Dimagrire con l’ausilio dei farmaci?

farmaci per dimagrire

Farmaci per dimagrire

Quando ci apprestiamo a seguire un regime dietetico ipocalorico per ottenere una significativa perdita di peso, spesso ci viene in mente che una serie di farmaci specifici potrebbero aiutarci nel processo di dimagrimento.

Esistono vari tipi di preparati medici in grado di lenire il senso di fame, ma se è vero che questi prodotti possono risultare efficaci in questo senso è altrettanto vero che possono nuocere alla salute.
Un altro aspetto da non trascurare è che l’efficacia di questo tipo di farmaci è spesso limitata nel tempo : il peso che si è riusciti a perdere nel giro di poco tempo spesso viene ripreso con altrettanta facilitò.

A differenza di altri paesi in cui vengono commercializzate varie sostanze ad azione dimagrate, in Italia gli unici due principi attivi accettati erano la sibutramina (il cui utilizzo non è più consentito dal 2010) e l’Orlistat, ovvero la tetra-idro-lipostatina, l’unico farmaco ad essere autorizzato dal Ministero della Salute.

Tra i nomi dei più comuni farmaci per dimagrire, troviamo i seguenti :

  • Fenilpropanolammina
  • Fentermina
  • GLICOBASEY ® – Acarbosio
  • GLUCOBAY ® – Acarbosio
  • Lasix
  • Lassativi per dimagrire
  • Orlistat – Xenical –
  • Pastiglie per dimagrire
  • Pseudoefedrina
  • Sibutramina
  • Topiramato per dimagrire
  • Triacana
  • Winstrol ® Stanozololo
  • XENICAL ® – Orlistat
  • Xenical – orlistat
  • Zaditen
  • Zimulti – rimonabant

 

Tra i prodotti farmacologici sopra elencati, troviamo anche molti integratori antifame, ovvero, di anoressizzanti, capaci di ridurre la sensazione di fame.

Questo tipo di integratori agisce sullo stimolo del centro della sazietà presente nell’ipotalamo, inibendo quelli che sono gli stimoli della fame.

Tra i farmaci antifame più noti, ci sono senza dubbio i cosiddetti derivati anfetaminici come la fenteremina, la fendimetrazina e il mazindolo. Questi farmaci dovrebbero essere assunti sotto stretto controllo medico e solo per brevissimi periodi di tempo.
C’è da dire che i farmaci anoressizzanti vengono solitamente utilizzati solo in casi di obesità grave, ovvero con quei pazienti il cui IMC supera il valore di 30. Questo perché pazienti affetti da obesità grave sono più resistenti agli effetti collaterali derivanti da questo tipo di farmaco; sono invece assolutamente da evitare in pazienti che lamentano solo un sovrappeso assolutamente risolvibile con il solo regime alimentare e l’esercizio fisico.

Tra gli effetti collaterali più frequenti derivanti dall’assunzione di un farmaco anoressizzante, troviamo :

  • dipendenza fisica e psicologica
  • irritabilità
  • insonnia
  • ansia
  • euforia
  • depressione
  • confusione
  • cefalea
  • tremore
  • palpitazioni
  • tachicardia ed aritmia

La cosa migliore è dimagrire senza l’utilizzo di farmaci, in quanto i rimedi naturali sono molteplici.
Integratori e farmaci anoressizzanti, sono particolarmente sconsigliati in pazienti che presentano malattie sistemiche e croniche quali ipertensione, problemi al sistema cardio circolatorio, ipertiroidismo o una particolare instabilità emotiva.

Come detto in precedenza, gli unici due farmaci anti-fame consentiti dal Ministero della Salute sono l’olistat e la sibutramina (nonostante quest’ultimo sia stato praticamente bandito nel 2010).

Vediamo insieme le caratteristiche di questi due farmaci.

Sibutramina

Bandito dalla vendita in Italia nel gennaio 2010, la Sibutramina è un farmaco che viene impiegato per il trattamento dei casi più gravi di obesità.
Agisce a livello del sistema nervoso centrale come fanno gli antidepressivi, inibendo quella che è la ricaptazione di noradrenalina, dopamina e serotonina.
A differenza delle benzodiazepine, però, la sibutramina agisce come farmaco anoressizzante, dando a chi la assume un senso di sazietà che porta a non desiderare di mangiare quantità eccessive di cibo.
Questo avviene soprattutto perché la noradrenalina agisce sul metabolismo basale regolarizzandolo.
Naturalmente, si tratta di un farmaco dai seri effetti collaterali : sempre la presenza di noradreanalina comporta non solo un aumento dell’ossigeno in stato di riposo ma anche un innalzamento della pressione arteriosa e del battito cardiaco.
Anche l’integrazione con altri farmaci è decisamente da tenere in considerazione; sono stati riscontrati effetti collaterali importanti in seguito all’assunzione di sibutramina in concomitanza con farmaci antidepressivi ed antiemicranici.

La sibutramina non dovrebbe essere mai assunta per un periodo superiore ai 6 mesi.

 

Orlistat

Orlistat è un farmaco che può aiutare a perdere peso se si è obesi o in stato di grave sovrappeso.
Funziona bloccando sostanze chimiche (enzimi) presenti nell’intestino.
Orlistat è in grado di bloccare quasi un terzo dei grassi che ingeriamo; il grasso non digerito non viene assorbito dall’organismo che lo elimina attraverso le feci.
La dose normale è di una capsula da 120 mg, tre volte al giorno con ogni pasto.
Come per la Sibutramina, anche Orlistat può essere prescritto solo a pazienti che presentano un grado di obesità superiore a 30; inoltre, a 3 mesi dall’inizio del trattamento, si deve aver perso almeno il 5% del proprio peso, altrimenti il trattamento deve essere interrotto.
Orlistat non può essere assunto dalle seguenti categorie di pazienti :

  • donne incinte o che allattano.
  • persone di età inferiore ai 18 anni
  • persone con una sindrome da malassorbimento
  • persone con colestasi

Tra i medicinali utilizzati in caso di obesità grave, troviamo anche l’Acarbosio, un oligosaccaride di origine microbica in grado di inibire l’azione delle alfa-glucosidasi intestinali, degli enzimi localizzati nell’intestino tenue il cui compito è quello di digerire i carboidrati presenti nei comuni alimenti.

 

PER QUALSIASI UTILIZZO DI FARMACI CONSULTARE UN MEDICO.

Perdere peso: proviamo con le erbe

erbe dietetiche

Perdere peso sembra un concetto piuttosto semplice, se ci pensate. Basta mangiare di meno, fare più esercizio fisico e il peso dovrebbe automaticamente calare. Ma cosa succede in caso di interruzione della dieta o di un preciso programma di allenamento?

