per circa 15 minuti e poi massaggiate delicatamente sul viso, meglio se sotto la doccia in quanto il vapore acqueo dilata i pori agevolando la pulizia. Al termine sciacquate con acqua tiepida e asciugatevi con leggeri tamponamenti.
La seconda ricetta servirà per realizzare uno scrub per il corpo, vi serviranno 5 cucchiai rasi di sale grosso marino, 4 cucchiai di olio d’oliva evo, spremuto a freddo quindi genuino e non trattato, un cucchiaio di burro di karitè, capace di trattenere l’idratazione naturale della pelle garantendone l’elasticità. Anche in questo caso è consigliata l’applicazione in ambiente umido e leggermente caldo che oltre a dilatare i pori, agevola la liquefazione del burro.
L’ultima ricetta dello scrub fatto in casa è dedicata alle parti del corpo che presentano pelle particolarmente secca e ruvida come gomiti, talloni, ginocchia. Basta mescolare 4 cucchiai di sale rosa dell’himalaya, che ha forti proprietà disinfettanti, emollienti, schiarenti e antiage, con 4 cucchiai di olio di cocco e 3 gocce di olio di argan che di solito non profuma, quindi non contrasta con il cocco, ma presenta proprietà nutrienti ed emollienti.