Semplice : i chili ritornano.

Quindi, ciò che veramente è importante quando si decide di affrontare un percorso di dimagrimento è sì perdere peso ma anche e soprattutto capire qual è il metodo migliore per mantenere la forma ritrovata.

La perdita di peso è un processo piuttosto complesso ed uno dei metodi migliori per affrontarlo è quello di affidarsi a dei calcoli numerici.
Bisogna tenere conto che, per bruciare un chilo di grasso c’è bisogno di bruciare, oltre a quelle che già consumiamo, altre 3500 calorie ogni giorno. Naturalmente, bruciare una quantità così ingente di calorie ogni giorno non è semplice e, in molti casi, potrebbe risultare addirittura controproducente. Ciò che conta è tagliare quelle 500 calorie al giorno attraverso una combinazione di dieta ed esercizio fisico.

Vediamo insieme alcuni semplici calcoli per stabilire quali sono gli obiettivi che possiamo porci e, ovviamente, quali sono le nostre possibilità.

Calcolo del metabolismo basale

Il metabolismo basale, ovvero la capacità individuale di bruciare calorie, è un elemento molto importante da analizzare in previsione di un cambiamento del regime alimentare e di una perdita di peso.

A questo punto, diventa molto utile calcolare la spesa energetica totale giornaliera per comprendere quale sia l’effettivo ammontare delle calorie bruciate quotidianamente in base alla nostra attività fisica. Per effettuare questo calco è sufficiente moltiplicare il livello di attività con il valore del Metabolismo Basale.

I moltiplicatori di attività sono i seguenti :

-Sedentario = 1.2 (poco esercizio fisico)

-Leggermente attivo = 1,375 (esercizio leggero)

-Moderatamente attivo = 1,55 (esercizio moderato)

-Molto attivo = 1,725 (esercizio duro)

-Estremamente attivo = 1.9 (duro esercizio quotidiano)

 

E’ importante tenere traccia di quante calorie si consumano; prendete la buona abitudine di annotare su un diario o su una delle tante app disponibili per smartphone e tablet quanti e quali cibi e bevande consumate quotidianamente.
La ricerca dimostra che mantenere una traccia scritta delle nostre abitudini alimentari è spesso sufficiente per aiutarci a perdere peso.
Secondo l’American Journal of Preventive Medicine, i diari alimentari funzionano veramente; secondo uno studio condotto nel 2008, coloro che durante un periodo di dieta hanno tenuto un diario alimentare hanno raddoppiato la quantità di chili persi.

Quando si decide di intraprendere un percorso dietetico, è possibile trovare un valido aiuto anche in alcuni ingredienti naturali che possono contribuire a ridurre i depositi di grasso presenti nel corpo e al contempo a aumentare i livelli di energia e di resistenza.

Molte erbe, ad esempio, sono in grado di aumentare il metabolismo, compreso quello a riposo (termogenesi); secondo molti medici erboristi, infatti, quello del riposo è il momento migliore per perdere peso.

Le erbe medicinali possono anche aiutare con la disintossicazione del fegato, dell’apparato digerente e del flusso sanguigno. Questi sono dati estremamente interessanti se consideriamo che tutti noi abbiamo dai 3 ai 10 chili di scorie in eccesso nell’organismo!

Tra le erbe che possono aiutarci a perdere peso e rimanere in forma, troviamo :

 

Noce nera : è famosa per le sue proprietà detergenti.
Facilita la motilità dell’intestino crasso ed elimina le scorie presenti nel tratto digerente.
Gli erboristi classificano questa pianta come astringente, perché è ricca di tannino, che aiuta a tonificare il corpo.

HCA
L’acido idrossicitrico (HCA) è utilizzato nella cucina indiana e tailandese come condimento.
Esso agisce come un soppressore dell’appetito e blocca il processo di trasformazione dei carboidrati in grasso che avviene nel fegato.
Gli studi condotti sugli animali dimostrano che l’HCA può ridurre la produzione di grassi dal 40 al 70% nelle 12 ore successive al pasto.

Dente di leone
Questa erba purifica il fegato ed i reni durante il processo di rimozione dei liquidi in eccesso.
E’ un toccasana per coloro che seguono una dieta povera di carboidrati dove è importante mantenere gli organi di eliminazione al massimo regime.
Uno studio condotto sui topi ha dimostrato che essi perdevano il 30% del loro peso corporeo se venivano alimentati per 30 giorni con il Dente di leone.

Guaranà
Il guaranà è una delle fonti più ricche di caffeina, una sostanza che funge da inibitore della fame.
A causa del suo effetto stimolante che stimola la distruzione dei grassi, il guaranà è un ottimo diuretico e uno stimolatore di energia.

Salvia
La salvia può aiutare nella riduzione del peso corporeo perché è in grado di ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
Cospargetene un po’ su qualsiasi piatto di carne o pesce e noterete una notevole riduzione del senso di fame.

La salvia, è ottima anche per ridurre l’ipertensione, una patologia spesso presente nelle persone in sovrappeso.

La dieta Dukan

dieta dukan

La dieta Dukan è un regime alimentare iperproteico ideato circa un decennio fa da Pierre Dukan,un ex medico francesce.

E’ la dieta dimagrante piu seguita,la cui moda è stata proprio lanciata da Kate Middleton.La DietaDukan è un tipo di dieta ke si basa sul consumo di proteine e verdure.100alimenti,72 provenienti dal mondo animale e 28da quello vegetale.
Essa si divide in 4 fasi che hanno l obbiettivo di far dimagrire naturalmente e con effetti rapidi fino alla stabilizzazione del peso ke si è ottenuto nel tempo.
1-FASE DI ATTACCO:E’ quella che dura di meno,ma è quella fase che permette di muovere il proprio metabolismo.Si basa solo su cibi proteici di cui uova,carni magri,yogurt e formaggi light.La sua durata è di circa 5giorni.
2-FASE DI CROCIERA:E’ quella fase che alterna le proteine con l aggiunta delle verdure fino al raggiungimento del peso desiderato.La sua durata in media è di una settimana per ogni chilo che si vuol perdere.
3-FASE DI CONSOLIDAMENTO:E’ la fase in cui mette a prova la funzionalità della dieta avendo lo scopo di prevenire il fenomeno del rimbalzo,cioè evitare di riprendere tutti i chili persi.La sua durata è di circa 10giorni per ogni chilo perso.La sua durata,invece è di 10 giorni per ogni chilo perso.
4-FASE DI STABILIZZAZIONE DEFINITIVA:E’ la fase piu importante perchè è quella che porta al mantenimento e alla stabilizzazione del peso che si è raggiunto.Per far ciò bisogna avere un giorno fisso alla settimana in cui si segua il regime d’attacco,seguire tutti i giovedì per tutta la vita.Fare le scale quindi nn prendere l’ ascensore e assumere 3cucchiai di crusca d’avena.Infine la sua durata è di avere almeno un giorno a settimana fisso,il giovedì in cui bisogna assumere 3cucchiai di crusca d’avena+l’abbandono dell’ascensore.
Durante questa dieta bere molto,almeno 2litri d’acqua al giorno per evitare di appesantire i reni visto l assunzione di solo proteine.
Oltre la sola dieta una regola fondamentale è quella di introdurvi almeno20minuti di attività fisica.
Ora vediamo gli alimenti che si possono consumare nella fase d attacco:
-pollo,coniglio e tacchino
-prosciutto magro
-pesce,tranne quello in scatol
-molluschi e crostacei
-uova,ma solo2volte al giorno
-formaggi light
-aceto,senape,erbe aromatiche,aglio e cipolla,ma anche il ketchup con moderazione.
ESEMPIO:
COLAZIONE:caffè,o the con 1yogurt magro e mezzo cucchiaio di crusca d’avena,o 200g di formaggio light o di affettato,o un budino.
SPUNTINO:1Yogurt magro
PRANZO:Petto di pollo,o pesce,uova.
SPUNTINO:1yogurt o 1fetta di prosciutto di tacchino
CENA:potete scegliere qualsiasi alimento della fase di attacco e in piu o uno yogurt o un budino di latte magro

ESEMPIO DI FASE DI CROCIERA:devi alternare giorni di proteine e giorni dove aggiungere verdure come pomodori,cetrioli,insalate,fagiolini,funghi.
Da evitare invece patate,piselli,pasta con legumi.
COLAZIONE:yogurt,formaggio mgro,o budino.
SPUNTINO:yogurt magro
PRANZO:alimenti di solo proteine con l aggiunta di verdura nei giorni alterni
SPUNTINO:yogurt magro
CENA:Gli stessi alimenti della fase di attacco+l’aggiunta di verdura nei giorni alterni

ESEMPIO FASE DI CONSOLIDAMENTO:Qui è viene anche introdotta la frutta ma consumarne in piccole quantità,una sola volta al giorno.
In questa fase è permesso anche 2volte a settimana una cena libera,cioè a tuo piacere,come la pizza,del gelato a suo piacimento.
Ma se si sceglie di fare questo,il successivo giorno tornare a seguire la fase di attacco.La fase di consolidamento è quella fase in cui si può mangiare della frutta,tranne le banane,l uva e le ciliegie.Si possono mangiare 2fette di pane integrale,del formaggio,2volte a settimana la pata,riso o patate e si può anche mangiare del maiale.
COLAZIONE:1fetta di pane integrale con del formaggio+uno yogurt o delle uova,caffè o the.
SPUNTINO:1Frutto
PRANZO:carne,o formaggi,uova,pesce+della verdura a scelta condita con del limone.
CENA:Uguale,carne,pesce,uova sempre una porzione+la verdura.
Infine2volte a settimana si può anche mangiare della pasta,del riso o anche delle patate.
ESEMPIO DELL ULTIMA FASE,FASE DI STABILIZZAZIONE:In questa fase bisogna assumere solo proteine e in piu bisogna prendere 3cucchiai di crusca d’avena al giorno.La crusca d’avena aiuta la digestione e crea una sorte di sazietà duratura.
COLAZIONE:1 fetta di pane integrale con del formaggio+uno yogurt o del latte,cffè o the.
SPUNTINO:1frutto o 1yogurt
PRANZO:1 porzione di alimenti puramente proteici come carne,uova,formaggio +verdura
SPUNTINO:1yogurt con 1frutto
CENA:uguale al pranzo +verdura+40g di ricotta o formaggio light.

Gravidanza :come tornare in forma

dopo gravidanza

Diventare mamma è il sogno di moltissime donne: poter stringere a sé il proprio pargolo, allattarlo, riempirlo di coccole e attenzioni è ciò che molte desiderano, anche se questo significa mettere peso e rischiare di rovinare la propria forma fisica, magari tenuta costantemente sotto controllo per anni. Non bisogna disperare, poiché esistono interessanti consigli per ritornare in forma dopo la gravidanza. Innanzitutto è bene precisare che nelle prime settimane dopo il parto non bisogna fare ginnastica forzata, poiché il corpo ha bisogno di riattivarsi poco per volta. La prima attività fisica da praticare vede protagoniste le camminate, cercando di rimettersi in moto riprendendo l’attività aerobica, magari uscendo da casa tutti i giorni con il passeggino. Potrete iniziare a passeggiare all’aria aperta già dopo una settimana dal parto, che sia naturale o cesareo, aumentando poco alla volta la velocità dell’andatura.

Per recuperare la funzionalità dei muscoli è fondamentale la respirazione, soprattutto per quanto riguarda la zona pelvica, poiché durante la gravidanza ha sostenuto il peso del pancione. È necessario sdraiarsi a terra inspirando dal naso per otto secondi, espirando poi dalla bocca per la stessa quantità di tempo. Iniziate la respirazione già dopo due settimane dal parto naturale, mentre nel caso in cui il vostro sia stato un parto cesareo aspettate almeno un mese, poiché potreste rischiare di far saltare i punti di sutura. L’ideale sarebbe praticare almeno dieci esercizi al giorno per tre volte alla settimana, ma non ci sono controindicazioni se fatti ogni giorno. Il problema che assilla quasi tutte le donne risiede però nella pancia, nei fianchi, nella gambe e nei glutei: come tornare snelle e sode? Bisogna iniziare partendo da esercizi mirati alla tonificazione, da praticare dopo due settimane dagli esercizi di respirazione almeno tre volte a settimana.
È importante non buttarsi in diete drastiche per perdere peso velocemente, preferendo la palestra e la ginnastica durante il periodo post parto, cercando di impostare sia attività fisica che alimentazione in maniera corretta. Tuttavia va precisato che in caso di parto cesareo non ci si può allenare prima di sei settimane, un periodo necessario al fine che la ferita si rimargini. Bisognerà cercare di restare in piedi il più possibile, in modo che il corpo possa riprendersi in maniera più veloce, anche se potreste incorrere nel rischio di perdite ematiche vaginali. Che fare quindi in questo caso? È opportuno praticare esercizi per la circolazione e i muscoli pelvici: nel primo caso, sdraiatevi sul letto con le gambe distese, sollevate una gamba e ruotate la caviglia in senso orario e poi antiorario per 10 volte, ripetendo poi l’esercizio con l’altra gamba. Per quanto riguarda i muscoli pelvici, sdraiatevi sul pavimento e piegate le ginocchia, divaricate i piedi e sollevate i glutei contraendoli di circa 10-15 cm da terra, mantenendo la posizione per 10 secondi e ripetendo il tutto per almeno 10 volte.
Anche le normali attività domestiche possono rappresentare un buon movimento per rimettersi in forma, bruciando poche calorie e tonificando braccia e gambe. Per tornare in forma dopo una gravidanza sarà utile concentrarsi sulla pancia, contraendone i muscoli, tenendo in dentro l’addome e stringendo i glutei per qualche secondo. Un altro esercizio che potrete praticare dopo un breve periodo di allenamento consiste nel distendersi supine a terra, portando le gambe al dorso tenendole per le braccia, cercando di restare in questa posizione sollevandovi, senza poggiare i piedi per terra. Altro metodo interessante per tonificare gli addominali prevede la posizione supina con moderato alzamento della testa con le mani, cercando di toccare il ginocchio destro con il gomito sinistro e il ginocchio sinistro con il gomito destro.
Ritornare in forma dopo una gravidanza non significa solamente ridurre fianchi, pancia e glutei, ma ripristinare la giusta tonicità ed elasticità anche al seno, anche se si tratta di esercizi da praticare al termine della fase di allattamento. Che cosa bisogna fare? Prendete un tappetino, sedetevi incrociando le gambe mantenendo la schiena dritta. A questo punto avvicinate i palmi della mani alzando i gomiti all’altezza delle spalle, abbassando lentamente le braccia. Un altro metodo prevede sempre la posizione seduta con gambe incrociate, ma dovrete allargare le braccia verso l’esterno, tenendole all’altezza delle spalle facendole ruotare. Gli esercizi per tornare in perfetta forma fisica dopo nove mesi di gestazione sono tanti e facili da fare, ma esistono altri aiuti interessanti e funzionali per aiutarvi a bruciare grassi: in che cosa consistono? Alimenti brucia grassi. Scegliete dello yogurt magro come spuntino, poiché ricco di calcio, fosforo, vitamine e pochissime calorie, il quale grazie alla presenza di lattobacilli aiuta l’intestino. Petto di pollo o di tacchino, broccoli e farina d’avena devono far parte del vostro menù: poche calorie, tante vitamine e proteine per tornare in forma smagliante più velocemente. Per rinforzare il sistema immunitario provate il pompelmo, ricco di vitamina C e potassio con funzione diuretica e digestiva.

Dieta: quanti tipi di diete esistono

dieta

In cosa consiste una dieta e quanti tipi di dieta esistono

In nutrizione, la dieta è la somma di cibo consumato da una persona le cui abitudini alimentari sono dettate da decisioni abituali e personali e da quelle di una determinata cultura.

La parola dieta implica (anche se non necessariamente),  l’assunzione di un apporto specifico di nutrimento per motivi di salute o di gestione del peso.
Anche se gli esseri umani sono onnivori, ogni cultura e ogni persona ha le sue preferenze alimentari dettate spesso da ragioni etiche e gusti strettamente personali.

E’ bene precisare che non esistono, di per sé, alimenti buoni o cattivi : piuttosto è ciò che si mangia per un periodo e, soprattutto, le quantità che si consumano a fare la differenza.

Selezionando gli alimenti che compongono una dieta equilibrata si può evitare l”insorgenza di determinate patologie che colpiscono l’organismo e, al tempo stesso, ritardare gli effetti dell’invecchiamento.

Una dieta sana, infatti, ha tanti vantaggi : mantiene in forma, riduce il rischio di patologie quali diabete, malattie cardiache, ipertensione, alcuni tipi di cancro, calcoli biliari, rinforza il sistema immunitario e aiuta a combattere molti tipi di infezione.

Ma che cosa e quanto si deve mangiare per avere un’alimentazione corretta?

Vediamo insieme quali e quante dovrebbero essere gli alimenti da inserire quotidianamente in una dieta secondo il calcolo basato sul concetto della piramide alimentare.

Consumo giornaliero

Frutta e Verdura : almeno 5 porzioni al giorno.
Carboidrati : dalle 3 alle 4 porzioni al giorno.
Olio e burro : 3 porzioni al giorno
Latticini : 2 porzioni al giorno

Consumo settimanale
Carne e pesce : 3 porzioni a settimana per gruppo
Insaccati e salumi : 1 porzione a settimana

Consumo mensile
Bevande gassate, alimenti confezionati : occasionalmente
Alcool : solo in piccole quantità

 

Come si può notare, tutti i grassi sono in cima alla piramide e dovrebbero essere limitati se non eliminati del tutto. I grassi saturi contenuti in questi alimenti possono aumentare il rischio di malattie cardiache e devono essere evitati il più possibile o mangiati solo in piccole quantità.
Al contrario, è di fondamentale importanza assumere quotidianamente diverse porzioni di frutta e verdura, alimenti sani che garantiscono alte dosi di energia, fibre, sali minerali, vitamine e sostanze fitochimiche. I legumi come i fagioli, le lenticchie, i piselli, i fagioli e i ceci contribuiscono ad mantenere inalterate proteine e ferro.

 

Queste, naturalmente, sono solo linee generali basate su un’alimentazione completa e senza privazioni.

Esistono, però, una serie di diete nate nel corso degli anni mirate a ridurre l’apporto calorico giornaliero puntando su un tipo di cibo piuttosto che un altro.

Vediamo insieme un elenco delle più note (sul menu di destra gli approfondimenti):

– Mediterranea

–  a Punti

– a Zona

–  Dukan

–  Ipocalorica

–  del Gelato

–  Dissociata

–  Scarsdale

Snellire le cosce

cosce

Quando si parla di forma fisica, è inevitabile, tra le altre cose, pensare a quanto sia piacevole constatare che, grazie ad un’alimentazione sana e ad un costante esercizio fisico, le nostre gambe hanno ritrovato la tonicità perduta.

Le gambe sono un punto di forza della figura di una persona, specialmente di una donna che, non nascondiamolo, ama spesso mostrarle con abitini eleganti e seducenti.
Ma per mostrare con fierezza le gambe, c’è bisogno di seguire un programma preciso dove dieta e sport si combinano per farci ottenere risultati davvero eccellenti.

Se stiamo lavorando ad un programma di perdita di peso che prevede una riduzione dell’apporto calorico e un aumento della frequenza e dell’intensità dell’allenamento fisico, noteremo molto presto un cambiamento nella forma e nelle dimensioni delle gambe e, soprattutto, delle cosce.

Uno dei metodi migliori per rimodellare le gambe è quello di affidarsi al pilates, una disciplina che ha preso piede solo negli ultimi anni nel nostro Paese riscuotendo un immediato successo soprattutto tra il pubblico femminile. Il Pilates è ottimo per tonificare e dare nuova elasticità al muscolo senza andare a costruire una massa eccessiva.

Naturalmente, una tonificazione generale del corpo (e quindi anche delle gambe), non può prescindere da una revisione del nostro regime alimentare.
Sebbene le calorie assunte possano rimanere invariate, diventa fondamentale quando si vuole perdere peso ed aumentare la massa magra stare molto attenti a ciò che si mangia; calorie provenienti da carboidrati, grassi o proteine avranno un peso ben maggiore rispetto a quelle fornite da cereali integrali, verdure e frutta fresca.
E’ importante tenersi alla larga da cibi confezionati ad alto contenuto di sodio, dalle cosiddette “versioni light” degli alimenti e da tutti quei cibi che hanno subito una lavorazione eccessivamente raffinata.

Vediamo ora una serie di suggerimenti che potranno aiutarvi ad ottenere cosce toniche ed in forma.

Attività cardio
Un modo sano per ottenere cosce più sottili è quello che prevede l’esecuzione di sessioni di esercizio cardio.
Fare regolare esercizio cardio consente di bruciare molte calorie e, di conseguenza,di snellire in tempi brevi anche la zona delle cosce.
Mentre esercizi come affondi e squat rafforzano e scolpiscono esclusivamente i muscoli della gamba, mentre l’allenamento cardio aiuta a perdere peso su tutto il corpo.

Abbronzatura
Potrà sembrare una cosa strana, ma un altro modo semplice e veloce per far sembrare più sottili le cosce è quello di utilizzare un autoabbronzante sulle gambe.
La pelle appare più snella e più tonica e, a livello ottico, le nostre gambe appariranno più magre.
La cosa buona è che, a differenza della lampade UV, decisamente dannose per la pelle, gli autoabbronzanti non hanno alcuna controindicazione e possono essere lavati via in maniera indolore.

Creme anticellulite
Spesso e volentieri, le gambe poco allenate hanno un antiestetico rilassamento della pelle a cui si accompagna sovente anche il tanto temuto effetto buccia d’arancia.
Questa particolare “texture” della pelle compare quando le cosce sono colpite da cellulite, un problema largamente diffuso tra le donne di tutte le età.
L’esercizio fisico costante e una dieta mirata alla riduzione di grassi possono ridurre drasticamente gli effetti e l’estensione della cellulite, ma a volte restano a livello di superficie epidermica i poco graditi “buchetti”.
Per agevolare la scomparsa di questo inestetismo, è possibile affidarsi ad uno dei tanti prodotti presenti in commercio, solitamente sotto forma di creme o sieri.
Alcuni di questi prodotti sono a base di caffeina, una sostanza ormai nota per combattere la cellulite e i suoi effetti (se volete risparmiare, potete anche mischiare vecchi fondi di caffè alla vostra abituale crema corpo e passarla sulle zone critiche dopo ogni doccia).
Prima di applicare una crema anticellulite, è utile effettuare una scrub sulle zone colpite dall’inestetismo: lo scrub, infatti, sarà in grado di rimuovere le cellule morte dell’epidermide favorendo l’assorbimento dei prodotti anticellulite.

Spazzolatura a secco
Il concetto della spazzolatura a secco è molto simile a quello dello scrub descritto poche righe sopra, ma al posto di un gel in granuli prevede l’utilizzo di uno strumento (una specie di spazzola, appunto) con cui “strofinare” energicamente le zone del corpo più soggette alla cellulite.
Come lo scrub, la spazzolatura a secco aiuta la pelle ad eliminare le cellule morte, favorendo la circolazione sanguigna, promuovendo un’azione astringente e liberando il corpo dalle tossine.

Bye Bye zucchero!
Quando si intende recuperare la forma perduta, è inevitabile decidere di cambiare il proprio regime alimentare.
E’ anche vero però che mangiare sano non significa solo inserire nella propria dieta frutta e verdura, ma anche tagliare tutti quei cibi ad alto contenuto glicemico che causano un accumulo di grasso nel corpo e, soprattutto, nella zona dell’addome e delle cosce.
Bando a merendine e cibi confezionati in genere e spazio a tutti quegli alimenti che contengono zuccheri naturali come carote, pomodori, uva, frutti di bosco, yogurt magro e cioccolato extra fondente.

Colesterolo alto

colesterolo

Il colesterolo è un grasso che appartiene ad una classe di molecole chiamate steroidi. Si trova in molti alimenti, nel sangue e in tutte le cellule del corpo.

E’ essenziale per:

  • la formazione e il mantenimento delle membrane cellulari (aiuta le cellule a resistere ai cambiamenti di temperatura e protegge e isola le fibre nervose)
  • la formazione di ormoni sessuali (progesterone, testosterone, estradiolo, cortisolo)
  • la produzione di sali biliari che aiutano a digerire il cibo
  • la conversione in vitamina D nella pelle quando ci si espone alla luce solare

Il colesterolo si costituisce principalmente nel fegato (circa 1.000 milligrammi al giorno), ma viene anche creato dalle cellule che rivestono l’intestino tenue e da molte altre singole cellule del corpo.

Colesterolo prodotto dall’organismo vs colesterolo alimentare

Può sorprendere sapere che il nostro organismo produce tutto il colesterolo di cui abbiamo bisogno. Quando effettuiamo un esame del sangue per stabilire i livelli di colesterolo, stiamo in realtà misurando la quantità di colesterolo nel sangue.
Circa l’85 per cento del livello presente nel sangue è endogeno, il che significa che è prodotto dal corpo.
L’altro 15 per cento o giù di lì proviene da una fonte esterna : il nostro personale regime alimentare. Il colesterolo di natura alimentare proviene dalla carne, dal pollame, dal pesce, dai frutti di mare e da prodotti lattiero-caseari.
E’ possibile per alcune persone a mangiare cibi ad alto contenuto di colesterolo e avere bassi livelli di colesterolo nel sangue; allo stesso modo, è possibile mangiare cibi a basso contenuto di colesterolo e avere un alto livello di colesterolo nel sangue.

Quanto influisce dunque il colesterolo assunto tramite la dieta?

La risposta è “molto”, dato che il livello già presente nel sangue può subire un notevole incremento se alimentato con alte dosi di colesterolo e grassi saturi nella dieta.
Questo aumento di colesterolo dietetico viene spesso associato con l’aterosclerosi, una patologia che comporta l’accumulo di placche che possono restringere o ostruire i vasi sanguigni.
Se le arterie coronarie del cuore si bloccano, può verificarsi un attacco cardiaco. Spesso, le placche si staccano dalle pareti delle arterie e si muovono causando un’ostruzione dei vasi sanguigni anche in altre parti del corpo; ad esempio, un vaso sanguigno ostruito nel cervello può innescare un ictus.

L’uomo medio mangia circa 360 milligrammi di colesterolo al giorno, mentre la donna assume tra i 220 e i 260 milligrammi al giorno; la dose ideale è inferiore ai 300 mg al giorno.

Colesterolo buono e cattivo

Quando si parla di “buono” e “cattivo”, ci si riferisce al tipo di molecola che trasporta il colesterolo.
Queste molecole portanti sono costituite da proteine e vengono chiamate apoproteine; esse sono necessarie perché il colesterolo e altri grassi (lipidi) non possono sciogliersi in acqua, il che significa anche che non possono dissolversi nel sangue.
Quando queste apoproteine si uniscono con le molecole di colesterolo, formano un composto chiamato lipoproteina.
La densità di queste lipoproteine è determinata dalla quantità di proteine presenti nella molecola. Il colesterolo “cattivo” è la lipoproteina a bassa densità (LDL), il vettore principale di colesterolo nel sangue. Alti livelli di LDL sono associati con l’aterosclerosi.
Il colesterolo “buono”, invece, è la lipoproteina ad alta densità (HDL); un maggiore livello di HDL fornisce una notevole protezione contro l’ostruzione delle arterie.

Un elevato livello di LDL nel sangue può significare che le membrane delle cellule del fegato hanno ridotto il numero di recettori LDL in seguito a maggiori quantità di colesterolo all’interno della cellula.
Dopo che una cellula ha utilizzato il colesterolo per le sue esigenze chimiche e non ha bisogno di più, si riduce il numero dei recettori LDL.
Ciò causa l’accumulo di livelli maggiori di LDL nel sangue; quando questo accade, le LDL cominciano a depositare il colesterolo sulle pareti delle arterie, formando delle placche.
Al contrario, le HDL agiscono rimuovendo l’eccesso di colesterolo trasportandolo al fegato per lo smaltimento.

I livelli di HDL, LDL e colesterolo totale sono tutti indicatori di aterosclerosi e di rischio di malattie cardiache.
Le persone che hanno un livello di colesterolo di 275 o superiore sono a rischio significativo di infarto anche se hanno buoni livelli di HDL; lo stesso discorso vale per tutti coloro che hanno livelli di colesterolo normali ma bassi livelli di HDL.

 

Fattori di rischio
Esistono alcuni fattori che influenzano i livelli di colesterolo di una persona. Essi comprendono :

  • Mangiare cibi ricchi di grassi saturi
  • Mangiare cibi che contengono alti livelli di colesterolo (uova e carne rossa)
  • Età : i livelli ematici di colesterolo tendono ad aumentare con l’età.
  • Peso : le persone in sovrappeso hanno maggiori probabilità di avere livelli elevati di colesterolo nel sangue e bassi livelli di HDL
  • Sesso : gli uomini tendono ad avere livelli più alti di LDL e bassi livelli di HDL rispetto alle donne, soprattutto prima dei 50 anni.
  • Genetica
  • Malattie :
  • Malattie : diabete e ipertensione possono accelerare lo sviluppo dell’aterosclerosi.
  • Stile di vita : alti livelli di stress, fumo di sigaretta, sedentarietà aumentano i livelli di LDL

 

La cervicale

cervicale

La cervicale è un dolore localizzato vicino al collo, il quale spesso si propaga verso le braccia e le spalle. Una patologia che può dipendere da colpi di freddo, posture scorrette o troppo stress. I primi sintomi che possono farci pensare a una cervicale vedono protagonisti formicolii, problemi legati alla vista, tachicardia, vertigini, intorpidimento, rigidità del collo specialmente appena svegli. Si tratta di sintomi di entità diverse, poiché in alcuni casi si parte da un banale torcicollo fino ad arrivare a un dolore che arriva fino alle braccia, rendendo i movimenti difficili. La nausea, i giramenti di testa, la perdita di equilibrio e il ronzio nelle orecchie possono essere altri sintomi più o meno significativi correlati alla cervicale. Ma quali sono le cause principali che favoriscono l’insorgere di questo dolore a volte insopportabile?

Prima di tutto la cattiva postura, magari correlata a una vita sedentaria o comunque caratterizzata da scarsa attività fisica. I colpi di freddo, le posizioni scorrette durante il sonno, magari causate da cuscini non appropriati, lo stress, le tensioni emotive o difetti occlusali delle arcate dentarie possono essere altri fattori scatenanti, anche se in numerosi casi il problema della cervicale dipende da lesioni dei muscoli o delle articolazioni del collo, magari causati da bruschi movimenti o traumi. Come si diagnostica? Sono molto più diffusi i casi di cervicalgia causati da tensioni muscolari che da eventi traumatici, riscontrabili grazie a un alterato assetto meccanico della regione cervicale. Fortunatamente esistono tantissimi rimedi a questo tipo di problema, partendo dall’alimentazione fino ad arrivare a prodotti omeopatici ed esercizi mirati.
Per quanto riguarda l’alimentazione dobbiamo precisare che il dolore della cervicale è collegato al fegato e alla cistifellea, per questo motivo è bene assimilare verdure amare, come il radicchio, la cicoria e le cime di rapa, magari passate in padella con dell’olio extravergine d’oliva e dell’aglio. Bisogna ridurre i grassi di origine animale, gli insaccati, le farine raffinate, il latte e i suoi derivati e i cibi industrializzati, preferendo carciofi e ortica, anche come tisana. Anche le piante hanno una funzione importante e benefica nei confronti di questo disturbo, utilizzate come fitoterapia e applicate sotto forma di unguenti o pomate sulle zone doloranti. Da provare l’Artiglio del Diavolo, la cui radice si è dimostrata efficace contro mal di schiena, tendiniti, mal di testa, cervicale, sciatica, artrite e molti altri problemi. Da non sottovalutare i Fiori di Bach, utilizzati molto spesso come tranquillanti nei soggetti ansiosi, ma efficaci anche nei confronti della cervicale, poiché come accennato all’inizio potrebbe essere causata da stress e tensioni di carattere emotivo.
L’aromaterapia si è rivelata una piacevole scoperta nei confronti del dolore: alcuni degli oli essenziali impiegati hanno un’attività rubefacente che richiama il sangue negli strati più superficiali della cute, alleggerendo le varie infiammazioni. Per la cervicale si possono scegliere l’Olio essenziale di abete bianco, analgesico e antinfiammatorio, l’Olio essenziale di ginepro, perfetto per artrosi, gotta e alte infiammazioni, l’Olio essenziale di zenzero, efficace contro le rigidità muscolari dovute a traumi, strappi o stiramenti. L’omeopatia può essere considerata una soluzione interessante e funzionale in caso di cervicale, considerato il fatto che non stiamo parlando di farmaci che potrebbero danneggiare l’organismo. Da provare il Dulcamara 9CH, perfetto per chi si trova esposto al freddo o all’umidità.
Per prevenire il problema della cervicale è bene mantenere una postura corretta: i muscoli si adattano alle posizioni assunte, pertanto una postura scorretta lo potrebbe accorciare, con conseguente riduzione di sangue e ossigeno. Per cercare di alleviare il dolore della cervicale vi sono alcuni semplici esercizi da praticare in tutta tranquillità ovunque vi troviate, partendo da una tecnica cinese molto efficace. In che cosa consiste? Mettetevi in piedi, inclinate la testa a destra e poi a sinistra, in modo molto lento. Cercate di percepire i muscolari allungarsi durante ogni espirazione, raccogliendo l’energia durante la fase d’inspirazione. A questo punto alzate un braccio e abbassate l’altro, spingendo entrambi indietro e invertendo. È molto importante cercare di rilassarsi quando si soffre di questo problema, prestando quindi attenzione alla respirazione e a ogni singola parte del corpo. Tra gli altri esercizi da fare in caso di questo problema troviamo la ginnastica isometrica: che cosa prevede? Prima di tutto prendete le mani e poggiatele dietro la nuca forzando verso il basso e in avanti, cercando di concentrare l’attenzione sulla sensazione di tensione a carico dei muscoli collocati nella parte posteriore del collo. A questo punto prendete una mano ed esercitate una trazione laterale verso destra, ripentendo poi verso sinistra, mantenendo le spalle ferme e dritte. Ora volgete il viso verso l’alto, ma in modo molto lento, fino a quando non si ritroverà rovesciato all’indietro. Sono pochi e semplici consigli per poter alleviare il dolore che la cervicalgia comporta, cercando tuttavia di scoprirne la causa per poter agire in modo più mirato e specifico.

Eliminiamo la cellulite

cellulite

Con la costante esposizione alle tossine ambientali e all’ambiente in generale, la pelle presenta spesso segni di reazioni avverse.

Una delle più gravi reazioni della pelle è la cellulite, un’infezione batterica della pelle comune e dolorosa che può causare ulteriori complicazioni se non trattata.

Anche se più comunemente colpisce le gambe, la cellulite può colpire la pelle su una qualsiasi parte del corpo e può variare in profondità dalla superficie ai tessuti sottostanti, i linfonodi e il flusso sanguigno.

  • I sintomi più comuni della cellulite includono :
  • arrossamento
  • gonfiore
  • dolore
  • calore al tatto
  • febbre

Essa è una infezione batterica che si forma quando uno o più tipi di batteri penetrano la cute attraverso una lesione della pelle.
Lo Streptococco e lo Staffilococco sono i due tipi più comuni di batteri che causano la cellulite.

In genere, interventi chirurgici, ferite, punture, ulcere, piede d’atleta e dermatiti sono i luoghi principali di ingresso batterico.

Tuttavia, alcuni tipi di ragni e punture di insetti possono anche trasferire i batteri che innescano l’infezione.

Fattori di rischio per il suo sviluppo

Diversi fattori possono mettervi a maggior rischio di sviluppare la cellulite, tra cui:

Lesioni : qualsiasi taglio, frattura, bruciatura o graffio aumenta il rischio di cellulite perché possono rappresentare un punto di ingresso per i batteri.

Indebolimento del sistema immunitario: condizioni che indeboliscono il sistema immunitario rendono il corpo più suscettibile alle infezioni come la cellulite. Condizioni che possono indebolire il sistema immunitario includono il diabete, le leucemie croniche, HIV / AIDS, malattie renali croniche, malattie del fegato e disturbi della circolazione. Anche l’uso di alcuni farmaci, come i corticosteroidi, può indebolire il sistema immunitario.

Malattie della pelle:  alcuni disturbi della pelle, come l’eczema, il piede d’atleta, la varicella e fuoco di Sant’Antonio, possono causare lacerazioni nella pelle e aumentare il rischio di cellulite. Anche uno stato di gonfiore cronico delle braccia o delle gambe (linfedema) potrebbe rompersi, lasciando la pelle vulnerabile alle infezioni batteriche.

Storia della cellulite: le persone che in precedenza hanno avuto episodi di cellulite, in particolare nella parte inferiore della gamba, possono essere più inclini a svilupparla di nuovo.

L’uso di droghe per via endovenosa:  le persone che si iniettano droghe illegali hanno un rischio maggiore di svilupparla.

Obesità: essere in sovrappeso o obesi aumenta il rischio non solo di sviluppare la cellulite, ma anche di avere episodi ricorrenti.

Il trattamento in ospedale

In caso di infezione grave (quella della cellulite), è spesso necessario ricorrere al ricovero ospedaliero.
Nel periodo di degenza, saranno somministrati antibiotici per via endovenosa  attraverso un’iniezione o una flebo. Il tipo di antibiotici che verrà utilizzato dipende dalla causa sospetta di infezione, anche se tendenzialmente si tende a privilegiare gli antibiotici a largo spettro che possono uccidere una gamma di diversi ceppi di batteri. Tra i farmaci più usati in caso di cellulite, troviamo l’amoxicillina, streptomicina e l’eritromicina.

Trattamenti naturali

La cellulite è una condizione aggressiva che può causare ulteriori complicazioni se non trattata.

Se da un lato esistono vari opzioni di trattamento medico per risolvere il problema, è altrettamento vero che è possibile optare per una serie di rimedi naturali altrettanto efficaci.

Spesso si decide di combinare un trattamento interno con uno esterno (trattamento topico e per via orale).

Assumere curcuma e olio di cocco per via orale e procedere con l’applicazione di olio di oliva, olio essenziale di tea tree e olio essenziale di incenso per via topica sono tutti trattamenti naturali efficaci per sconfiggere la cellulite.

Uno dei metodi più utilizzati e, a quanto pare, più efficaci per combattere l’antiestetico effetto “buccia d’arancia” è lo scrub al caffè.

La caffeina è nota per le sue capacità di assimilazione del grasso e può essere utile nel ridurre la cellulite.Il massaggio e la conseguente esfoliazione della pelle stimola l’afflusso sanguigno e linfatico e promuove un effetto tensore.Per preparare un efficace scrub al caffè non dovete far altro che mischiare 2 fondi di caffé, 3 cucchiai di zucchero o zucchero di canna, 2-3 cucchiai di olio di cocco e massaggiare il composto ottenuto sulle zone interessate.

Un altro sistema artigianale per combattere la cellulite sembra essere quello che prevede l’assunzione di…gelatina.

A quanto pare, infatti, la gelatina è in grado di svolgere alcune funzioni benefiche, tra cui :

  • rendere forti le articolazioni
  • aiutare a tonificare la pelle
  • migliorare la digestione
  • migliorare la cellulite

Essendo una grande fonte di collagene alimentare, la gelatina riesce a restituire alla pelle quella tonicità che viene a mancare in caso di cellulite.

Per quanto riguarda l’apporto vitaminico, anche un supplemento di vitamina D può aiutare a trattare questa particolare affezione epidermica, soprattutto se unita alla Vitamina E, un componente indispensabile per recuperare la giusta elasticità della pelle.

 

La celiachia

intolleranza al glutine

La malattia celiaca denota un’intolleranza al glutine permanente.

Il glutine è una sostanza proteica presente in diversi tipi di alimenti, tra cui avena, frumento, farro, kamut, orzo e segale.
Mangiare anche solo una quantità minima di glutine per chi soffre di celiachia può significare innescare una reazione immunologica nel piccolo intestino.
Mangiare alimenti che contengono glutine provoca un appiattimento dei villi intestinali causando un malassorbimento dei molti nutrienti necessari per il corpo.

Esistono diversi tipi di sintomatologie oltre alle forme classiche di tipo gastro-intestinale, la cui natura spesso non è chiara.

Conseguenze dirette o indirette della celiachia sono diarrea cronica, astenia, anemia, osteoporosi,  tumori o gravi problemi neurologici.

Le persone con malattia celiaca che hanno malassorbimento grave possono sviluppare carenze di vitamine e minerali, per questo è importante assumere integratori vitaminici e minerali specifici.
I pazienti con anemia da carenza di ferro devono essere trattati con il ferro, mentre i pazienti con anemia causata da folati o da carenza di vitamina B12 devono essere trattati con acido folico e vitamina B. I pazienti con bassi livelli di calcio nel sangue o affetti da osteoporosi devono essere trattati con supplementi di calcio e vitamina D.

La celiachia può manifestarsi a qualsiasi età, anche dopo aver trascorso anni senza lamentare sintomi di alcun tipo. Al giorno d’oggi, la percentuale di diagnosi negli adulti è in crescita, soprattutto tra quelli in età compresa tra i 40 e i 50 anni.

Esistono vari tipi di celiachia :

Classica: meno comune, (1 su 1000), appare di solito a tra i 6 e i 18 mesi di vita e la sintomatologia ad esso legata prevede i seguenti disturbi:

  • perdita di peso
  • diarrea
  • escrementi maleodoranti
  • astenia

Atipica : più comune (1 su 100). Compare pù tardi ed i sintomi non sono principalmente di natura intestinale (il sintomo più comune è l’anemia).

Silenziosa : mostra un danno istologico tipico di soggetti asintomatici. Molti individui apparentemente sani, dopo l’inizio di una dieta specifica affermano di aver notato dei significativi miglioramenti sia livello mentale che fisico.
Quando la malattia celiaca è silenziosa, i sintomi riscontrati sono spesso depressione, irritabilità, ansia e stanchezza.

La celiachia viene diagnosticata in tre fasi:

Dubbio clinico : è il primo passo ed è anche il momento in cui un medico ritiene che i sintomi del paziente possano essere riconducibili alla malattia celiaca.

Test sierologico : per togliersi ulteriori dubbi, viene effettuato un dosaggio sierologico (analisi del sangue) per verificare i livelli dei seguenti anticorpi :

  • Antigliadina (AGA)
  • Anti-endosmosi(EMA)
  • Anti-transglutaminasi tissutale (tTG).

Biopsia : se dopo il test sierologico viene evidenziata una positività agli anticorpi sopra citati, allora è opportuno effettuare una biopsia dell’intestino tenue (procedimento che prevede la rimozione di un pezzo di tessuto per controllare lo stato dei villi intestinali).

La malattia celiaca può essere definitivamente diagnosticata solo se test bioptico risulta positivo.

Qual è il trattamento per la celiachia?

Non esiste una cura per la malattia celiaca; l’unico trattamento è una dieta priva di glutine.
Pazienti con malattia celiaca variano nella loro tolleranza di glutine : alcuni pazienti possono ingerire piccole quantità di glutine senza sviluppare sintomi, mentre altri lamentano sintomi a livello intestinale anche solo dopo aver assunto una minima dose di glutine.

Il trattamento standard prevede la completa evasione di glutine per tutta la vita.

I principi di una dieta priva di glutine includono:

Evitare tutti gli alimenti a base di grano, segale e orzo, come pane, cereali, pasta, cracker, torte, crostate e dolci di vario genere.

Evitare l’avena: alcuni pazienti con malattia celiaca possono tollerare l’avena nella dieta; c’è da dire però che la sicurezza sull’assunzione a lungo termine di avena in pazienti con malattia celiaca è sconosciuta. E’ inoltre possibile che alcune preparazioni a base di avena possano essere contaminate con il grano. E’ consigliabile evitare l’assunzione di avena almeno durante le fasi iniziali di un percorso alimentare senza glutine.
Una volta che la malattia è entrata in remissione grazie ad una dieta senza glutine rigorosa, può essere possibile reintrodurre piccole quantità di avena nella dieta sotto stretto controllo medico.

Prestare attenzione agli alimenti trasformati che possono contenere glutine. Esempi di alimenti che potrebbero contenere glutine includono:

  • minestre in scatola
  • condimenti per insalata
  • gelato
  • barrette di cioccolato
  • caffè istantaneo
  • carni trasformate o in scatola
  • Ketchup e senape
  • yogurt
  • pasta

Attenzione a compresse, capsule e preparati vitaminici che contengono glutine. L’amido di frumento è comunemente impiegato come legante in compresse e capsule di vario genere.
Il glutine può anche essere presente in molti prodotti vitaminici e prodotti cosmetici come il rossetto.

Evitare birra, vino, brandy e whisky. Altri alcolici senza orzo vanno bene, ma devono sempre essere assunti con moderazione

Evitare latte e altri prodotti caseari che contengano lattosio. Pazienti non trattati con malattia celiaca spesso sono intolleranti al lattosio. Con il successo del trattamento, i prodotti lattiero-caseari possono essere reintrodotti lentamente nella dieta.

Leggere le etichette dei prodotti alimentari prima di acquistarli. Questa è un’operazione particolarmente necessaria perché un fabbricante può cambiare ingredienti di un prodotto in qualsiasi momento. Un prodotto senza glutine in passato, può successivamente contenerlo. Anche i prodotti che sono senza glutine in un paese possono contenere glutine in un altro.